Sabato 24 maggio ha preso il via al Teatro Allo Scalo una potente e suggestiva esposizione di arti visive dal titolo “Guerra e Pace: gli artisti testimoni contro gli orrori della guerra”, che sarà visitabile fino al prossimo 7 giugno. L’iniziativa, che ha visto la partecipazione di venti artisti provenienti dai Nebrodi, da Messina e Milazzo, si presenta come un accorato appello collettivo per la pace e la condanna delle atrocità belliche in atto nel mondo.
Il tema centrale della mostra spiega Nicola Chiaromonte – la guerra come negazione della vita, la pace come suo compimento – è trattato attraverso opere che vanno ben oltre l’estetica: sono veri e propri manifesti di impegno civile, testimonianza umana e urgenza morale. Gli artisti coinvolti hanno saputo tradurre con forza e sensibilità la realtà del presente in linguaggi visivi che toccano nel profondo.
A guidare il senso dell’iniziativa, anche le parole senza tempo di Pablo Picasso, riportate nella presentazione della mostra:
“L’arte non è fatta per decorare appartamenti. L’arte è uno strumento di guerra offensivo e difensivo contro un nemico sempre in agguato.”
Questa visione dell’artista come figura politica e sociale, capace di osservare e reagire al dolore del mondo, è il filo conduttore dell’intera esposizione. Le opere in mostra riflettono gli orrori contemporanei – dalla guerra in Ucraina agli eccidi nella Striscia di Gaza – e lanciano un messaggio universale: la pace è possibile solo se fondata sulla consapevolezza, sulla memoria e sull’impegno collettivo.
I visitatori sono invitati a vivere l’esposizione non solo come un’esperienza estetica, ma come un atto di partecipazione attiva, un’occasione per riflettere e prendere posizione. Ogni quadro, ogni installazione, ogni tratto di colore diventa uno strumento per sensibilizzare e mobilitare le coscienze.
L’arte, ancora una volta, si fa portavoce di chi non ha voce. E in questo caso, lo fa con la forza emotiva di chi sa trasformare il dolore in speranza, e la memoria in visione.
Un sentito ringraziamento, dice Chiaromonte, va a tutti gli artisti che hanno scelto di dare forma e volto a questo messaggio universale: un inno alla vita, alla gioia, alla pace.
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