MICHELE SANTORO – Pace Terra Dignità. “Partenza da Messina è messaggio di unità per l’intero Paese”. L’intervista
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MICHELE SANTORO – Pace Terra Dignità. “Partenza da Messina è messaggio di unità per l’intero Paese”. L’intervista

– di Corrado Speziale –

Nel corso dell’evento di presentazione della campagna “Io Firmo!”, domenica scorsa a Messina, abbiamo avvicinato per un’intervista il promotore della lista Pace Terra Dignità, Michele Santoro, che assieme a Raniero La Valle e Benedetta Sabene sarà candidato in testa alla lista in ogni circoscrizione.

Con l’occasione, si è parlato di ponte sullo Stretto e della posizione politica del giornalista ed ex conduttore televisivo.

Sul ponte: “Dare conto sul contesto umano e ambientale in cui si realizzerebbe l’opera. Interessa di più quanto tempo ci vuole per una TAC…” In rapporto al momento: “Vorrei vedere, se scoppia una guerra, il ponte dove va a finire?”.

La politica: “Se la sinistra è quella che manda le armi in Ucraina, io non sono di sinistra…!”

Il “voto utile” alle europee: “Siamo con un piede nella terza guerra mondiale e facciamo finta di niente…”

Raccolta firme per la lista Pace Terra Dignità. Perché la partenza della campagna proprio da Messina?

È stata una suggestione di Raniero La Valle, che al Teatro “Ghione” ha lanciato l’idea di partire da Messina, un po’ perché le sue battaglie, i suoi ricordi, erano legati a questa città, poi è evidente che Messina ha una funzione particolare, guarda l’Italia intera e quindi è un messaggio di unità per l’intero Paese. È come partire contemporaneamente in tutta Italia. Escludere la Sicilia avrebbe avuto un significato completamente differente. Poi non era facile, ci piacciono le sfide difficili…

In questo momento in città si respira aria di “scontro” riguardo al ponte sullo Stretto. Le posizioni sono chiare. Da una parte e dall’altra ci sono visioni differenti e si raccontano realtà contrastanti. Come la pensa il Santoro che conosciamo, che tra l’altro ha esperienze di piazza…

Mi sono occupato di questo problema ripetutamente, nel segnalare tutte le ruberie che si sono avvicendate su questa vicenda. Tuttavia, la riflessione che io farei è che è passato tanto tempo a parlare della TAV, dopodiché, adesso nessuno ne parla più. Non si capisce che fine abbia fatto. Si è persa anche nei ricordi della polemica politica. C’erano manifestazioni…Adesso, lo stato dell’arte qual è? In Italia, queste mega opere, oltre alla questione che si dovrebbero valutare attentamente, sia come impatto ecologico che economico sulla realtà nella quale si vanno ad inserire, strutturalmente servono a non parlare dei problemi della popolazione. Ci sono tanti problemi che vengono trascurati. Allora, si sia a favore o contrari al ponte, magari interessa di più quanto tempo ci vuole per una TAC nella tua provincia o qual è la condizione del sistema scolastico, oppure pensare come vanno i trasporti in Sicilia. Quindi mi piacerebbe che in qualunque delle due prospettive, comunque ci fosse un avanzamento complessivo sulla realtà. Sennò, siamo sempre alla vecchia politica che ha fatto fallimento con le cattedrali nel deserto. Non puoi fare un’opera e la stessa genera chissacché, spontaneamente. Quindi oggi mi piacerebbe partecipare a un dibattito serio su questa vicenda. Questo è molto importante.

Dunque, cosa si sente di dire?

Quello che mi sento di dire è che non mi piace che se ne parli senza dare conto del contesto nel quale si va a collocare l’opera. Non solo il contesto ambientale, anche quello umano. E poi, quanto deve durare la sua realizzazione? Anche questo è un impegno che non si prende mai. È stato meraviglioso il ponte di Renzo Piano, a Genova, perché aveva un obiettivo circoscritto, una definizione circoscritta…

Ma era un’altra cosa…

Era un’altra cosa, appunto. Però hanno lavorato nei tempi giusti, hanno rispettato le scadenze e la città ha avuto quest’opera. Immaginiamo un’opera che dura 60 – 70 anni, un’incompiuta, è un’angoscia. Chi è favorevole, tendenzialmente, dovrebbe porre questo problema. Per fare un dibattito serio, tutti gli impegni devono essere messi sul tavolo, seriamente. Le valutazioni di impatto ambientale ed economico devono essere fatte seriamente. A quel punto la comunità vuol decidere. Se invece diventa propaganda…resta una cosa così. Il problema fondamentale che ha il nostro Paese è il debito. Bisogna stare attenti a farne di ulteriore. È facile farlo con la bocca, il debito…

