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MISS ITALIA – Giulia Arena: «Miss Italia è un tavolo di lavoro»

«Miss Italia non ha soltanto un lato istituzionale, quello relativo all’essere incoronata, portando quella corona per un anno in giro per l’Italia. E’, invece, un buon ‘tavolo di lavoro»: è il parere di Giulia Arena che ci ha confidato nel fne settimana, durnate una chiacchiaarate informmale. «Attorno a Miss Italia – aggiunge – ruotano tanti ambienti diversi con le cui dinamiche tu entri in contatto e che ti permetteranno alla fine di operare delle scelte avendo alle spalle un anno di esperienze. Miss Italia non mi sta dando solo l’intervista ad un settimanale o la presenza televisiva, ma anche un contatto strettissimo con ambienti dello spettacolo, del giornalismo, della politica, del sociale, normalmente fuori della portata di una ragazza di 19 anni. E’ in effetti un’opportunità molto importante per chi ha la fortuna di coglierla. E in età così giovane».
Da giornalista navigato, gli chiedo quale sia il suo orientamento politico: «Che cosa significa per te essere ‘di sinistra’?». «Essere molto propensa al cambiamento – è la risposta – . E’ normale per i giovani voler cambiare  un ceto politico che,  già dal punto di vista dell’età, è troppo lontano da noi … Spero proprio che l’Italia riesca a vivere un cambiamento sostanziale. Credo che non ci sia altra scelta, è un percorso obbligato, ma non può essere fatto dall’oggi al domani. Necessita di un tempo di formazione politica .. così che ci possa essere un passaggio di testimone che sia fondato sulla roccia e non sulla sabbia …».
Parlando di Papa Francesco, Giulia spiega: «la prima reazione è di sorpresa. Francamente non credevo che riuscisse a imporsi come gli è riuscito di fare in questi primi otto mesi. Con determinazione, naturalezza, semplicità. E’ riuscito a smantellare tutta una serie di luoghi comuni e situazioni imperanti dentro e fuori la Chiesa».
Sulla sua Sicilia, infine, Miss Italia, dice: «Sono sicula nel modo di vivere certe situazioni problematiche. Penso che i siciliani abbiano un modo più diretto di confrontarsi con gli imprevisti e i drammi che la vita talvolta ci offre. Poi credo che i siciliani vogliano sempre far famiglia, amano essere comunità. Me ne rendo conto soprattutto adesso che sono a Milano a studiare».

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