Cultura

“NATALINA” – Presentato a Brolo il romanzo di Antonino Speziale

L’Istituto Alberghiero di Brolo, sabato, ha ospitato la presentazione del nuovo libro di Antonino Speziale “Natalina – Come un romanzo”, Armenio editore.

Dopo i saluti del vicesindaco di Brolo, Carmelo Ziino e l’introduzione della prof.ssa Maria Ricciardello, dirigente dell’Istituto Merendino di Capo d’Orlando, i contenuti del libro sono stati trattati dal prof. Daniele Macris, docente del Liceo Maurolico di Messina. Ha coordinato i lavori la prof.ssa Marinella Speziale, responsabile dell’IPSAR di Brolo, i cui docenti e studenti hanno curato accoglienza, letture e intrattenimento. All’intervento dell’autore hanno fatto seguito numerosi contributi portati dai presenti in sala, gremita per l’occasione. L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Istituto Superiore F.P. Merendino, Soroptimist Club Nebrodi e l’associazione Ali di Carta.

Sul mare luccica l’astro d’argento, placida è l’onda, prospero è il vento…” L’apertura è affidata alla mitica voce di Enrico Caruso, al tempo di quel valzer lento che solcando le onde dell’oceano accompagnava ricordi, dolori e nostalgie, ma al contempo accendeva speranze per una vita tutta in divenire nel “nuovo mondo”. Sono, infatti, gli inizi del ‘900 a segnare la vita della protagonista, Natalina, e ad ispirare l’autore del romanzo, Antonino Speziale, classe 1933, giunto alla sua quinta pubblicazione.

Natalina – Come un romanzo”, ultimo lavoro del maestro brolese, è stato presentato all’Istituto Alberghiero di Brolo. Il racconto si avvale della prefazione di Michelangelo Gaglio, con copertina realizzata da Matteo Vilardo.

Nella sala, gremita per l’occasione, dove facevano da cornice oggetti ed effetti del tempo, circolava e si respirava affetto e stima, profondo rispetto e considerazione verso il “maestro” che ha avviato tante generazioni al sapere, aprendo loro le porte della vita. Per Nino Speziale scrivere è raccontare, divulgare, tramandare. Da autore trova motivazioni riesplorando il passato, trasferendo i temi al presente, proiettando le storie al futuro, dando loro una dimensione universale nel segno dei valori, alimentandole di passione e saggezza.

Il racconto è strutturato su contenuti storici elaborati dalla fantasia dell’autore con personaggi creati ad hoc, ispirati dalla testimonianza di due cittadini americani, discendenti da immigrati siciliani in Ohio. Natalina è una trovatella che in tempi durissimi, attraverso l’amore e la forza di volontà, dopo aver “incontrato” la luce in una fredda notte d’inverno, propriamente quella della Natalità, ha legittimato la vita come dono nel segno del ringraziamento e della restituzione, rendendola bene irrinunciabile in un mondo devastato dalle guerre e dal bisogno.

Marinella Speziale, responsabile IPSAR, nonché figlia dell’autore: “Sono contenta di poter presentare questo libro nella nostra scuola che per me è una seconda casa”. Cita la prefazione: “Il prof. Gaglio scrive che con la sua Natalina, Nino Speziale offre un importante tassello rivolto ad evidenziare il ruolo prezioso ed essenziale di tante matrone invisibili, gente meccanica e di picciol affare, che muovono quotidianamente la storia dei nostri paesi”. Il commento sulla protagonista: “Natalina è una donna diventata forte e risoluta che ha segnato una storia di questo secolo. In ciascuno di noi c’è una Natalina…la quale ci dà la possibilità di riflettere su temi universali come la condizione della donna, il bullismo, l’emigrazione, la guerra, l’amore per la famiglia che è una costante della scrittura di papà”.

La dirigente del “Merendino”, Maria Ricciardello: “Natalina è un libro che riproduce una metafora universale, quella del buon cammino, come quello del maestro Speziale, amico e maestro di tutti. Anche da politico (sindaco di Brolo a metà degli anni ’70, ndr) ha dato un buon esempio. Egli, nonostante le molteplici attività che ha intrapreso nella vita, è riuscito e riesce ancora a mantenere buoni rapporti con tutti. Lo dimostra oggi questa platea”. Un messaggio per i docenti di oggi: “Si può essere ancora buoni maestri, di cui c’è tanto bisogno”. Sulla protagonista del romanzo: “Ci colpisce in particolare il suo senso di identità e appartenenza alla nostra terra che dovremmo tutti riconquistare, anche per difendere i valori democratici che in questo momento potrebbero essere a rischio”.

