Cronaca

NINO MICALI – L’ultimo saluto ad un “ragazzo meraviglioso”, modello di sport ed amicizia

Una folla commossa, composta da amici, sportivi e tanta gente comune, ha dato l’ultimo saluto a Nino Micali, atleta, dirigente sportivo e attivista, molto conosciuto e apprezzato nel mondo del baseball e del nuoto, scomparso all’alba di venerdì scorso, all’età di 63 anni, dopo una breve ma intensa malattia. I funerali si sono svolti nella chiesa di Sant’Elena, officiati da padre Giuseppe Lomia.

La metafora come uomo di sport: “La sua è stata una corsa che arriva a Dio”. L’intervento della figlia Martha: “Papà è stato un combattente. Tutto ciò che ci ha dato è custodito per sempre”. Il saluto commosso di Cristina Scotto: “Nino Micali è lo sport, le cui regole sono state l’ossatura con cui ha costruito la sua vita. La sua ultima traversata è stata imperversata dal maltempo…”

Alla fine, il canto dei boy scout, di cui Nino Micali fece parte all’età di 12 anni

 

Per Nino Micali potrebbero parlare i suoi numeri, la sua storia, le sue attività svolte in lungo e in largo con passione e sentimento, competenza e determinazione. Il tutto, al servizio dello sport messinese e non solo. Ma per lui, adesso, parlano gli occhi lucidi, i ricordi, i pensieri appassionati e struggenti di centinaia di persone che l’hanno conosciuto e apprezzato nella sua carriera di atleta e dirigente sportivo di carattere assoluto. Giocatore di baseball e nuotatore di fondo, ma anche dirigente sportivo “a tutto campo”, è il caso di dire, nonché attivista nella società civile. Al momento era presidente regionale della Federazione Italiana Baseball Softball e fino a poco tempo addietro è stato presidente del CUS Unime. Insomma, un uomo competente e di carattere, che creava spazi comuni e socialità. Un punto di riferimento per la comunità messinese e per le varie associazioni e federazioni sportive cui ha fatto parte, lasciando ovunque il proprio segno, che adesso si trasforma in un vuoto. Una storia di uomo e di sportivo stroncata a 63 anni, quando ancora avrebbe dato tantissimo allo sport e alla comunità in genere.

Ai funerali, svolti nella Chiesa di Sant’Elena, gremita per l’occasione, una folla commossa ha voluto porgergli l’ultimo saluto. Presenti molti addetti ai lavori del mondo dello sport, rappresentanti della società civile, ma soprattutto moltissimi amici e conoscenti che alla fine hanno fatto da cornice sul sagrato della chiesa, tributando al compianto uomo di sport, dei lunghi applausi. Presenti, tra gli altri, il sindaco di Messina Federico Basile e l’ex, Renato Accorinti.

“La sua è stata una corsa che arriva a Dio”, ha detto in apertura padre Giuseppe Lomia, che ha officiato la funzione religiosa. Una metafora che contiene in sé le qualità e i valori propri di Nino Micali, descritti dolorosamente nel giorno del suo commiato. Il sacerdote ha poi proseguito così nell’omelia: “Nino ha solo percorso un tratto di strada. Attraverso la sua audacia, le sue capacità, il suo continuo darsi e spendersi per gli altri, ci ha insegnato a vivere la vita e a viverla tutta, fino alla fine, da protagonisti e da protagonista, come un dono di Dio”. La figlia Martha, nel suo intervento, anche a nome del fratello Marco, ha parlato con profondo sentimento del padre, delle sue attività e dei suoi rapporti familiari, non prima d’aver espresso riconoscenza riguardo agli ultimi accadimenti: “Ringraziamo tutte le persone che sono state vicine a mio padre e a noi in questi mesi”. Poi, una domanda che contiene in sé mille risposte: “Avete idea cosa significhi essere figli di Nino Micali?” E ha parlato della cura del padre nel trattare contestualmente lo spazio familiare e quello collettivo. Dopodiché, i suoi impegni e le sue qualità: “Papà è stato un combattente, i suoi strumenti erano il cuore, la mente lucida, la fantasia, il coraggio, la generosità. Tutto ciò che ci ha dato è custodito in sé stesso, per sempre. In questi mesi abbiamo provato soprattutto immenso amore e tenerezza. Ha speso una vita senza arrendersi. Siamo orgogliosi di lui, del ragazzo meraviglioso che è…”

A seguire, la lettera, sincera e accorata, letta da Cristina Scotto con commozione, nel segno della storia sportiva vissuta nel nuoto con Nino Micali e della profonda, reciproca amicizia, fino all’ultimo secondo di vita: “Non eri un uomo facile, avevi luci e ombre. Ti ho visto riconoscere mille volte i tuoi difetti e metterti in discussione. Avevi una tale trasparenza che nessuno poté mai dire, non me l’aspettavo…” Cristina ha poi rimarcato la grande generosità di Nino, espressa nelle sue tante attività. Con un rimpianto: “Avremmo voluto invecchiare insieme in quella grande casa che immaginavamo spesso, custodi l’uno dell’altro.  Il tuo senso dell’amicizia era forte”. Sulla malattia: “Vorrei poter dire che hai lottato fino alla fine, ma non è vero, perché combattere ti è stato negato…” Il giudizio: “Nino Micali non era un uomo qualunque, è lo sport, e le sue regole sono state l’ossatura sulla quale ha costruito tutta la sua vita”. Il ricordo:Ti ho conosciuto come nuotatore, quando quarant’anni fa attraversavi lo Stretto come la maggior parte di noi…come un marciapiedi”.

