Se ne parlerà a Galati Mamertino il prossimo 22 agosto, presentando il libro curato da Luciano Armeli Iapichino (Ed. Leonida)
Una interessante raccolta di scritti.
All’interno infatti ci si trovano i saggi di Luciano Armeli Iapichino, (scrittore siciliano), Cosimo Cucinotta (già ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Messina), Antonio Baglio (docente di Storia Contemporanea, Storia dei movimenti politici e sindacali e Storia del giornalismo al DICAM dell’Università di Messina), Salvatore G. Vicario (medico scrittore, profondo conoscitore della storia di Sicilia), e in appendice anche gli interventi di due giornalisti della Gazzetta del Sud: Sergio Di Giacomo e Anna Franchina.
Dalla quarta di copertina:
“Articolato in cinque sezioni, il volume tenta di circoscrivere parte della parabola umana e artistica dell’aedo di Galati Mamertino che, a distanza di più di trent’anni dalla morte, rimane un maestro e punto di riferimento per tutti coloro i quali continuano a credere nella forza di rigenerazione della cultura e nella perenne universalità della poesia”.
Nell’introduzione del saggio, a firma di Armeli, si celano gli intenti che hanno spinto gli intellettuali di oggi a rivitalizzare l’opera del Ferraù: “nell’oceano dell’indifferenza contemporanea verso ciò che può essere pensato come svalutato e, per certi aspetti, socialmente obsoleto e irrilevante (ossia le tensioni dell’anima), il Ferraù, la sua pulsione e il suo tempo tracciano l’orizzonte di quell’isola felice cui l’uomo sfruttato da se stesso potrebbe ri – ossigenare il senso della sua esistenza”.
Presentazione 22 agosto nella sala consiliare ‘Turiddu Carnevale’ di Galati Mamertino, ore 18.30.
Sezioni del volume:
– INCONTRO CON NINO FERRAÙ SULLA BANCHINA DEL TEMPO di Luciano Armeli Iapichino;
– LE PAROLE RITROVATE DI NINO FERRAÙ di Cosimo Cucinotta;
– FERRAÙ E IL RUOLO DELL’INTELLETTUALE di Antonio Baglio;
– L’ASCENDENTISMO, NINO FERRAÙ E SALVATORE DE MARIA di Salvatore Giuseppe Vicario.
Appendice
POETA SPIRITUALE E ATTENTO DIVULGATORE: LA RIVISTA “SELEZIONE POETICA” di Sergio Di Giacomo;
GALATI MAMERTINO RICORDA NINO FERRAÙ di Anna Franchina
Dal sito ufficiale del Comune di Galati Mamertino.
NINO FERRAU’
Visse a Galati Mamertino molta parte della sua infanzia e compì i primi studi presso i Padri Rogazionisti di Messina, da dove fece ritorno nel fiorire della sua adolescenza.
L’impatto con la nuova realtà fu, per lui, irto di difficoltà e di traversie, conobbe la grinta della vita che però gli fu utile per temprarne il carattere. Conseguì il Diploma di insegnante elementare e prestò servizio anche in scuolette di montagna qua e là sperdute.
Quindi fissò la sua dimora a Messina, ma non dimenticò mai il suo paesello natio che spesso celebrò nelle varie liriche e venne abitualmente attratto com’era dal paesaggio nebroideo, ora dall’aspetto rude e roccioso, ora accogliente per le genuine fonti e le belle pinete.
Finchè visse,a Galati Mamertino non trovò molta comprensione, ma è normale perché succede ai personaggi di un consistente spessore.
Fu un fervoroso credente, ebbe l’ansia dell’Assoluto e dell’Infinito, il culto della famiglia e particolarmente della mamma e il rispetto dell’amicizia.
Sotto il profilo letterario, contestò tutti gli “ismi” di correnti innovative: il futurismo, il crepuscolarismo, decadentismo, ritenendo che tali correnti, pur non mancando di estrosità da suscitare talvolta lo stupore, sono viziate da indeterminatezza e non riescono ad esprimere convenientemente i genuini stati d’animo che costituiscono la scaturigine dell’arte poetica . .
Eppure, non sappiamo se casualmente o volutamente, in un “ismo” incappò pure Lui come fondatore dell’ascendentismo: una maniera, però tutta nuova di concepire la poesia senza rinnegare la tradizione. Per diffondere e rendere accessibili le sue idee e i suoi intendimenti, negli anni “50” fondò un periodico letterario dal titolo “Selezione poetica”, che ebbe oltre un decennio di vita e buona accoglienza tra i lettori.
Riscosse giudizi favorevoli e talora anche lusinghieri da autorevoli critici. Benedetto Croce, quando Nino era ancora diciottenne, si espresse in questi termini: “Di questo giovane ammiro ed apprezzo anche quel che non condivido”.
Nello Lombardo, premio della Real Accademia d’Italia scrive: “I libri del Ferraù hanno l’ansia dell’Infinito e il respiro dell’Eterno, non sono soltanto per il dilettante del marciapiede, ma per chi ha amato e sofferto, per i profondi indagatori dello spirito che battono la fronte sui problemi della vita terrestre e trascendentale”.. , e infine Pia Derman esprime un giudizio di colorito romantico: “Ferraù è un poeta che bagna la penna nel cuore dopo averla aguzzata nel cervello.
L’arte di Nino è l’Infinito in una lacrima”.
I florilegi dati alla stampa per interessamento del fratello Giuseppe sono:
Orme di viandante ( 1985),
Immagine azzurra ( 1987),
Grumi di terra ( 1988),
. . . E sentirsi così ( 1990)
Album ( 1993).
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