Attualita

MESSINA – “Nuovo PRG a volumi zero”, un “oggetto misterioso” tra ritardi, vizi e insidie

– di Corrado Speziale

 

Se ne è parlato nel dibattito organizzato al Comune di Messina da Energia Messinese, associazione culturale composta da attivisti del Movimento 5 Stelle. Lo strumento urbanistico per eccellenza, atteso da anni, che in questa fase si limita alla Variante parziale di salvaguardia e al PIAU, ha davanti a sé un percorso impervio. La delibera sulla “Salvacolline”, da dieci mesi in Consiglio comunale e aggiornata dopo l’inserimento di alcuni emendamenti su cui il Genio civile chiede conto, è a serio rischio bocciatura. Allora, perché si è pensato alla Variante e non direttamente a un nuovo PRG? Una Variante che prevede il trasferimento delle cubature può essere parte integrante di un PRG a volumi zero? Considerato l’iter che ha scontentato tutti, sono state rispettate le regole sulla trasparenza? Su quest’ultimo argomento, annunciato un d.d.l. che sarà presentato all’ARS dai parlamentari 5 Stelle.
Sulle varie materie che attengono allo strumento urbanistico, gli interventi dell’ingegnere capo del Genio Civile Leonardo Santoro, del presidente dell’Ordine regionale dei Geologi Giuseppe Collura, della presidente dell’INBAR Anna Carulli, del presidente dell’Ordine degli Architetti di Messina Pino Falzea, del consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Messina Giampaolo Nicocia e di Grazia D’Angelo, esponente del M5S – Grilli dello Stretto. L’incontro, coordinato da Barbara Floridia, si è avvalso anche degli interventi finali del consigliere comunale Giuseppe Santalco, che più di ogni altro sembra avere in mano il “pallino” in questa partita politica, e dell’assessore Sergio De Cola, unico rappresentante dell’Amministrazione comunale presente in sala.

I parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle a breve presenteranno all’ARS una proposta di modifica dell’attuale legge in materia di “trasparenza” che riguarda gli atti amministrativi “secretati”, quando si tratta di approvazione degli strumenti urbanistici. La “zonizzazione”, in questo caso, è l’elaborato top secret. Non si deve sapere, in fase procedimentale, dove e in quale proprietà privata vanno a cadere le scelte dell’Amministrazione comunale. Fanno eccezione i consiglieri comunali, deputati ad esaminare il piano nei dettagli prima di votarlo. Ma, com’è ovvio, mancano delle necessarie conoscenze tecniche e con tutto ciò non possono avvalersi dell’ausilio di organi e professionisti in materia. A Messina, così, l’approvazione della Variante di salvaguardia, comunemente detta Salvacolline, diventa un caso paradigmatico. Da qui, la scelta annunciata dal consigliere comunale Giuseppe Santalco, capogruppo di Felice per Messina: “Nessuno di noi ha ritirato il dischetto secretato, perché non accettiamo questo sistema che non ci ha consentito di entrare nel merito delle questioni. A noi non interessa la zonizzazione, bensì il senso della Variante”. Ma Santalco non si ferma qui, e annuncia opposizione in Consiglio anche perché la Variante è stata modificata in virtù di “aggiunte” di territorio avvenute a seguito di emendamenti di cui egli stesso è stato proponente e che adesso la Giunta ha accolto in una nuova delibera rispedita in Consiglio. Il merito: questa modifica, che ha comportato la sostituzione di alcune tavole, necessita di un nuovo nulla osta geomorfologico del Genio civile. L’Ufficio diretto da Leonardo Santoro, dirigente che più di ogni altro sta incrociando la propria attività con i destini urbanistici di Messina e della sua Amministrazione, quella Variante l’aveva respinta per ben tre volte, prima di approvarla. E c’è dell’altro: gli incendi boschivi che hanno interessato la città la scorsa estate. Qui, Santoro chiede che vengano prodotte le relative mappe di perimetrazione. Egli stesso, il 24 luglio, aveva emanato in tal senso “indirizzi operativi” che attengono alla vulnerabilità idrogeologica del territorio, conseguenziale proprio agli incendi. Nel corso del dibattito a Palazzo Zanca, attraverso le slide illustrative, il capo del Genio civile ha avvisato il Comune: “Errare è umano, perseverare…”.
Partecipazione, trasparenza, condivisione sulla conoscenza delle scelte. Ragioni di carattere etico e politico, ma anche discipline dettagliatamente tecniche, sono state esposte nel dibattito organizzato sabato scorso da Energia Messinese, associazione culturale interna al Movimento 5 Stelle. “Da oltre 5 anni Messina è in attesa del nuovo PRG volumi zero, diventato oggetto misterioso e della cui fine nulla è concesso di sapere. Intanto l’ultimo PRG, vecchio, superato, sovradimensionato, continua ad essere in vigore sebbene elaborato nei primi anni 90 con le previsioni demografiche del tempo e l’immensa espansione edilizia conseguente”. Così recitava il motivo del dibattito.
Barbara Floridia, esponente del Movimento 5 Stelle, ha introdotto e coordinato il dibattito:
“Parlare di PRG a volumi zero è necessario e urgente. Una discussione del genere non poteva più farsi attendere”. La sua domanda introduttiva: “La Variante ‘salva’ solo le colline? Perché una Variante e non un nuovo PRG?
Leonardo Santoro ha raccontato le vicissitudini che hanno accompagnato la Variante riguardo all’esame del Genio civile. Tra i motivi principali di un intenso “travaglio”, spiccano delle novità per il territorio messinese in ambito urbanistico: la microzonazione sismica; la fascia di inedificabilità lungo le sponde dei torrenti, a fronte di una norma esistente dal 1904; il rischio maremoti. “La Variante al PRG imposta da Genio civile è completamente diversa da quella proposta dal Comune per quanto riguarda l’attenzione sui rischi ambientali”, ha precisato Santoro, che ha anche parlato del PIAU – Programma Innovativo in Ambito Urbano tra la Stazione Marittima e Gazzi, piano in parte complementare alla Variante Salvacolline, da cui riceverà parte delle cubature. Qui, Santoro, tiene duro particolarmente riguardo all’ambito 1, sede del centro servizi, interessato da terreni fragili e inquinati: “Senza bonifica, niente parere”, ha precisato. Con un’altra innovazione: “Tutti i nuovi edifici dovranno essere isolati sismicamente”.
Di microzonazione sismica ha parlato nel dettaglio il presidente regionale dei Geologi, – di Corrado Speziale -, partendo da azioni prioritarie. “Conoscenza del territorio; introduzione di elementi innovativi nelle edificazioni; avere memoria su quanto accaduto in passato”. Il nocciolo dell’argomento: “La microzonazione sismica – ha detto Collura – rappresenta uno strumento di base propedeutico alle attività di pianificazione territoriale, di sviluppo del territorio e studio del Piano regolatore”. Un passaggio sulla storia: “Nel 1908 Messina ha subito il 7° grado della scala Richter, il sisma più forte mai avvenuto in base alle conoscenze che abbiamo sino ad oggi”. Inquietante la sua analisi sul rischio tsunami: “Un’onda generata al centro del Canale di Sicilia, arriverebbe sulla costa dopo 12 minuti”.
Giampaolo Nicocia, consigliere dell’Ordine degli Ingegneri, sul tema del dibattito ha così espresso il suo giudizio: “I professionisti devono essere responsabili delle scelte da fare sul territorio, purché siano condivise. Sul PRG non credo ci sia stata informazione e condivisione con l’Amministrazione. Invece di pensare alla Variante al PRG – ha proseguito Nicocia – si sarebbe dovuto affrontare un nuovo Piano regolatore inserendo le necessarie prescrizioni impartite dal Genio civile, tipo la microzonazione sismica”.