Il vicesindaco di Brolo, Carmelo Ziino: “Porgo con soddisfazione i saluti a tutti i presenti e al maestro Speziale in particolare, per questo evento, a nome di tutta l’Amministrazione comunale e del sindaco, oggi impegnato in altra sede. Il prof. Speziale con quest’ultimo libro ci lascia un ulteriore messaggio, un’eredità del suo percorso virtuoso lungo il quale tanto ha dato non solo ai suoi alunni, ma a tutta la comunità brolese. È un esempio per tanti di noi, sia come insegnante che amministratore comunale, esperienza che ha avuto modo di raccontare anni addietro (Brolo ai tempi della Rinascita, 2019, ndr). Un rimprovero affettuoso: “Il maestro Speziale fa parte di quegli insegnanti che non vogliono smettere di insegnare…, un fatto positivo per tutti noi di questa comunità”.

Daniele Macris, docente e cultore di Latino e Greco, presidente della Comunità ellenica dello Stretto: “Il maestro Speziale continua nel suo magistero illuminato, come testimoniato anche dalla presenza oggi dei suoi ex allievi. Per lui la scrittura è un dono nativo. Ha una scrittura generosa, chiara, che con naturalezza si avvicina ai misteri dell’anima. Stavolta ci conduce in questo testo polifonico in cui vengono messi in luce e trasmessi molti valori. Un testo che seppure agile è assai profondo. È un romanzo in cui è presente la provvidenza”. La prefazione riporta la frase di Manzoni: “Questa gente meccanica che sta ai margini della storia non è compromessa con i crimini della storia. Dunque, può aspirare al perdono e alla redenzione, cui i potenti è in dubbio che possano ambire”. Il ruolo del maestro: “Insegnante è colui che lascia il segno. Il professore Speziale ha lasciato molti segni nella sua lunga carriera”. La storia nel romanzo: “C’è un’esistenza che si apre col dramma della perdita, dell’abbandono, ma che viene provvidenzialmente risolta dall’accoglienza affettuosa. Gli affetti più cari germogliano e si irrobustiscono nell’ambito familiare. Questi ricordi, che egli traspone nei personaggi, sanno di vita vissuta, instillati e resi preziosi dalla memoria”. L’analisi: “L’autore nelle descrizioni conserva la semplicità del bambino, con il candore e l’immediatezza di qualsiasi impressione che viene offerta al lettore in maniera trasparente e cristallina. Nella narrazione non si colgono elementi di retorica, perché non appartengono né all’ispirazione, né alla visione del mondo del professore Speziale, fatto di naturalezza, concretezza e attenzione ai valori sostanziali”. Un focus sul racconto: “Natalina ci dimostra con le sue ultime azioni in terra lontana quanto il suo pensiero e la sua quotidianità fossero riscaldate dai ricordi del sole, dei giardini, dello scoglio di Brolo, delle isole Eolie, di tutti questi luoghi che il professore ci ha descritto in alcune pagine con dei toni di autentica elegia. Per lui il romanzo non è stato una fatica, ma una realizzazione. Il professore incarna quell’ideale espresso da Cicerone nel Cato Maior de senectute sulla capacità che hanno gli studi di adornare tutte le stagioni della vita, dall’adolescenza alla vecchiaia, con diversa intensità ma con uguale valore e significato”.

“C’è un postu chinu d’amuri è ‘na cosa ca ti pigghia lu cori… C’è un postu chiamatu Sicilia, recitano due splendide strofe dei Tiempu persu. Le letture di Natalina a cura delle alunne dell’Istituto Alberghiero introdurranno il momento dell’autore.

Nino Speziale: “Sono davvero emozionato, è una grande gioia essere qui in mezzo a tanti amici”. Dunque, saluti, ringraziamenti, apprezzamenti verso tutti gli intervenuti. “In molti mi hanno chiesto chi fosse questa Natalina. Ho consigliato loro di leggere il libro…” E spiega: “Si tratta di una trovatella nata da un amore illegittimo di un padrone, un signore benestante. Nella prima metà del ‘900 queste cose avvenivano spesso nelle famiglie dei signorotti e anche a Brolo si sono verificati dei casi. Però c’era il rispetto della vita”. La descrizione: “Natalina è un caso particolare. Tutto doveva restare segreto, ma la bambina doveva vivere. Era la notte di Natale, piovigginava e nevicava. Gli indumenti di lana, un lumicino, l’adagio su un ciuffo di rovi ai bordi di una strada. Un viandante su una mula ha sentito un vagito, ha raccolto la bambina con tanto amore, l’ha portata a casa e consegnata alla moglie che l’ha curata come se fosse lei la mamma. La famiglia ha mandato la bambina a scuola in tempi in cui regnava l’analfabetismo, in un periodo in cui le donne a scuola andavano poco… Natalina è vissuta tra le due guerre mondiali. Nel corso della prima era una ragazzina. Ha sofferto. Durante la seconda ha subito i disagi dello sbarco. Infine, l’America…”

