Ma spesso non tutti il male viene per nuocere e il rovescio della medaglia di tale trasmigrazione riteniamo possa essere giudicato positivamente, se quanto accaduto servirà a ricomporre un quadro delle appartenenze non solo più consono, ma anche più coerente rispetto alle incursioni verificatisi nell’ultimo decennio in ambiti culturali e politici estranei alla cultura di tanti dei protagonisti delle vicende recenti.
Incursioni agevolate prima e subito dopo da quanti, in quegli stessi anni, provenienti da esperienze culturali di segno diverso hanno ritenuto con evidente miopia politica di poter costruire un contenitore riformista e progressista nel messinese.
La ritrovata omogeneità politica e culturale di quanti oggi confermano il proprio impegno nell’area riformista e progressista rappresenta una precondizione importante e necessaria per riavviare a Messina una nuova stagione politica per il PD.
Un Partito Democratico affrancato dai pesanti fardelli e dalle defatiganti mediazioni tra personaggi e rappresentanze esterne e relativi contorni e adepti, che deve ridiventare il luogo fisico di elaborazione collegiale per dare risposte politicamente credibili e vere alle domande che l’attuale società complessa propone.
Non ci sono eredi o eredità da riconoscere a chicchessia. Al contrario, c’è il dovere del richiamo alla sostanziale unità interna per una riflessione attenta, puntuale e minuziosa sul percorso da intraprendere, sul progetto nuovo da definire, sul modello di partito da costruire.
Un partito libero e plurale, lontano dal partito occupato e sostanzialmente muto, costruito con sorda e lucida ostinazione per assolvere a una mera funzione gestionale e di mediazione al ribasso soloper cercare di dare risposte al bisogno di certa parte dell’elettorato, magari condizionandolo attraverso promesse vuote e vacue.
L’impegno unitario di tutti deve servire a recuperare e riabilitare le tante intelligenze obliterate o addirittura espunte dal vecchio modello del PD messinese e le disponibilità culturali, professionali e tecniche estraniatesi dal partito, per renderle di nuovo partecipi e protagoniste nella costruzione di uno spazio riformista per la Messina e la provincia.
E’ un progetto difficile e impegnativo ma esaltante per quanti, noi per primi, devono dimostrare di avere intelligenza, tenacia e costanza per concorrere a rendere onore alla POLITICA, dando voce alle categorie produttive, alle rappresentanze dei lavoratori, alle forze della borghesia aperta al sociale, affinché ci aiutino a ricostruire l’immagine del PD a Messina.
Per fare questo LabDem ritiene che ci sia bisogno di una presenza più puntuale e costante da parte del commissario politico e soprattutto della direzione nazionale del Partito Democratico in questa fase impegnativa di ricostruzione. E questo per la maturata consapevolezza che la specificità della situazione messinese può costituire un’ipotesi di lavoro anche rispetto ad altre realtà della Sicilia.
Una presenza che dovrà fungere da arbitro della partita volta a garantire il rispetto delle regole statutarie e il corretto svolgimento del dibattito politico per concorrere insieme ai militanti, agli iscritti e ai simpatizzanti del partito a Messina alla costruzione di una proposta politica capace di definire il nuovo ruolo che il PD dovrà giocare all’interno della società locale e delle visioni che dovranno orientare le future azioni e strategie.
Questo, per costruire un futuro di sviluppo sostenibile e di equità sociale per la città e l’intera provincia.
Francesco Barbalace, coordinatoreLabDem Sicilia
Giuseppe Fera, coordinatoreLabDem Messina
Luigi Beninati
Rosario Cucinotta
Angelo Libetti
Raffaele de Leonardis
Pietro Di Pietro
Fabrizio Calorenni
Non solo sport, ma emozione pura e ricordo vivo. (altro…)
Il 4 settembre. E martedì 9 settembre, ore 18:00 ci sarà l'incontro con l'attivista dei…
Questo articolo è dedicato non ai tifosi da tastiera delle opposte fazioni mediorientali, ma a…
La memoria di Rita Atria continua a vivere e a trasformarsi in un faro di…
Formazione innovativa sulla spiaggia: l’ITET “Caruso” di Alcamo porta l’aula tra sabbia e…