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MOSTRE A BROLO – Totò Amico, il pittore amato da Leonardo Sciascia

 



Totò Amico, pittore siciliano, nato a San Cataldo vive e lavora a Caltanissetta. La sua opera è stata più volte presentata, recensita e lodata da personaggi di spicco della cultura italiana quali Leonardo Sciascia (Galleria “Cavallotto” Caltanissetta, Galleria “Le Muse” Bologna, Galleria “Il Paladino” Palermo), Franco Grasso, Sebastiano Addamo (Mondadori). Questo periodo, verso la fine degli anni Sessanta, vide anche l’invito ad esporre presso la Galleria Nuova Pesa di Roma diretta dal senatore Antonello Trombadori. Dopo diverse mostre, collettive e personali, in varie parti d’Italia, l’artista ha deciso di lavorare “in privato”, fuori (per motivi di famiglia) dai giri delle mostre, dedicandosi alla vendita diretta. Tantissimi suoi inchiostri, schizzi e tele in acrilico abbondano sulle pareti di villette ed appartamenti della borghesia nissena. I suoi quadri se li sono contesi il più moderno hotel della città, la storica sala del vecchio ristorante Cortese e alcune banche.

Nel mese di Gennaio 2013, dopo le ultime collettive che hanno visto le sue opere nelle capitali europee, l’artista è stato invitato ad espoore presso la Biennale di Palermo

Mostre a cui l’artista ha partecipato:

Galleria Cavallotto – Caltanissetta

Palazzo del Carmine – Caltanissetta

Biblioteca Comunale B. Giuliana – San Cataldo

Galleria Il Paladino – Palermo

Biblioteca Comunale Luciano Scarabelli – Caltanissetta

Galleria Arte al Borgo – Palermo

Palazzo Moncada – Caltanissetta

Galleria Le Muse – Bologna

Louise Amart Gallery – Bruxelles – Marzo 2011

Royal Opera Arcade Gallery – Londra – Maggio 2011

Premio Milano – Dicembre 2011

Crisolart Galleries – Barcellona – Marzo 2012

Biennale di Palermo – Palermo – Gennaio 2013

 

Hanno detto di lui.

“…a me pare che di fronte ad una roccia, ad un albero, ad un gruppo di ragazze la sua sensualità, la sua fantasìa trovino un più libero e felice approdo.”

Leonardo Sciascia

“Questi paesaggi scaturiti dall’osservazione diretta della natura sono proiettati in un mondo favoloso; e non si riesce sempre a identificare l’espediente tecnico mediante il quale Totò Amico perviene a questo risultato, appunto perchè la mano obbedisce spontanea ad un modo autentico di vedere e di sentire: talora è l’angolo visuale o il taglio prescelto che libera il quadro in una atmosfera incantata, che raccoglie un gruppo di alberi sopra un poggio aereo o li allinea in filari ritmati o apre orizzonti improvvisi oltre la movimentata diagonale di colline; o è la tavolozza che trova accordi meno consueti al nostro occhio stendendo tonalità violacee dal cielo alla terra o incupendo gli azzurri con riflessi verdastri: oppure è la grafìa che scioglie i nodi delle ombre in sottili vibrazioni lineari.”

Franco Grasso

“… e accanto a tutto questo, in una dialetticità che si scopre necessaria, c’è la tematica del silenzio. Noi viviamo nel silenzio del fracasso, aveva osservato Sklovskij.
Il tema di Totò Amico è invece il silenzio e la sua significatività, quegli spazi raccolti e chiusi che sono la deliberata alternativa della città, i colori rapidi che gremiscono la superficie, il macerarsi lento ed inesorabile delle cose, il corso lungo della vita, l’albero che allunga il suo ruvido e affaticato tronco per esplodere improvvisamente nella violenta trasparenza di un verde, nella viva ebbrezza delle sue foglie…”

Sebastiano Addamo

 
“E così è negli alberi che Amico disegna e colora, nella campagna, nelle rocce: la natura sembra si sia appena rischiusa (involgendolo in una vita di radici e di foglie, nodi, schegge, rughe, immemorabili secrezioni e levigazioni) sull’uomo. Per cui poi sembra del tutto ovvio che sui suoi fogli si realizzi come un processo inverso, per cui dalle rughe e dai nodi dell’antico ulivo, del mandorlo, riaffiori il volto umano, confitto nella pena della vecchiaia e nell’antica pena del vivere…”

Leonardo Sciascia

“E le figure umane dei disegni in bianco e nero, le testine di ragazze, le vecchie col loro triangolo di volto che emerge da un cupo sfondo di scialle e d’agonia, sono anch’esse cifre e metafore di questo silenzio che pur impone una sua presenza attiva e indocile, momento di un discorso dove la rabbia ha ceduto il suo posto a un lontano – e rifiutato – ricordo di dolore e di idillio.”

Sebastiano Addamo

 

Potete anche visitare il sito www.amicoarte.com

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