Quasi tutte le manifestanti provenivano dalla provincia, a testimoniare come la problematica sia ormai estesa a tutto il comprensorio.
Motivo della manifestazione sono i continui tagli che, ormai da anni, i governi effettuano ai danni dell’istruzione, in particolar modo quella obbligatoria. A confermare ciò basta dare un’occhiata all’offerta formativa per i bambini e i ragazzini dai 6 ai 13 anni che negli ultimi anni ha visto una progressiva riduzione, se non in certi totale soppressione, di materie quali l’educazione musicale e la storia dell’arte.
Ovviamente a ciò comporta riduzione del personale o delle ore di ogni singola insegnante, con tutti i problemi che ciò né comporta sia per la docente che per l’offerta formativa per i nostri ragazzi diventata sempre meno competitiva se paragonata a quella di altri paesi dove si è preferito tagliare altrove anzi che andare ad intaccare il sistema scolastico statale.
Ovviamente vengono guardati con occhio critico anche le nuove immissioni nel mondo dell’istruzione, non certamente per impedire ad altri di potersi affacciare sul mondo del lavoro, ma perché si andrebbero ad intasare un meccanismo che, probabilmente, non si ha alcun interesse nel voler sbloccare “noi andiamo ad occupare circa 120 mila cattedre l’anno – spiegano i manifestanti – noi chiediamo di non essere più titolari di cattedre di fatto da di diritto, siamo persone qualificate che da decenni svolgono questo mestiere e si rapportano con i ragazzi.
Qui bisogna capire che si fa un danno anche alle future generazioni – continuano – alunni che di continuano a cambiare insegnanti non potranno mai seguire un percorso lineare.
I governi nazionali da troppi anni non fanno nulla anzi continuano a immettere personale, noi non siamo contro chi vuole affacciarsi nel mondo del lavoro, ma si crea ulteriore caos in una situazione poco serena già di suo”.
Antonio Macauda
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