La moda etica in mostra a Milano, con un pizzico di Sicilia.
Ora che si sono spente le luci sul grande palcoscenico della settimana della moda, Milano si apre ad iniziative che mostrano un volto diverso del fashion, un volto indipendente, alternativo e soprattutto responsabile.
Dal 27 settembre al 2 di ottobre, l’evento ha chiamato a raccolta stilisti provenienti da tutta Italia, uniti dal comune progetto di portare avanti valori come l’artigianalità, l’attenzione ai processi produttivi meno inquinanti e a condizioni lavorative eque.
Sabato mattina, girando fra gli stand degli espositori, si incontra tanta gente giovane, sorridente, con voglia di raccontare il proprio lavoro e la storia che li ha portati lì. Tante le idee innovative e gli spunti interessanti.
MIEKO (www.mieko.it) utilizza ad esempio i vecchi fumetti, le pagine gialle o le mappe della città per creare in modo artigianale accessori originali e divertenti.
Mi lascio attrarre dalle tinte delicate ed armoniche di sciarpe e plaid di Campeche (www.mycampeche.it), un’azienda di Como che realizza i propri capi con filato tinto di colori naturali di origine vegetale, certificati GOTS (Global Organic Textile Standard).
Oltre che ecologici, i loro capi sono ideati e prodotti totalmente in Italia, nel raggio di pochi chilometri, e mantengono davvero tutta l’eleganza del “Made in Italy”.
La mia idea iniziale è confermata: si parla tanto, al giorno d’oggi, di consumo critico e di scelte sostenibili, si cerca di portare nel campo della moda, come in tanti altri ambiti, degli spunti di riflessione e dei segnali di cambiamento.
Non tutti sono pronti ad accogliere questo messaggio e a mettere da parte la diffidenza nei confronti del “vestire alternativo”.
Dal patinato mondo del fashion, però, qualche segnale inizia ad arrivare e, seppur si rimarrà ancora per lungo tempo lontani da un processo produttivo davvero sostenibile, eventi come “so critical so fashion” hanno davvero molto da insegnare.
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