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MILANO – Pizzino Vs Unicredit, stoccate di sciabola al mondo della finanza. Unicredit scrive, Pizzino risponde.

Solidarietà di sindaci e mondo sportivo, stoccate di sciabola e fioretto al mondo della finanza, altre due facce della vertenza Castello.
Mentre Pippo Pizzino, che si avvia ad entrare al quinto giorno di digiuno, incontra a Milano i sindaci del comprensorio, giunti per esprimergli tutta la loro solidarietà, si attende martedì – cioè domani – l’esito dell’incontro a Palermo per il disco verde sul finanziamento dell’Irfis, a seguito della presa di posizione del presidente della regione, Raffaele Lombardo, in favore dell’azienda Castello. Ma la storia mostra altri aspetti.
Ad esempio la nascita di finestre di sensibilizzazione su Facebook.
Sono ben quattro i siti che raccolgono adesioni, sostegno e solidarietà in favore della battaglia in difesa dell’occupazione, della sopravvivenza di questo importante polo del tessile nebroideo, ma va anche guardato con attenzione il sostegno dato dalla squadra di volley del Brolo che domenica, al palazzetto, nella prima casalinga di campionato, ha esposto cartelli e distribuito volantini a favore del Gruppo Castello. Un’iniziativa di solidarietà, anche umana, certamente avvolgente e spontanea che serve, al pari di altre, a non far scendere il livello di attenzione su un problema che riguarda il lavoro di oltre trecento famiglie.
Un’attenzione che, anche questo dato rilevante,  viene alimenta molto da internet e dal suo mondo.
L’informazione on line, certamente più libera e meno controllata rispetto alle grande catene editoriali, ha dato ampio spazio a differenza delle grandi testate nazionali, ancora poco attente, se non in rari casi, alla vicenda.
Nella radiografia delle varie iniziative che roteano intorno a questa vertenza si inserisce anche la nota, sarcastica, spietata, disperata, che lo stesso Pippo Pizzino ha inviato all’Unicredit, il 27 settembre, ultimo atto di un lungo carteggio, qui riportata integralmente:
“Egregi Signori,
Nel complimentarmi per la celerità – tempi europei – che Vi ha contraddistinto nel formulare un giudizio così lapidario nell’arco temporale di soli due giorni, mi permetto di farVi notare che se oggi fossero respinte tutte le richieste di assistenza creditizia a quelle imprese che registrano risultati economici e patrimoniali negativi, si farebbe solo la raccolta e nessun impiego.
Abbiamo sempre avuto il coraggio di non mascherare mai, con artifizi contabile, tanto gli utili, quanto le perdite; quindi, chiediamo la stessa trasparenza dal nostro Sistema Bancario, prima di emettere comunicati stampa capziosi, tendenti al discredito del Gruppo da me rappresentato.
Abbiamo sottoposto alla Vostra attenzione una richiesta di finanziamento supportata da un dettagliato Piano di Rilancio, che mira al recupero della marginalità perduta.
Vi  abbiamo chiesto di esprimerVi sulla sostenibilità di un Progetto che, non a caso, titolava “Piano di rilancio”, così evitando di usare la parola “ Risanamento” per motivi a Voi noti.
Ma, dal momento che la trasparenza e la serietà imprenditoriale non pagano, lo chiameremo “Piano di Risanamento”, sperando nella stessa vostra benevolenza mostrata a suo tempo nei confronti del Gruppo Zunino.
Il nostro “Piano di Risanamento” mira proprio al ripristino dei parametri patrimoniali, finanziari e, ci auguriamo presto, anche economici; (bisognava solo leggerlo, è scritto).
Nella fretta di risolvere e dar risposta a questa “fastidiosa” pratica prima del week end, avete sottovalutato la determinazione del Gruppo Pizzino nel pretendere una valutazione obiettiva del “Piano di Risanamento” dal quale dipende la sorte di tanta gente.
Non sono certo impressionato dalle ultime quattro righe e mezzo di paroloni di rito – frasi copiate da Sole24ore -, con “inquietanti” frasi conclusive.
Mi spiego meglio: i “…nuovi e diversi elementi patrimoniali e finanziari…” che Vi dichiarate disponibili ad esaminare, sono proprio quelli che Vi sono stati sottoposti e come sempre da Voi non attenzionati.
In ultimo, circa l’inquietante chiosa “…ci parrebbe opportuno venisse portato a conoscenza dell’intero ceto bancario…”,  qui avete proprio superato ogni limite, non in linea con lo stile di un Gruppo come il Vostro, primo in Europa.
Sono, qui, in Piazza Cordusio a Milano, sotto la sede centrale dell’Unicredit; faccio lo sciopero della fame, ad oltranza, per far sapere a tutto il mondo lo sdegno che caratterizza i rapporti Imprenditori/Banca, e Vi sfido a contestare il mio “Piano di Risanamento” nel merito, cosa che ancora non è stata fatta.
E chiedo a Voi, “…l’intero ceto bancario…” non legge forse i giornali e/o guarda la televisione?
Sia chiaro che la dimostrazione di affetto e di solidarietà ricevuta, in primis, da parte di tutti i miei Dipendenti, delle OO.SS., tutte, dei miei Concittadini, dei Sindaci del nostro comprensorio, del Clero ed infine, ma non ultimo, il deciso ed autorevole intervento del nostro Presidente della Regione Sicilia, On. Dr. Raffaele Lombardo (che ringrazio dal profondo del cuore), mi impongono di continuare in questa battaglia che porto avanti in nome di tutte le Imprese Italiane e di quelle Siciliane, in particolare maggiormente colpite e da Voi vessate.   
Concludendo, Vi rinnovo l’invito ad esaminare il nostro Progetto di Rilancio e Sviluppo senza alcuna preclusione e con spirito costruttivo e propositivo, così come si conviene nei migliori rapporti banca/impresa. Resto in fiduciosa attesa sotto la Vostra Banca. “

Per dovere di cronaca pubblichiamo anche la nota dell’Unicredit a cui fa riferimento l’imprenditore brolese.


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