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NaxosLegge 2014 – Il Bardo nelle voci degli artisti del Sud

 

    

Il pomeriggio della giornata inaugurale di Naxoslegge  nell’auditorium del liceo Caminiti- Trimarchi, nel suo ricco programma 2014, ha dedicato uno spazio significativo al teatro contemporaneo  e quest’anno lo ha  fatto  guardando all’anniversario di Shakespeare (450 anni della nascita). Si rinnova la collaborazione con Latitudini, l’importante circuito della drammaturgia contemporanea in Sicilia.

Evocativo il titolo dell’ incontro, “A Sud di Shakespeare”, che focalizza l’attenzione su alcune importanti esperienze di riscrittura del teatro shakespeariano, realizzate da drammaturghi, registi e attori meridionali. Il filo conduttore di tutto l’incontro diventa quindi la passione per il drammaturgo inglese e la ricerca di significati nuovi e personali nelle opere classiche dell’autore. Ciò avviene attraverso brillanti rielaborazioni e originali sperimentazioni teatrali presentate da ogni relatore. Interessante la messa in scena del Riccardo III da parte della Compagnia “Insanamente Stabile”, la visione dell’intervista della regista Roberta Torre che racconta dell’esperienza di far interagire il pubblico nel corso degli spettacolo realizzati con malati psichiatrici, i quali hanno dimostrato una grande attitudine a stare in scena, legata alla loro forte fisicità, che rimane comunque molto diversa da quella degli attori legata alla tecnica. Proprio i professionisti, quindi, hanno affermato di aver tratto un grande profitto dalla modalità espressive dei “pazienti”. Anche Gigi Spedale nel suo intervento mette in luce come la spontaneità dei pazienti abbia favorito la creazione di un corpo unico, prima tra questi e gli attori,poi direttamente con il pubblico che ha reagito in maniera differente alla messa in scena e alla forza delle pulsioni degli attori psichiatrici,che esprimevano il vero male del mondo, fornendo ai loro colleghi spirito di riflessione altamente costruttivo.

Giuseppe Provinzano, drammaturgo ma anche attore affermato, ha  esposto il suo importante lavoro di traduzione personale dell’Amleto, partendo da un’ampia conoscenza di base dell’opera. “To play or to die” costituisce la traduzione del testo originale fortemente condizionata dal corpo dell’attore in scena, con le relative gestualità e caratteristiche.

A seguire gli interventi di Claudio Collovà e Dario Tomasello, il quale commenta il video realizzato da Claudio Colla che rielabora la sceneggiatura che Edoardo de Filippo aveva realizzato adattando la tempesta di Shakespeare in napoletano senza averla mai messa in scena. Tomasello afferma a tal proposito che l’uomo ritorna alla figura di William Shakespeare in certi momenti terminali della sua storia esistenziale.

Tino Caspanello invece incentra il suo discorso sulla tecnica di scrittura che costituisce una caratteristica peculiare del famoso drammaturgo. Secondo lui, il vero punto di forza consiste nel decentrare il discorso, il “raccontarlo senza dirlo”, la difficoltà è infatti facilmente comprensibile: “è come descrivere una bottiglia senza parlare del contenuto, ma facendolo comunque visualizzarlo perfettamente”.

Altre rielaborazioni di grande interesse sono presentate da Angelo Campolo,Giuseppe Carbone e Giuseppe Massa:tra queste, ““Tantu trafucu pi nnenti” del primo risulta essere un omaggio ben riuscito alla shakespeariana “Molto rumore per nulla”.

Sicuramente i tanti studenti presenti non avrebbero mai immaginato che così tanti laboratori teatrali siciliani continuano a lavorare sui testi di Shakespeare ,a realizzare riscritture dialettali e non, a scrivere nuove sceneggiature e a sperimentare originali regie delle opere shakespeariane. Un’ ulteriore conferma che Shakespeare è un classico sempre verde.

 

Francesca Triscari IV B Liceo Classico – Gabriele Scaffidi Militone IV C Liceo Scientifico

 

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