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MONDIALE VOLLEY FEMMINILE – Lucia Bosetti e l’avventura mondiale

Intervista Con la 22enne laterale natia di Tradate (Varese) Lucia Bosetti: “Mi reputo fortunata e orgogliosa di poter giocare con la nazionale italiana”.

– di Saverio Albanese
Hamamatsu– A casa Bosetti il volley è come il pane, indispensabile! Papà Giuseppe tecnico di lungo corso, ex–ct azzurro della seniores e pluri–medagliato con le nazionali giovanili. Mamma Franca, di partite in nazionale ne ha giocate ne ha giocate ben 93! Caterina la sorellina minore ha già esordito in A1 ed i primi di settembre ha vinto l’Europeo Juniores. Parliamo di Lucia Bosetti, eclettica attaccante azzurra, solo 21 anni sulle spalle e già protagonista vincente ai massimi livelli: ottanta partite disputate con la casacca della nazionale, dove ha conquistato il terzo posto World Grand Prix (2008 e 2010) ed il primo posto alle Universiadi, Europei e Grand Champions Cup, tute nel  2009. Se la pallavolo, con l’introduzione del libero si gioca in sette, la nazionale di Barbolini si può quasi affermare che la giochi in otto, perché durante una gara che parta titolare o dalla panchina, che entri come martello o come opposto, o magari soltanto per rafforzare la difesa, spazio per Lucia c’è sempre. O quasi.

Il suo primo Mondiale l’ha iniziato da protagonista, giocando in coppia con Antonella Del Core da schiacciatrice: “Siamo solo all’inizio di questa avventura – ci ha confessato Lucia, che nel giro di un anno ha fatto grandi progressi anche sul piano della comunicazione, lasciando da parte la giovanile timidezza – dove siamo state brave a superare tre ostacoli, solo uno veramente difficile: l’Olanda. Anche se a me sembra che contro di noi tutte le avversarie cerchino di fare di più.” Poi ha proseguito la schiacciatrice azzurra: “Con il passar delle gare affronteremo formazioni sempre più forti e se vogliamo andare avanti nel torneo, dobbiamo dare sempre il massimo e rimanere concentrate.

La “Bose” come la chiamano il ct e le sue compagne, parlando di sé ha detto: “Scendere in campo in un Mondiale è una cosa bella, se lo fai come me a 21 anni ti senti emozionatissima, fortunata ed anche orgogliosa. Giocare in nazionale porta notorietà, ti fa finire sotto i riflettori e ti regala popolarità. Un bella situazione che ti si rovescia contro quando giochi male”.

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