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MESSINA – Manifestazione studenti, la FLC e la Cgil partecipano insieme ai Ricercatori della rete 29 aprile

La Cgil e la Flc – la categoria della Cgil che segue il comparto scuola università e ricerca scientifica- insieme alla Rete 29 aprile dei ricercatori universitari hanno partecipato alla manifestazione organizzata dagli studenti di Messina per dire No alla Riforma Gelmini.
La Cgil e la Flc sottolineano infatti come la legge Gelmini dietro la facciata della Riforma stia portando avanti un disegno di smantellamento della scuola pubblica, accentuato nelle regioni del mezzogiorno.
“Le scuole della nostra provincia ad oggi non hanno potuto garantire in maniera ottimale l’apertura dei plessi e la copertura delle ore di lezione – rileva Graziamaria Pistorino Segr. Gen. della Flc CGIL di Messina –. Fino a questo momento l’attenzione sui tagli alla scuola è stata richiamata dalla protesta, a volte irrazionale, di lavoratori disperati ma il loro problema occupazionale è solo un aspetto delle scelte effettuate dal governo Berlusconi e dal duo Tremonti – Gelmini. Il male vero si riflette non solo sui lavoratori ma principalmente sui nostri alunni: sono i bambini siciliani che devono accontentarsi di 27 ore di scuola primaria, mentre i loro coetanei di altre regioni possono apprendere in 40 ore, in un tempo pieno che consentirà loro una formazione più completa. Inoltre, in tutto il paese, per tutti gli alunni della scuola media sono ridotte le ore di Italiano e Tecnologia e l’orario complessivo di lezione. Anche alla secondaria, con la nuova definizione dei piani di studio la situazione dei Licei peggiora decisamente. Chi potrà risarcire generazioni di studenti siciliani dal danno prodotto dalla legge 133?”.
E sulle conseguenze dei tagli alla scuola pubblica, all’università e alla ricerca interviene anche il segretario generale della Cgil di Messina Lillo Oceano che rileva: “Il pesante taglio alle risorse delle scuole pubbliche, delle università e della ricerca varato dal governo Berlusconi sta sottraendo chance di vita per intere generazioni di studenti e di giovani ai quali si sta rubando il futuro. Un futuro che per i giovani del Mezzogiorno, dove i tagli sono stati più incisivi, si prospetta sempre più cupo ”.

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