Dopo il duo Cafiso – Rubino di quindici giorni fa, il “ritrovato” Messina Jazz Meeting, organizzato dal Brass Group sotto la direzione artistica di Renato Lombardo, ha concluso il suo secondo appuntamento con un super ospite: Stanley Jordan, vera e propria star della chitarra, che con i suoi proverbiali virtuosismi, domenica sera, ha incantato la platea del Giardino Corallo.
“Friends solo tour” è il titolo del programma che ha visto l’eclettico e geniale musicista americano esibirsi in questi giorni di fronte a platee d’eccellenza, tra cui quella del Blue Note di Milano.
Da lì in avanti, gli alti e bassi che caratterizzano il complesso universo del jazz e della musica in genere, non hanno risparmiato neppure lui, anche se nel corso degli anni alcune sue scelte importanti gli hanno man mano lasciato segni di crescita artistica.
Sempre bravo Stanley Jordan, anzi bravissimo, anche nell’esibizione di domenica sera a Messina. E lo stesso aggettivo è attribuibile agli organizzatori, cui spetta un riconoscimento particolare per aver creduto, anche stavolta, nella risposta della città, offrendo agli appassionati messinesi la possibilità di assistere ad un concerto di tale valore.
Il Jazz è sicuramente il genere che Stanley Jordan predilige per vocazione, ma egli non ha limiti definiti, standardizzati o uniformati. Con le sue dieci dita riesce a fare cose che mai nessuno ha fatto: percuote le corde sul manico della chitarra, facendola sembrare un’ensamble con tanto di sezioni ritmiche, variando le posizioni con estrema disinvoltura, spesso dentro un raggio di pochi centimetri, ad una velocità a tratti vertiginosa.
Per riscaldare la platea il brano d’inizio non poteva che essere un omaggio ad un suo grandissimo predecessore: Jimi Hendrix. E “Little wing” è sicuramente un brano adatto a tale scopo.
Con “Mozart’s Piano Concerto n.21, andante”, rievocazione del capolavoro mozartiano, tratto da “State of Nature” (Mack Avenue Records, 2008), Jordan si siede al pianoforte e agli occhi di chi non lo conosceva bene, o non lo seguiva da tempo, appare l’inimmaginabile: posiziona una mano sulla tastiera del piano e l’altra su quella della chitarra ed entrambe, contemporaneamente, diventano terminali di un’interpretazione a dir poco straordinaria in genio e virtuosismo.
Stessa cosa quando propone “Romantic Intermezzo From Bartok’s Concerto for Orchestra”, interpretazione della suggestiva sonata dell’autore ungherese, tratta proprio da “Friends”, nella quale si avverte in Jordan l’effetto di una disciplina alla quale si dedica da anni con passione e impegno, anche professionale ed accademico: la musico – terapia.
Con “Autumn Leaves”, super classico del 1945 che il mondo del Jazz ha fatto ormai definitivamente proprio, il chitarrista regala tecnica e virtuosismi con accelerazioni e variazioni che solo un grande talento sa proporre.
Con “Insensatez”, bellissimo standard di Antonio Carlos Jobim, il chitarrista di Chicago riprende la propria postazione al pianoforte con i due strumenti, deliziando i presenti prima del penultimo brano: “Eleanor Rigby” (All the lonely people…), intenso, melodico pezzo classico dei Beatles che Jordan rivisita con il suo tipico eclettismo, arricchendolo di un’incredibile varietà di temi.
Al ritorno sul palco sarà “Over the rainbow” il pezzo con il quale Stanley Jordan si congederà dai suoi fan messinesi, prima di concedere loro foto, battute e autografi all’uscita dalla sala.
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