Categories: Cronaca Regionale

“Messina” – Una città da traghettare.

 

 

La nave è bella, non c’è dubbio, è tecnologicamente all’avanguardia e rispetta l’ambiente.  E’ anche accogliente ed ha un’eleganza sobria ed essenziale.

Il suo nome, “Messina”, in questa fase di rinascita cittadina, offre poi la possibilità di autorizzare sogni e costruire tante speranze. Era bellissima, poi, la madrina invitata per il taglio del nastro: Giusy Buscemi, 21 anni, di Menfi, incoronata Miss Italia lo scorso anno.

Ma si comprende in pieno quanto tutto questo possa interessare poco o nulla ai venti ex lavoratori della Ferrotel, società che operava nell’indotto dei servizi F.S., le cui disavventure sono sintetizzate nel loro striscione esposto a lungo nei mesi scorsi sulle banchine della Stazione centrale: “Da cassintegrati, ingannati e licenziati”.

Nel corso dell’inaugurazione della “Messina”, sotto lo sventolio delle bandiere dell’ O.R.S.A., tristemente asserragliati oltre la banchina, lungo la cortina del porto, sotto un sole cocente, c’erano proprio quegli ex operai, con la loro rabbia che faceva da propellente alla loro legittima istanza di “ricollocamento”, da tempo disattesa. “Oggi la vera festa sarebbe ritrovare un’occupazione per chi il lavoro l’ha perso” ci dice Michele Barresi, che nell’O.R.S.A. si occupa proprio di Trasporti. “L’arrivo di questa nave – prosegue il sindacalista – è un fatto che viene accolto positivamente, ma la dismissione di F.S. va ben oltre questo evento, perché ha creato in questa città un disservizio per tanti cittadini e utenti che giornalmente attraversano lo Stretto. Nel corso degli ultimi dieci anni si sono persi centinaia di posti di lavoro, compresi quelli degli ex Ferrotel, disoccupati ormai da due anni e mezzo, che cercano una ricollocazione. Oggi, questi – conclude Barresi – hanno ben poco da festeggiare”.

Ma come “novità” del momento, andiamo alla nave, i cui numeri sono davvero interessanti: costruita a Marina di Carrara da Nuova Cantieri Apuania, è adibita al trasporto fino a 900 passeggeri, 15 carrozze ferroviarie o, in alternativa, 27 carri merci, 19 ferrocisterne, 24 trailer o 138 autoveicoli, rispettando gli standard internazionali di sicura gestione e condotta delle navi.

La plancia di comando è attrezzata con tecnologie di ultima generazione, con prestazioni di manovrabilità che consentono all’equipaggio di eseguire in totale sicurezza i movimenti di imbarco e sbarco.

E’ dotata di celata prodiera “rovescia” per l’ingresso e l’uscita dei treni, presenta una stazza lorda di 5.700 tonnellate, una lunghezza di 147 metri e una larghezza di 18,7 metri. Interessante anche la velocità d’esercizio: 18 nodi.

Archiviati i dati tecnici, ci si concentra sulla sua prima “uscita”. Per l’inaugurazione, assieme ai più alti dirigenti di Ferrovie dello Stato, politici, imprenditori e varie autorità civili e militari, stamane “galleggiava”, come accade in questi casi, tanta retorica. Ma ultimamente, Messina – la città, non la nave – ha un sindaco che non conosce i convenevoli e che spiega senza artifici cosa gli proviene dalla ragione e dal cuore. “Soffia un vento nuovo in questa città. Il 24 Giugno si è aperto un percorso nuovo  – ha detto nel suo intervento Renato Accorinti – dove i cittadini hanno scelto fuori da schemi e partiti”. E dinnanzi a cotanta “elite” precisa: “Sono entrato in quella stanza nel Palazzo Municipale in nome solo del popolo e devo dare conto solo al popolo. Lo sto facendo con amore verso questa terra, questo mare e verso ogni singolo cittadino per i suoi diritti”. Entra poi nel merito della cerimonia: “Questa nave fa bene al nostro territorio che si articola tra Messina, Villa S.G. e Reggio Calabria e vogliamo andare oltre senza divisioni, perché questo mare unisce, non divide.”

Rivolgendosi ai vertici nazionali di RFI, rimette quindi il dito dentro una piaga inguaribile: “Lo Stato, con la questione Ponte, ci ha tolto 600 milioni di euro. Investiti qui avremmo avuto la migliore città del mondo. Per un fatto di giustizia occorre avere nuovi investimenti per questa terra che finora ha avuto troppo poco. Abbiamo, ad esempio, la rete ferroviaria più scarsa d’Europa”. E va alle priorità: “Della continuità territoriale, d’ora in avanti, bisognerà parlarne seriamente. Faremo una riunione a Messina, fra tutti i rappresentanti dello Stato e prevederemo quanto sancito dall’art. 16 della Costituzione. Non chiediamo elemosine, rivendichiamo l’applicazione di un diritto costituzionale”. Prosegue, allora, su altre priorità: “L’aeroporto di Catania è l’unico che non ha una stazione ferroviaria, e dire che ha la linea ferrata gli passa accanto. Ne beneficerebbero ben sei province”. E tornando al trasporto locale, parla dei problemi della metro-ferrovia: “Sollecitiamo con forza la stipula del Contratto di Servizio, atteso da troppi anni, tra la Regione e Trenitalia, che contempli al suo interno un efficace servizio ferroviario metropolitano fra Giampilieri e Messina. E’ troppo facile fare utili sulla Milano-Napoli e tagliare qui l’offerta di trasporto ferroviario”. Era scontato, poi, che facesse riferimento a quei lavoratori che sostavano in sit-in al margine del porto: “Là fuori c’è sofferenza, Messina è una città in ginocchio. Occorre subito fissare quando vederci, stabilendo immediatamente ora e giorno ed agire con spirito di servizio per questa terra”.

