– di Corrado Speziale –
Il 6 gennaio di cento anni fa nasceva il grande nuotatore messinese e maestro di sport Nino Musciumarra, protagonista e punto di riferimento per oltre quarant’anni delle traversate dello Stretto e tanto altro.
Nel nuoto di fondo e gran fondo è stato il maestro di tutti i nuotatori messinesi. Tra questi, nell’ambito delle traversate, hanno raccolto la sua eredità in particolare Nino Fazio e Cristina Scotto.
Foto, informazioni e dati ufficiali: www.baiadigrotta.it
“Focu ddumatu, pèggiu i Muncibeddu…” Così lo definì Maria Costa, indimenticata poetessa messinese, nei versi del componimento a lui dedicato. Nino Musciumarra associato al fuoco, vulcanico come l’Etna. E non ce ne voglia il nostro campionissimo di ciclismo Vincenzo Nibali: lo “Squalo” per eccellenza, stante alle affinità del luogo in cui operava, fendeva già le acque dello Stretto sin dal 1949.
Il 6 gennaio 1921 nasceva Nino Musciumarra, per tutti lo Squalo dello Stretto.
Se lo Stretto di Messina con le sue bellezze e le sue insidie può beneficiare di tanta fama e di un fascino unico al mondo, ma soprattutto di un’ineguagliabile storia riguardo agli attraversamenti a nuoto tra le mitiche Scilla e Cariddi, è anche merito di Nino Musciumarra. Storia adesso scritta e documentata, con dovizia di particolari, da Nino Fazio, primo fra i suoi “eredi” sportivi, nell’eccellente sito www.baiadigrotta.it, divenuto ormai l’organo ufficiale del nuoto di gran fondo nel mare di Messina. Assieme a Nino Fazio, tra gli altri, raccoglie il testimone Cristina Scotto. Entrambi infaticabili appassionati nuotatori in mare con traguardi raggiunti a forza di bracciate, ma anche punti di riferimento per le traversate nello Stretto in termini organizzativi, proprio come il loro straordinario maestro e predecessore.
Nino Musciumarra è stato un uomo originale, dal carattere molto particolare, caparbio, generoso, infaticabile.
Ha vissuto un’infanzia dura, tra le due guerre, venendone fuori con una tempra forte. Il lavoro, il coraggio, lo spirito d’avventura, un periodo trascorso da emigrato in Argentina. Ma anche le donne, l’allegria, l’amore per le cose semplici e sane della vita hanno caratterizzato i suoi percorsi. Sin da ragazzo coltiverà la passione per lo sport: calcio, rugby, nuoto. Lo aiuterà il suo fisico possente ed una forza di volontà straordinaria. Nella palla ovale, prima ancora che nel nuoto di fondo, ha raccolto soddisfazioni e successi sportivi: è stato lui il “rugbista dell’anno”, nel 1960. La tessera che ha portato quasi sempre con sé è stata quella del Cus Messina.
Da qui in poi, si aggiungeranno nove traversate che egli effettuerà in gara, fino al 1969.
In mezzo, Musciumarra incastra due importanti imprese: 1963, doppia traversata Mortelle – Cannitello – Messina (Batteria Masotto) in 5 ore e 43 minuti, ripetuta l’anno successivo, migliorando il tempo in 5 ore e 22 minuti.
A queste si aggiungono le traversate in solitario pinnate, nel biennio 1971 e 72, e due doppie, nel 1974 e nel 1977, quest’ultima con percorso Mortelle – Cannitello – Messina (Batteria Masotto), in 3 ore e 20 minuti. In questi anni, si consolida il sodalizio che generalmente lo accompagna: barcaiolo, Francesco “don Ciccio” Longo; cronometrista, Franz Benecchi; medico, prof. Giulio Santoro, la moglie Maria Dominici e il fratello di quest’ultima, il fotoreporter Venerando Dominici.
Sarà nel 1983, a 62 anni, che Musciumarra effettuerà l’impresa più importante della sua vita sportiva: Messina – Reggio Calabria – Taormina. Partito da San Raineri, toccherà sponda a Gallico per poi approdare a Letojanni in 17 ore 35 minuti, dopo una traversata drammatica, ostacolata dalle correnti. Nel luglio del 1988, per il terzo Trofeo Scilla e Cariddi, effettuerà la sua ultima doppia traversata: Capo Peloro – Cannitello – Paradiso, tempo, 2 ore e 49 minuti. Affermazione straordinaria per un atleta di 67 anni.
Musciumarra, così, in forma “ufficiale”, con responso cronometrico federale certificato, ha attraversato lo Stretto 24 volte.
Stretto, ma non solo. Nel 1979, munito di pinne, ha compiuto l’impresa di attraversare in 8 ore e 30 minuti il tratto di mare tra Vulcano e Milazzo. Nel 1981 si cimenta in doppia traversata nelle dolci e fredde acque del Lago d’Iseo. A fine anni Ottanta è arrivato anche il momento delle maratone in piscina: prima fra tutte la storica “24 ore Arena” di Palermo. In vasca, il suo record nei 400 s.l. categoria Master resisterà quasi vent’anni.
Nino Musciumarra fu maestro di tanti nuotatori e “accompagnatore entusiasta e disinteressato” in tutte le traversate.
