Eppure, se per il secondo anno consecutivo Sinistra Ecologia e Libertà, partito in piena ascesa sul territorio nazionale, ha organizzato nella città dello Stretto la sua Festa regionale, qualche motivo dovrà pur esserci.
Questo è quello che risalta agli occhi degli osservatori e che rende certamente fieri Daniele Ialacqua, coordinatore cittadino, e compagni, reduci da un evento così impegnativo, articolato in ben cinque giornate consecutive all’interno di villa Mazzini.
Crispino Maggio, messinese, da un anno in pensione da ferroviere, chiamato quotidianamente al difficile compito di far quadrare i conti nelle esigue casse del partito di Vendola – essendone il tesoriere regionale – è stato anche quest’anno tra i principali artefici della riuscita della manifestazione. Non a caso, è uno che osa lanciare il cuore oltre l’ostacolo, accettando le sfide con l’impegno e la consapevolezza di fare tutto il possibile per portarle a termine con successo, ma anche con tanta, tantissima fatica. “Dopo settimane di preparazione lunga e laboriosa, anche per le difficoltà burocratiche, e dopo cinque intense, belle giornate di lavoro collettivo, mi preme ringraziare tutte le persone che ci hanno aiutato a incontrare e parlare con la città”, fa sapere Crispino Maggio attraverso una breve nota scritta con passione e sentimento. E a consuntivo si offre, quindi, ad un confronto: “Il risultato politico sarà valutato da altri.
La “Fabbrica di Niki”, laboratorio in cui trovano spazio giovani della sinistra ecologista, in un proprio gazebo, ha sensibilizzato i presenti sull’annoso problema della raccolta differenziata dei rifiuti a Messina: una raccolta di firme ad hoc, da far recapitare personalmente al sindaco Buzzanca, è stata effettuata all’interno del gazebo, affinché si faccia finalmente partire la macchina degli incentivi nei confronti di chi “differenzia”, ennesima promessa del primo cittadino caduta nel vuoto.
La fascia pre-serale, dedicata ai dibattiti sui temi politici e sociali di maggiore attualità, ha visto la partecipazione, distribuita nei cinque giorni, di personalità di rilievo, tra cui la giornalista e scrittrice Giuliana Sgrena, presente per la seconda volta, l’europarlamentare PD Rita Borsellino, i dirigenti nazionali di SEL Paolo Cento, Claudio Fava e Gennaro Migliore, il coordinatore regionale Erasmo Palazzotto ed il presidente nazionale dell’Arcigay Paolo Patanè.
Oltre a loro, hanno riempito d’interesse i vari dibattiti ai quali hanno partecipato, lo storico dell’America Latina Daniele Pompejano, l’economista Guido Signorino, lo scrittore e blogger Antonio Mazzeo, l’editore di Terrelibere.org Antonello Mangano, nonché attivisti sindacali ed ambientalisti.
Bellissima, in quanto ricca di colori, nonché di valori e contenuti umani, è stata la rassegna fotografica di Enrico Di Giacomo, riferita ai “Volti del Chapas”, dal titolo “Camminando”, che ha fatto da cornice al dibattito sull’America Latina.
Purtroppo, a differenza degli altri dibattiti, svolti le sere precedenti sotto il tendone, gli organizzatori non hanno previsto interventi dalla platea, particolare inaspettato, alla luce di quanto sta succedendo a Messina riguardo la questione Ponte.
Approcciato il tema, l’Assessore Russo fa subito mugugnare la platea, poiché, riferendosi ai concetti di priorità e necessità, espone un paragone con l’ISMETT – Istituto Meridionale Trapianti e Terapie di Palermo, che definire infelice, oltre che inopportuno, è dire poco. Per non parlare della solita, monotona ed anacronistica strategia linguistica del “cerchiobottismo”, di antica fattura democristiana, alla quale fa ricorso allo scopo di non esporsi più di tanto sull’argomento.
Ma per fortuna, con tutto il rispetto e la considerazione per chi in questi casi non accetta le eccezioni ai protocolli, sul margine della platea, proprio sotto il palco, assiste ed ascolta, in religioso ma sofferto silenzio, Renato Accorinti, il quale da lì a poco chiede la parola, che gli viene in un primo tempo negata e poi concessa per qualche “sofferto” minuto, solo grazie alla sua caparbietà.
Visti i tempi, a progetto definitivo ormai all’esame del CIPE, con tanto di pubblicazione della lista degli espropri, Claudio Fava trova, così, spunto per affondare finalmente un colpo, senza replica: “Dall’Assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana non mi aspetto che chieda, nell’anno di grazia 2011, le ragioni del sì e quelle del no. Queste ragioni o sono chiare o non c’è politica”.
E’ questa la frase che ha chiuso l’ultimo dibattito organizzato a villa Mazzini, a conclusione delle cinque giornate della Festa regionale di SEL. Ma a Messina, sul fronte del Ponte, dove avanza a grandi passi lo spettro delle devastazioni, e su altre questioni, si prepara un autunno davvero caldo.
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