Ieri la Corte d’Appello di Messina, presieduta da Alfredo Sicuro, su richiesta del Pg. Napoli, ha assolto”perchè il fatto non sussiste” il direttore di Centonove, Enzo Basso dall’accusa di appropriazione indebita.
Le motivazioni sintetizzate in quel ” il fatto che non sussiste” vedono sciogliersi tutto il teorema accusatorio. Infatti i 24 capi imputazione dell’altro processo, che si doveva svolgere oggi, sono tutti basati su quell’indagine oggi bollata come insussistente. Il processo – ma guarda caso – è stato rinviato al prossimo 20 febbraio.
L’editore è comparso ieri davanti i giudici di secondo grado (presidente Sicuro) che hanno ribaltato il verdetto emesso nel 2016 assolvendolo con formula piena “perché il fatto non sussiste”.
In primo grado era stato condannato a 6 mesi e 600 euro di multa per il mancato passaggio dalla editoriale Centonove alla Consultant srl di un pagamento di 12 mila euro, versati dalla Regione Siciliana per la fornitura del servizio di rassegna stampa.
Nota a margine.Il suo arresto ha decretato, dopo il sequestro preventivo di Centonove, che si voglia o no per 5 lustri ha dato aria nuova all’informazione non solo messinese, rendendosi scomodo per tanti, la chiusura del giornale stesso, che senza guida ha sospeso le pubblicazioni.
Allora la domanda è necessaria… a chi è giovato tutto questo?
C’è stata una regia occulta? E chi c’è dietro?
Di certo una cosa è sicura… i silenzi omissivi e colpevoli di tanti.
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