Fare un pronostico a circa quaranta giorni dal ritorno alle urne è compito davvero arduo, anche perché Messina si è sempre contraddistinta per i cambiamenti improvvisi e inaspettati che poco hanno a che fare con la logica.
Dando un’occhiata agli schieramenti si nota subito come il centro-destra e il centro-sinistra devono risolvere questioni interne piuttosto spinose che potrebbero minare, a lungo a andare, la solidità della coalizione.
Da un punto di vista strettamente mediatico sembra sicuramente più rimarcata la frattura all’interno del centro-destra con il deputato nazionale Enzo Garofalo candidato sindaco, ma che ancora deve ricomporre i cocci della rottura con Buzzanca e Nania decisi a confermare la candidatura dell’ex assessore Gianfranco Scoglio come primo cittadino e della lista autonoma Nuova Alleanza per il consiglio comunale.
Chi pensa che la frattura del Pdl sia con il “mondo” degli ex AN, specie dopo la mannaia usata per le elezioni politiche, si sbaglia di grosso visto che La Destra e Fratelli D’Italia hanno garantito l’appoggio ad Enzo Garofalo. Il candidato pidiellino
Inoltre potrà contare sull’appoggio del neonato movimento Vento dello Stretto che conta molti consensi nel mondo giovanile e non solo.
Sono in molti a pensare che questa autentica guerra di nervi si concluderà con un ritiro da parte di Scoglio magari a pochi giorni dalle elezioni, certo però che il centro-destra ne esce un po’ con le ossa rotte, non capendo che questi “giochetti” politici in un clima del genere fanno solo disperedere consensi. Garofalo però può sempre sorridere visto il rientro, ormai quasi certo, della candidatura a sindaco dell’ex assessore Pippo Isgrò che fin da subito ha risposto “Presente” al richiamo all’unità di Garofalo.
Problemi leggermente diversi i problemi in casa del centro-sinistra dove il candidato alla poltrona di primo cittadino sarà l’ex consigliere comunale Felice Calabrò vincitore delle primarie.
Sembrano ormai sepolti i dissensi con il Megafono di Crocetta, che nella propria lista al consiglio comunale presenta personaggi del calibro di Michele Ainis e Angelo Burrascano, sembra però che continuino a covare i malumori da parte dell’ala renziana del Pd che in Francesco Palano Quero ed Alessandro Russo i propri maggiori esponenti.
Sia Quero che Russo sono presidenti di circoscrizione uscenti, rispettivamente della IV e della V, sembra però quasi certa la mancata ricandidatura di Russo provocando il dissenso da parte dell’ala più critica del partito verso i propri vertici nazionali e cittadini.
C’è comunque la sensazione che all’interno del Pd si stia facendo tutto il possibile per depotenziare la parte del partito che da tempo chiede spazio e rinnovamento, fino a chiedere qualche fa la riunione del coordinamento del partito per discutere delle candidature quando, però, in città già erano stati affissi i primi manifesti.
E’ comunque innegabile che data la frammentazione Calabrò, che comunque conterà sull’appoggio di Pd e Udc su tutti, parte con i favori del pronostico.
Sembra proprio la frammentazione la linea comune di tutti gli schieramenti, anche quelli alternativi ai partiti, e che hanno nella candidata del Movimento 5 Stelle Maria Cristina Saija e nel pacifista Renato Accorinti della lista Cambiamo Messina dal Basso, i due principali attori.
Visti gli ultimi risultati elettorali sarebbe un grave errore sottovalutare il Movimento 5 Stelle, sarà interessante vedere come risponderà la città, da sempre molto legata ai partiti tradizionali, all’isolazionismo mediatico della “grillina della prima ora” Saija, che ha fatto comunque parlare di sé per qualche scivolone dialettico.
Abbastanza spedita invece la campagna elettorale di Renato Accorinti che non ha esitato di raggiungere con la sua inseparabile bicicletta le punte più estreme della città, confermando quel contatto diretto con i cittadini che lo contraddistingue ormai da anni.
Ci sarebbe da domandarsi, semmai, come sarebbero andate le cose se queste realtà in crescita si fossero coalizzate, come da molti pronosticato tra l’altro, invece di correre sole. Sembrano abbastanza distaccate invece le candidature di Alessandro Tinaglia di Reset e di Sergio Indelicato per gli autonomisti.
Con questi presupposti sarà molto alto il rischio d’ingovernabilità, anche perchè la nuova legge elettorale costringe l’elettore a sbarrare il nome del candidato a sindaco preferito senza che la lista collegata si trascini il voto automaticamente, rendendo ancora più arduo il compito per i candidati aumentando le possibilità di un ballottaggio.
Ma ancora più arduo sarà il compito per il vincitore che dovrà risollevare le sorti di una città in ginocchio a cui mancano i servizi essenziali, con i rifiuti per le strade, con il trasporto pubblico precario, con i servizi sociali in ginocchio e un territorio che non riesce ad attrarre investitori privati provenienti da altre realtà.
Antonio Macauda
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