Prima del sindaco, Michele Mario Elia, Amm.re delegato di RFI, aveva subito dato una risposta a chi gli aveva chiesto della dismissione della flotta nello Stretto. “Con la presenza di una nave del genere – dice Elia – così nuova e bella, la risposta la lascio a voi”.

Il sindaco di Villa S.G., Rocco La Valle, per la prima volta vedeva il suo nuovo collega di Messina: “Renato è un personaggio nuovo che fa attenzione a ciò che dice. Abbiamo idee politiche diverse ma su alcune questioni mi trovo d’accordo con lui. Sono felice che RFI stia investendo su una nave nuova, vuol dire che c’è attenzione per il nostro territorio”. E parla del Metromare come elemento di continuità territoriale: “Ciò non deve esserci ‘concesso’, perché è già un nostro diritto acquisito che con gli anni abbiamo perso”. E sulle infrastrutture: “Se l’Italia non si impegna a realizzarle a Sud, sarà sempre l’ultima nello scacchiere europeo”.

Filippo Romano, Commissario Straordinario alla Provincia Regionale di Messina, traccia un quadro sulla ridistribuzione del territorio per aree, una volta eliminate le province: “L’ area metropolitana cui Messina è destinata, non può che essere quella dello Stretto, assieme a Reggio Calabria e Villa S.G.. A questo punto la continuità territoriale diventa un fatto fondamentale.” E lancia una ricetta per lavorare bene ed in sinergia: “Non avere pregiudizi e lavorare tutti insieme, come già si fa col sindaco di Messina”.

Dario Lo Bosco, presidente di RFI, risponde così a chi l’ha preceduto: “Come RFI abbiamo istituito una task force per il Sud, per noi strategico per la legalità e lo sviluppo, lotta alla mafia e prospettive per i giovani. Abbiamo sottoscritto un C.I.S. – Contratto Istituzionale di Sviluppo – attraverso un lavoro egregio fatto con la Regione Siciliana, la Regione Calabria e Mauro Moretti, nel quale sono previsti investimenti per 5 miliardi”.

Luigi Fedele, assessore regionale ai Trasporti in Calabria, verrà ricordato per una super notizia: “Porto i saluti del presidente Scopelliti, oggi assente perché all’inaugurazione di un nuovo tratto della Salerno – Reggio Calabria…”. E anch’egli chiede considerazione a R.F.I.: “Con questa nave, diamo atto a RFI d’aver dimostrato impegno per il Sud, ma in verità ne dovrebbe dimostrare un po’ di più. Mi riferisco, ad esempio, al Porto di Gioia Tauro, il più grande del Mediterraneo, che necessiterebbe di interventi in tal senso”.

Dopo di lui, tocca al suo collega siciliano Nino Bartolotta, il quale, nonostante sia passato tempo dall’intervento di Accorinti, si rivolge proprio a quest’ultimo: “Rivolgo un saluto meno passionale di Accorinti, perché l’esperienza politica di questi ultimi anni mi ha portato ad affrontare i processi con concretezza. Per cui al primo posto occorre affrontare una serie di difficoltà per raggiungere l’obiettivo concreto”. Il sindaco a questo punto interviene, concedendo un siparietto ironico: “Sentendo ‘processi’, dice Accorinti – mi ero preoccupato…!” E l’assessore: “Io no, assolutamente…!”

Bartolotta ha quindi proseguito: “Oggi per noi è un punto di partenza, non d’arrivo. RFI deve avere maggiore attenzione per la nostra Sicilia”. Parla anch’egli del C.I.S. siglato con il Ministero delle Infrastrutture e della Coesione territoriale, che partirà nei prossimi dieci anni. E lancia una proposta interessante: “Iniziare a pensare da un punto di vista normativo che l’area dello Stretto deve avere delle tratte da considerare alla stessa stregua delle tratte sociali, ossia, servizi che vengono erogati in maniera indispensabile per le fasce più deboli, come i pendolari, o il trasporto merci”. E  spiega come fare: “Basta applicare il principio delle zone franco-urbane nei trasporti marittimi”.

La cerimonia si è conclusa con la consegna della bandiera, da parte di Renato Accorinti, a nome della città, al comandante della nave Rinaldi. Il sindaco, sempre a nome della città, ha consegnato a Lo Bosco ed Elia una targa ricordo. Ed in virtù di quanto chiesto prima ai vertici di RFI, Accorinti ha raccomandato loro: “Deve essere una testimonianza d’impegno, come fosse una cambiale…”

La “Messina”, oggi, tirata a festa come fosse una prima donna, con il fischio di saluto al taglio del nastro ed il suono della campana di prora che indicava l’issata dell’ancora, ha iniziato il suo andirivieni carico di speranze tra le sponde dello Stretto.

Intanto a quelle venti famiglie di ex lavoratori Ferrotel, al momento non resta altro che inventarsi un altro sit-in, pensando come attirare, per l’ennesima volta, l’attenzione verso una situazione divenuta ormai insostenibile.

 

Corrado Speziale  (articolo e foto)

 

 

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