One Direction: preludio di un nostalgico addio?
Da quando sono esplosi nel panorama musicale, i cinque ragazzini (ooops, quattro!), Made in Inghilterra, figli dell’ennesimo Talent usa&getta, si sono rimboccati le maniche, seguiti da un Team molto forte, in grado di cucire loro un pop graffiante, che si affacciava al nuovo millennio. Così, da subito, il quintetto britannico si è rimboccato le maniche, dando alle stampe, anno dopo anno un disco, sotto la pressione dei Media, pronti a valutare quando il fenomeno 1D si sarebbe arrestato.
Frattanto, i ragazzi sono cresciuti, maturate le voci, e offerto nel bene e nel male, delle ottime esecuzioni Live in tutte le parti del mondo, e il precedessore Four, senza dimenticare i fasti brit – pop dei lavori antecedenti, ha apportato un impronta musicale comunque notevole, tra ballad intese, rock fruibile, e qualche apprezzabilissima nota di folk nei pezzi. Ora, dopo che il musone Zayn ha lasciato il gruppo, i 1D sono tornati freschi di stampa con un disco fiammante, su sfondo arancione che fa quasi Natale, e anche in questo nuovo prodotto, ben confezionato e firmato da autori sconosciuti, (i componenti hanno scritto poco), i bravi ragazzi intonano alla perfezione, delle tracce dal sapore mainstream, una sorta di nostalgica presenza, che ne pervade ogni nota.
Nessun accostamento con la produzione recente, ma una evidente rottura, che solca nuove strade di produzione, solcando caratteristiche che i 1D man mano hanno acquisito: c’è una mescolanza a base di pop, spruzzate romantiche associate a melodie retrò, una dose massiccia acustica, e quel pizzico talvolta quasi jazz, che amalgama l’intero disco in un apprezzabile prodotto di valida fattura.
Se i quattro superstiti, scioglieranno a breve la formazione, sarebbe comunque un peccato, visti i risultati finora raggiunti di album in album, ecco perché, il sapore quasi di addio, verte come un simbolo nell’intero lavoro dato alle stampe.
salvatore piconese,
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