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NINO GERMANA’ – Il Ritorno…

“Sto tornando a casa mia e lo faccio dalla porta principale” – e aggiunge – “Nel 2012 mi sono candidato con il Pdl a sostegno di Musumeci. Cinque anni dopo sostengo Musumeci con Forza Italia”. Così dopo i silenzi, le illazioni ed anche tante battutine sarcastiche compresa qualche persa di posizione – tutta interna a Forza Italia –  contro questo passaggio svanita nel nulla, il deputato brolese  ufficialmente da per certo il passaggio politico.

 

 

Per chi gli è stato vicino in questi giorni non è una novità.
Ma tutti hanno voluto, giustamente, che definiti tutti i passaggi politici, a dar la notizia fosse proprio lui, Nino Germanà.
Io ritorno a casa mia, quella che a Messina ho contribuito a costruire dalle fondamenta. E torno dalla porta principale”.
Afferma stamani Nino Germanà. In una frase c’è tanto e tutto.
Per lui questa scelta era politicamente scontata  dopo la fase di riflessione attraversata nelle settimane scorse e non celata a nessuno, tanto che l’Ansa riportava una sua esternazione chiarissima e non solo agli addetti ai lavori:“Come lo specchietto per le allodole, quando la politica non ha il coraggio di metterci la faccia la migliore soluzione è nascondersi dietro la figura del tecnico”.
Lui aveva voluto così condividere ai più il suo pensiero ed ora questo diventa noto a tutti, giusto appena l’attimo dopo che l’assessore Vermiglio ha preso le distanza dal governo Crocetta dimettendosi questa mattina.
“La gente continua a telefonarmi – racconta Germanà – ha capito la mia scelta di coerenza.”
Poi spiega anche il passaggio che l’ha visto in questi anni vicino al governo Crocetta: “Credo nei governi di responsabilità. Proprio per questo ho sostenuto l’ingresso nella giunta Crocetta dell’assessore Vermiglio, che fino a prova contraria è un assessore tecnico. Il sostegno esterno, dallo scorso anno, è stato un modo per incidere ed i risultati che ha portato al territorio Vermiglio sono sotto gli occhi di tutti.  Ma i governi di responsabilità devono avere un termine”.

Germanà stamani è ritornato anche sul caso Crocetta-Vermiglio, dopo che quest’ultimo ha ricevuto la proposta di candidarsi in una lista vicina al Presidente.

“Non si può pensare, come sta facendo il Presidente Crocetta di imporre una candidatura ai propri assessori, tantomeno ad un tecnico.  Proprio perché il sostegno esterno è un’esperienza a termine”.

Nino Germanà evidenzia che avrebbe “potuto sposare la coalizione del centro-sinistra se il candidato fosse stato un moderato come Giovanni La Via, che appartiene all’area Alfano. Sarebbe stata una forzatura probabilmente, ma preferibile a quanto accaduto.  La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la scelta di Fabrizio Micari.  Non per la persona, ma perché è stata imposta da Leoluca Orlando”.

E qui stocca: “Non ci sto a passare per servo sciocco del Pd.  Non c’entra nulla questa candidatura con la mia storia politica”.

Così Germanà lascia Alfano, uno strappo che si acuisce anche con la scelta identica fatta da altri, vedi lo stesso senatore Bruno Mancuso e che potrebbe aver un effetto domino nefasto per Alfano in Sicilia con grandi ripercussioni anche altrove.

E’ ovvio che questo passaggio politico abbia creato diversi dissapori – e non solo nell’area di partenza quella degli alfaniani –  ma sopratutto nell’area di approdo, quel centro-destra che deve fare i conti anche con la contrattura dei seggi voluti dalla nuova legge regionale.

Germanà è ingombrante, ha un suo bagaglio di voti, potrebbe stringere all’angolo tanti, e sa sgomitare.

Non ne hanno fatto mistero i colonnelli del partito.

E così mentre Genovese avrà già i suoi calcoli, la Grasso ha fatto bene i suoi passi, Calderone  serra i ranghi, D’Alia – utilizzando facebook, ha detto quel che pensa sui trasformismi in politica – ma i like avuti non sono schede elettorali nè creano consenso – il più esplicito di tutti è stato il parlamentare Santi Formica che non usa mezzi termini.

“Il concetto l’ho espresso a Micciché ma dove Germanà s’è fatta l’estate si faccia anche l’inverno”.

Un’affermazione che aveva fatto il giro del web  e che era seguita anche dalla minaccia politica “Se entra lui usciamo in quattro. La nostra lista è stata chiusa da tempo e gli equilibri non vanno assolutamente minati da chi ha deciso di cambiare casacca”.

Ma la Politica l’ha pensata diversamente. Mai dire mai.

Germanà scarta di lato, non si getta nella polemica, parla di competizione elettorale, del consenso e della sua ricerca, sorride, è fiducioso.

Lui non si arrende mai e certamente è consapevole di aver superato tanti ostacoli prima di questo acquartieramento nel partito che  dice “ho visto crescere a Messina, ho aiutato a crescere”.
Lui lo considera  parte del suo dna politico e già sorride dai manifesti elettorali fatti affiggere in tutta la provincia da tempo .. preventivamente senza logo.

 

 

 

Redazione Scomunicando.it

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