L’evento, patrocinato dalla Regione Sicilia e inserito a nel cartellone di eventi per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, si svolgerà al Cineauditorium comunale di Naso, dalle ore 10, alla presenza degli studenti delle sezioni locali dell’Istituto comprensivo Carlo Incudine e dell’Istituto per i servizi commerciali e turistici Gepy Faranda.
Dopo i saluti del sindaco di Naso, Daniele Letizia, e dell’assessore regionale alla Pubblica Istruzione Mario Centorrino, il professore ordinario di Storia contemporanea dell’Università di Messina e direttore dell’Istituto Salvemini, Santi Fedele, aprirà la giornata, con interventi dedicati a ricostruire le vite, le storie e le lotta di tre fratelli, i Di Lena, protagonisti dei principali partiti dell’epoca: il repubblicano, il socialista e il comunista. “E’ un atto dovuto per tre persone che hanno segnato l’illustre tradizione della storia del movimento democratico nazionale, non soltanto di Naso” sottolinea Fedele. “Carmelo, il sindaco illuminato, l’incarnazione della tradizione democratica di un piccolo Comune dal forte orgoglio identitario. Cono, il mazziniano integerrimo, combattente pluridecorato sul Carso e amministratore inflessibile de La Voce Repubblicana. Ignazio, antifascista militante e funzionario instancabile del Pci siciliano e romano”.
Alla vicenda umana e politica di Ignazio Di Lena è dedicato l’intervento di Antonio Baglio, ricercatore di Storia contemporanea dell’Università di Messina, che accomuna il nasitano “a quella generazione di comunisti isolani, tra cui Francesco Lo Sardo, Umberto Fiore e Pietro Pizzuto, che denunciò e combatté con coerenza e coraggio i misfatti del fascismo, pagando di persona con la privazione della libertà e al prezzo della vita”.
Ad arricchire il convegno, la testimonianza dell’onorevole Salvatore Natoli Sciacca, saggista e storico, che chiuderà la giornata di studi regalando al pubblico i racconti delle estati trascorse a parlare di politica e antifascismo con i Di Lena. Per ricordare il loro esempio, ma anche e soprattutto una pagina della storia siciliana dimenticata: “Quando si vuole annullare un popolo, gli si impedisce di conoscere il suo passato. Ciò provoca solo distruzione, culturale e politica. E l’identità di un popolo passa anche dalla sua lingua. Come disse un mio amico molto tempo fa, noi siciliani siamo gli sconfitti di Dante e gli sconfitti di Garibaldi”.
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