Il ministro Salvini ne ha fatto un cavallo di battaglia…

Evidentemente, qui c’è un’opinione pubblica anche favorevole, non ci sono solo quelli contrari…

Ha cavalcato, evidentemente, alcuni aspetti in certi ambienti…

Ormai non ha più un partito così grande, quindi se trova un ambiente favorevole più vasto, come tutti i politici italiani, non si pone il problema se il ponte fa bene o male, tant’è vero che ha cambiato idea. Fa bene o fa male solo se gli fa prendere più voti. Noi se siamo persone serie non possiamo ragionare così. Dobbiamo partire da dati di fatto, da studi seri e anche da impegni seri. Anche gli impegni sono importanti.

Parliamo di elezioni europee. C’è un po’ di isolamento, quasi un accerchiamento verso Michele Santoro, avvertito al momento dell’entrata in campo. In che rapporti è con la sinistra?

Se io fossi l’unico problema della sinistra saremmo tranquilli…Mi farei da parte e loro avrebbero risolto qualunque tipo di problema. Mi pare, invece, abbiano dei problemi un po’ più grandi. Non credo sia io a definire né l’identità della sinistra, né le sue sorti. Mi sembra che loro vogliano portarci a fare una campagna elettorale nella quale dobbiamo discutere se è una vittoria prendere mezzo punto in più o in meno. Questo, francamente a me non interessa. Senza parlare della guerra, nella quale ci potremmo trovare coinvolti fra non molto. E senza parlare degli impegni che ha preso il Parlamento europeo per portare avanti una guerra con la Russia per i prossimi…dieci anni? Allora, se la sinistra è quella che manda le armi in Ucraina, io non sono di sinistra. Se loro sono i pacifisti, io non sono pacifista. Io sono contro la guerra, non sono genericamente per la pace. Mandare le armi e poi impegnarsi a dare i missili, a distruggere…questo no.

In vista delle elezioni, da qui a poco, si parlerà di volto utile, ovviamente…

Utile a chi? A chi lo prende. Se uno non lo vuol dare…Non mi dispiace che li prendano. Se uno è convinto di votarli è giusto che li voti. Se io non sono convinto perché li devo votare? Questa è la democrazia. Vota chi è convinto per un’idea, per un programma. Io dovrei votare per mandare le armi in Ucraina? Io non voto per mandare le armi in Ucraina. C’è poco da fare. Capisco che c’è una sottovalutazione di questo problema, vogliono far pensare che non succede nulla, ma siamo con un piede nella terza guerra mondiale e facciamo finta di niente. Appunto, parliamo del ponte, ma se scoppia una guerra il ponte dove va a finire? Che cosa succederebbe? Occupiamoci un attimo del problema: adesso c’è una “Europa” che limita la possibilità all’Europa di svolgere il suo ruolo internazionale a livello geopolitico. È quello che ci interessa di più. Almeno, quello che interessa a me. Io sono per la libertà, sono gli altri che vogliono limitare la mia libertà. Chi vuole votare per Schlein e per i 5 Stelle è benvenuto. Pensano che quella nel Mar Rosso sia un’operazione difensiva. Che scortare le navi israeliane che portano prodotti israeliani sia un’operazione difensiva. Non mi pare. Però, se uno è convinto che lo sia, è giusto che dia il suo sostegno alla forza politica in cui crede. Poi, in Italia il vero problema è se riesci a fare un corto circuito per cui, finalmente, se la parte delle persone sfiduciate, che non votano, andassero a votare. Se tu riuscissi ad invertire questa tendenza, per lo meno, in piccola parte…Citerei Rossellini, all’inizio di “Germania anno zero”, film che si conclude con un suicidio di un bambino: “Servisse solo a dare fiducia anche a un solo bambino, penserei che questa sia un’opera riuscita”. Quindi, se anche portassimo a votare poche persone che avevano perso la fiducia e l’hanno ritrovata, avremmo già compiuto la nostra operazione. Io l’ho fatto il deputato. Se ci tenevo tanto, rimanevo lì…

26 Marzo 2024

Autore:

redazione


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