Alle domande degli alunni il maestro ha risposto sulle arti, i mestieri e gli oggetti di quel tempo. “Allora la vita era dedicata al lavoro e alla famiglia. Tutto girava intorno a quest’ultima come pilastro della società. Assieme alla scuola – prosegue l’autore – essa inculcava ai giovani il sentimento dell’accoglienza, della legalità, del rispetto degli altri. Il sentimento della pace. Valori che purtroppo oggi sono venuti meno. Mi dispiaccio per ciò che succede nella scuola. Oggi ha avuto il sopravvento l’egoismo, ciascuno pensa di sopraffare l’altro. Raccomando ai ragazzi: non date spazio agli istinti, ma alla ragione”.

Padre Enzo Caruso, parroco di Brolo, ha aperto gli interventi in sala, rivolgendosi così all’autore: “Mi piace stare in ascolto, come fa un alunno con un maestro che racconta un mondo e un tempo con quell’amore di padre che ancora oggi ha tanto da dirci”. Il maestro, ma non solo: “Dietro una grande persona c’è sempre una grande donna…(la moglie, maestra Maria Letizia, ndr). In questa età di giovinezza interiore della sua vita, si è reinventato maestro e testimone per continuare a dare qualcosa alla nostra comunità”.

Matteo Vilardo, illustratore, autore della copertina: “La scrittura di un libro per il maestro è sempre un grande impegno. Gli insegnanti sono dentro ognuno di noi. Il maestro riesce a mettere insieme una comunità, ma non serve scrivere necessariamente un libro per insegnare qualcosa. Occorre creare contatti, dialogo tra le persone. Quella di oggi è l’occasione giusta”.

Come ex allievi c’è stata la testimonianza di Nino Ricciardello: “Alunno nei secoli fedele…”; Angelita Di Luca: “Il maestro ha accarezzato le nostre vite nei momenti più difficili…”; Carmelo Arasi: “Il maestro ci ha cambiato la vita…”; Marisa Briguglio, responsabile dell’associazione “SempliceMente Insieme”, frequentata dal maestro: “Il nostro laboratorio è la stanza dei ricordi…”; Mimma Giuliano: “Tengo nel mio cuore i suoi insegnamenti. Ci ha seguiti sempre tutti, nel tempo”. Una “nuova” allieva, Romina Fabio: “Non lo sono stata prima, ma mi sento allieva del maestro Speziale, oggi. Apprezzo il suo progetto”. E ancora, Azzurra Ridolfo, ass. Ali di Carta: “La sua presenza nella comunità è punto di riferimento per i giovani”. Giovannella Re, Soroptimist: “Provo ammirazione. Riesce a suscitare in noi delle grandissime emozioni”. La dirigente del Liceo di Patti, Marinella Lollo, prossima a trasferirsi all’Ambasciata italiana in Perù: “Leggerò il suo libro in volo verso Lima…”. Irene Ricciardello: “Gli insegnamenti del maestro Speziale continuano ancora oggi nel loro essere e nel loro fare scuola di vita”. Maria Ziino, amica italoaustraliana, in tema con il libro: “Oggi è stata scoperchiata una scatola di emozioni. Ho vissuto le difficoltà da figlia di emigrati, le nostalgie di questa terra. In questo libro ci possiamo tutti specchiare”.

Altri messaggi sono stati portati dall’editore Armenio, da Rosetta Casella, Francesca Cardinale e dall’artista Giuseppe Indaimo. Il medico di famiglia, dottor Salvatore Giannitto, ha rimarcato la “magia” dell’evento: “Vedo nel lavoro del professore una missione. Mi ricorda tanto la maestra Letizia (indimenticata insegnante di Brolo, suocera del maestro Speziale, ndr) persona che voglio ricordare con grande affetto. Siamo dinanzi a un lavoro che si è trasformato in preghiera”.

Redazione Scomunicando.it

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