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MICHELA MURGIA – Il Campiello 2010 con “accabadora”

Michela Murgia, a venezia, è stata proclamata vincitrice della 48/a edizione del Premio Campiello con il libro: “Accabadora”.

Istituito nel 1962, il premio ha visto fra i tanti autori premiati Primo Levi nel 1963 con “La Tregua” e nel 1982 con “Se non ora quando?” e Dacia Maraini nel 1990 con “La lunga vita di Marianna Ucria”.

Tzia Bonaria, Accabadora di Soreri, colei che dà la morte dolce ai malati terminali, è la stessa donna che sceglie a chi fare da madre.

La Sardegna degli anni ’50 è il luogo in cui è ambientata la storia della figlia minore di una vedova, adottata da una sarta che non aveva né marito né figli.

La piccola Maria, ladra di baci e carezze, dall’età di sei anni si ritrova ad avere due madri, di cui solo una, quella acquisita, provvede sd insegnarle a capire e ad amare la vita.

Attraverso il racconto dell’infanzia e dell’adolescenza di questa silenziosa e vivace bambina, si vengono a conoscere le abitudini di una comunità in via d’estinzione che conduce un’esistenza al ritmo delle stagioni.

Il tema dell’eutanasia è solo il filo conduttore, soggetto non protagonista di una storia la cui centralità è invece la maternità.

La difficile arte di essere educatori prende forma nello scorrere della storia. Tzia Bonaria, la madre adottiva è una maestra di vita. Plasma l’anima sola e solitaria della bambina. Le insegna a distinguere ciò che è bene da ciò che non lo è e lo fa con garbo e fermezza, senza lasciarle margine di dubbio – ” Ti ho picchiato perché mi hai detto una bugia. Le mandorle si ricomprano, ma alla bugia non c’è rimedio.” –

Solo da grande Maria verrà a conoscenza, in modo traumatico, del delicato compito che svolge l’anziana notte tempo. La scioccante notizia la induce ad abbandonare per qualche anno l’anziana donna ed a ritrovarla solo nel  momento della malattia per accudirla.  Maria si dedica a lei con tanto affetto, fino alla notte in cui decide di farla addormentare dolcemente.

In “Accabadora”, vita e morte s’intrecciano così come dolore e piacere, amore e disperazione.  Maria e l’Accabadora sono due anime della stessa medaglia: la fatica di vivere!

“Accabadora” di Michela Murgia – 164 pagine, rilegato – Editore Einaudi (Collana Supercoralli) – 2009

segnalato da Linda Liotta Sindoni

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