Messina e il suo Stretto, ma anche il tratto di mare tra le Eolie e la costa, grazie a lui divengono ben presto meta di imprese straordinarie: con il suo appoggio, facendo leva su esperienze e competenze uniche in questo campo, accompagnerà nello Stretto personaggi noti in campo internazionale come Mary Margareth Revell, Paolo Pinto, Gianni Golini, la primatista della Manica Lynne Cox, il “Caimano del Lario” Leo Callone. Quest’ultimo ha beneficiato di Musciumarra come accompagnatore anche nella traversata della Manica, nel 1981. Callone e Pinto, inoltre, in momenti differenti, lo ebbero a fianco, in barca, nel corso di varie edizioni della mitica Capri – Napoli. In termini di “miti”, risalta tra le altre l’esperienza messinese di Mary Margareth Revell, nei primi anni Sessanta, intrisa delle suggestioni e del fascino del tempo.
Un’altra piacevole curiosità: la catanese Agatella Malvagna, con Musciumarra in barca a darle consigli, nel 1977 ha superato lo Stretto a soli 8 anni, in meno di 42 minuti. È la più giovane di sempre. Si ripeterà l’anno dopo in doppia. Ma il record per eccellenza, in rapporto età/tempi, con Musciumarra a far da guida, lo ha detenuto per ben 27 anni Monia Scalzo, nuotatrice di Morbegno, allora undicenne.
I primi messinesi che lo vedranno come accompagnatore nelle loro traversate saranno Graziella De Gregorio, Franco Di Fede, Tanino D’Uva, Giovanni Fiannacca. Nel 1985 accompagnerà il forte atleta milazzese Pippo Nicosia. Contestualmente, e a seguire nel tempo, come allievi nel nuoto di fondo e gran fondo in mare, traversate comprese, spiccheranno i nomi di Nino Fazio, Francesco Cacopardo, Cristina Scotto. Alla fine degli anni Ottanta è stato allenatore e accompagnatore dei giovani nuotatori messinesi partecipanti al circuito nazionale del Grand Prix di fondo e gran fondo. Nelle traversate tirreniche, dalle Eolie alla costa messinese, finché le condizioni di salute glielo hanno permesso, Musciumarra ha assistito in barca Pippo Nicosia, Nino Fazio e Cristina Scotto. A fianco di quest’ultima, tra l’altro, Musciumarra, nel segno della sua grande generosità, ha allenato e assistito i nuotatori disabili della Polisportiva Albatros ai primi anni di attività.
Nino Musciumarra era simbolo di forza, carisma, volontà. Non per niente, della sua dipartita, su input di Nino Fazio, fu data notizia con tanto di profilo e documentazione fotografica sul prestigioso sito internazionale The Daily News Of Open Water Swimming, principale voce mondiale del nuoto in acque libere.
Nino Musciumarra, campione d’amore e umanità: la sua vita sportiva, dall’inizio degli anni Ottanta, è stata fortemente ridimensionata dalle gravi condizioni di salute della moglie, Maria, che egli ha accudito sempre con immensa dedizione. I due non hanno avuto figli ma lui ha trattato da tali i suoi affezionati allievi nuotatori.
Nino Fazio e Cristina Scotto sono stati vicini al loro maestro fino agli ultimi giorni della sua vita.
Cristina Scotto lo ricorda così: “Musciumarra era il nuotatore libero in acque salate. Per lui nuotare era mare, costume, occhialini e lanolina. Il tempo lo prendeva in base alla stanchezza delle spalle e le traversate erano scommesse con se stesso. Se era in barca, a seguirti, le sue braccia giravano con le tue e la sua forza era la tua. Semplice, generoso, trascinatore e pazzo. Mi ha insegnato a non perdere di vista il mio vero valore come nuotatrice e grazie a lui, ancora oggi, vivo il mare e le nuotate come momenti unici. Ho sempre percepito il suo affetto sincero e sono una privilegiata per averlo conosciuto”.
Musciumarra ha dato tanto, a tutti, rispettando sempre il valore della gratuità. E in questo senso, hanno un sapore amaro le parole scritte da Nino Fazio circa la solitudine e l’ingratitudine sofferta dal maestro negli ultimi anni della sua vita.
“Aveva speso giorni e giorni del suo tempo e quote considerevoli della sua pensione, per comprare creme, lanolina, palette e quant’altro potesse servire a fare sport e avvicinare al mondo delle traversate. Non l’ho mai sentito lamentarsi per questo. Ha sempre trovato, non so fino a quanto convincendosene, dei motivi validi per giustificare il silenzio dei tanti opportunisti che lo hanno sfruttato finché ne hanno avuto convenienza. Un ‘individuo bislacco e ribelle’, forse, ma con un cuore grosso così, un cuore di atleta e di sportivo vero. Nessuno ha fatto più di lui per il nuoto di fondo nello Stretto di Messina.
Ancora Nino Fazio sugli ultimi momenti vissuti col suo maestro:
“Mi aveva salutato quattro giorni prima, mentre ero sulla soglia e stavo per andar via. Dal letto ha stretto il pugno e mimato due bracciate, come a dire: terrò duro finché potrò. È l’ultima immagine che conserverò di lui, ed è in sintonia straordinaria con tutta la sua vita e con tutte le altre immagini che affolleranno i miei ricordi”.
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