Pino Falzea, presidente dell’Ordine degli Architetti di Messina: “Di questo piano non sappiamo nulla se non quello che sentiamo dire, perché è secretato. Il Piano regolatore si deve associare alla Vas. Il rapporto ambientale, assieme al piano, devono essere pubblicati prima dell’adozione, in modo che i cittadini se ne rendano conto. La trasformazione del territorio è un processo di partecipazione”. Dopodiché, Falzea va alle priorità, di cui si parla da tempo: “Oggi sono decaduti i vincoli preordinati all’esproprio. Ciò significa che le aree destinate a servizi esterni ai centri edificati sono diventati anch’essi edificabili”. La denuncia: “Sono arrivate segnalazioni all’Ordine in cui si dice che vengono applicate norme di salvaguardia di un piano che ancora non è adottato. Se queste cose sono vere è una cosa estremamente grave”. Sul PIAU: “E’ un piano di edilizia residenziale che a Messina non serve. In esso vengono concentrarti volumi residenziali nelle aree di Rfi senza che questa restituisca al Comune il fronte mare, liberandolo dai binari. Sarei stato più contento se professionisti e cittadini avessero potuto partecipare alla fase di formazione di questo piano”. La proposta sul PRG: “Non è importante il volume zero, ma il consumo di suolo zero. Sono necessari anche interventi di densificazione, laddove necessari. Metterei uno stop a tutto ciò che si sta facendo in questa città per riflettere tutti insieme e pensare dove vogliamo portarla. Ma in tempi rapidi”.
Anna Carulli, presidente nazionale INBAR – Istituto Nazionale di Bioarchitettura: “All’interno del processo edilizio dobbiamo andare verso la realizzazione di edifici sostenibili. Ai tecnici spetta l’obbligo morale di tutelare la salute del cittadino, nel segno dell’eco-sostenibilità e della biocompatibilità. Ci mancano normative regionali sulla sostenibilità ambientale che possano dare gli strumenti idonei ai professionisti. In questo senso – ha proseguito l’architetto Carulli – le scelte di professionisti e imprese sono soltanto di tipo virtuoso, personale, non un obbligo. Derivano da intuizioni e conoscenze personali”.
L’avvocato Grazia D’Angelo, esponente del M5S, è intervenuta in rappresentanza dei parlamentari Francesco D’Uva, Valentina Zafarana e Antonio De Luca, costretti all’assenza a causa di impegni istituzionali. “Questo strumento di salvaguardia, ‘Salvacolline’, i nostri deputati lo hanno visto con occhio critico. Su di esso sono stati mossi dei rilievi oggetto di argomento da parte dei soggetti qualificati che vanno confrontati con i nostri”. L’affondo: “Di strumento di salvaguardia alla fine non si può parlare, perché alla fine si tratta di zone già sottoposte a vincoli ben precisi, di diversa natura, che in ogni caso non danno la possibilità di edificare. La banca delle volumetrie, con cui si dà la possibilità di spostare il 50 per cento delle cubature dalle zone collinari a quelle con affaccio a mare, è una proposta che non può essere accolta”. La segretezza degli atti, con una novità: “Si è generata una sorta di ‘malafede’ nei confronti del piano stesso”. Da qui, l’annuncio della proposta di legge che modifichi quella l’attuale.
Il consigliere comunale Giuseppe Santalco, nel merito della Variante che si appresta a votare in Aula: “Per tutta una serie di motivi è sconosciuta a molti. Con la maggior parte dei gruppi consiliari, prima di portarla in votazione, abbiamo pensato di ascoltare la città, gli organi competenti, coloro che operano costantemente sul territorio e che ci possono dare un contributo. Per questo organizzeremo un incontro pubblico. L’unico strumento che possiamo mettere a disposizione è la Proposta di delibera, perché gli altri atti sono stati secretati”. La questione della pubblicità, in considerazione del recente emendamento: “Come fanno i cittadini, il cui terreno è stato ricompreso nella variante solo di recente, a venirne a conoscenza?
Sergio De Cola, assessore alle Politiche del territorio del Comune di Messina, ha così difeso la Variante: “Si tratta di uno sforzo politico coraggioso. La secretazione la impone una legge regionale e mi fa piacere che i deputati 5 Stelle si batteranno per modificarla. Abbiamo fatto tanti incontri, siamo stati anche invitati ed apprezzati in giro per l’Italia, tuttavia la Variante sicuramente si può migliorare. E’ una visione politica del primo step del nuovo PRG. L’Assessorato regionale ci ha fatto perdere quasi un anno e mezzo per una VAS che non andava fatta, ma che avevamo redatto prima di andare in Consiglio comunale”. La comunicazione ai proprietari interessati: “Tutti sono stati avvisati”. L’aggiornamento sulla banca dei volumi: “Al momento ci sono depositati circa 130 – 140 mila metri cubi”.
La risposta a Falzea sui dinieghi, che “anticiperebbero” la Variante: “Gli uffici in questi mesi si trovano in condizione di grande difficoltà. Esiste un sistema di vincoli che non è immediatamente applicabile”.
Alla fine, l’intervento dell’ingegner Sergio Bruno, tra gli organizzatori dell’incontro. La sua è una domanda all’assessore: “In Italia in tanti ci fanno i complimenti perché siamo ‘bravi’ dal punto di vista urbanistico. Com’è possibile, visto che non conoscono le carte perché sono segrete?”

 

Redazione Scomunicando.it

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