Lo sport come la vita: “Nel baseball eri lanciatore, e chi lancia offre anche l’opportunità al battitore di rispondere con un fuoricampo e di conquistare la sua base…” Ancora sul baseball. “Da battitore solitario hai ridato lustro alla Cittadella universitaria, facendoci credere che sarebbe tornata ad essere un punto d’eccezione. Ci abbiamo creduto…”. Quanto all’impegno civile, Cristina ha poi rimarcato i meriti di Micali nel “salvataggio” del lungomare del Ringo e nella realizzazione del primo lido balneare di nuova generazione. Dunque, l’ultima gara, quella della vita: “Abbiamo sperato che fosse una traversata col quarto di luna (condizioni ideali per le correnti, ndr) invece è stata di scirocco e maltempo…”

Le raccomandazioni e la speranza, nello scambio di messaggi tra Cristina e Nino, in occasione del primo intervento chirurgico, che l’amica racconta così: “Fratello, tira su il costumone, proteggiti, ché l’acqua è salata…La risposta – La traversata sarà lunga, ci vediamo all’arrivo…Vi raccomando Daniela (la moglie, ndr) -”. L’epilogo e la commozione di Cristina: “E anche stavolta sei arrivato prima di me…”

Un gruppo di boy scout, adesso adulti, che con Nino Micali dodicenne ha condiviso questa esperienza nella comunità di San Luca, raccolto in cerchio intorno alla bara, ha intonato un canto che ha chiuso in modo suggestivo la cerimonia funebre.

Nota del redattore. Un ricordo personale.

Conobbi Nino Micali nel lontano 1989, tramite Cristina Scotto. Era l’anno in cui si conquistò l’appellativo di “Delfino dello Stretto”, avendo compiuto la traversata record in quello stile col tempo di un’ora e 14 minuti. Un risultato prodigioso, rimasto negli annali, raggiunto grazie alle sue straordinarie qualità tecniche e atletiche: Nino è uno dei “figli”, nella “famiglia” del nuoto di fondo, dell’indimenticabile maestro Nino Musciumarra, nonché “fratello” di bracciate in mare e nella vita di Cristina Scotto e Nino Fazio.

Dopo un abbraccio amichevole e una pacca sulla spalla, a giugno del 2024, non riuscii a fargli strappare la promessa che a distanza di quasi quarant’anni, seppur in maniera leggera e spensierata, avrebbe ritentato quella traversata. Lo vedevo sempre in forma, animato dal suo consueto spirito vincente e combattivo.

Con Nino Micali ci lega in particolare una foto che gli scattai durante una competizione. Uno di quegli scatti che immortalavano un istante di fatica, gioia o delusione, poi tradotto in pellicola e stampa, che il tempo non potrà mai cancellare. Ogni volta che ci incontravamo, lui mi ricordava quanto fosse affezionato a quella foto. Allora, nell’ambito del nuoto in mare, seguendo Cristina, foto ne scattai tantissime, ma sentirmi ricordare per oltre trent’anni quanto importante fosse, in particolare, quello scatto, mi riempiva di gioia. Per me ne valeva cento. Eravamo intorno al 1997/98 e potrebbe essere stato l’arrivo di una concitata e combattuta, affascinante, Favazzina – Scilla, o l’arrivo di uno dei tanti entusiasmanti trofei Baia di Grotta, qualche anno dopo. Ma questo non importa. Quella foto di cui non ricordo esattamente né l’attimo, né la circostanza, e di cui ho perso traccia del negativo, resterà sempre un fatto indelebile, ancorché ricordo immaginario, di qualcosa di cui hai contezza ma non hai “padronanza”. E questo è bellissimo.

Vidi l’ultima volta Nino Micali il 14 luglio del 2024 a Brolo, in occasione della prima edizione della Saracena Swim Cup, cui partecipò su invito di Cristina Scotto, amica di sempre, alle cui istanze non ha mai risposto “no”. Gareggiando per la Ulysse nuoto di Nino Fazio, arrivò primo nella categoria Master 60, percorrendo 5 chilometri e mezzo nell’ottimo tempo di un’ora e 35 minuti, giungendo davanti ad un suo altro amico “master”, Alessandro Princiotta.

Ma di Nino Micali non resteranno solo i tempi e i risultati nelle competizioni, quantunque sempre rispettabilissimi, né solo le sue abilità dirigenziali e organizzative. Nino verrà soprattutto ricordato per il suo sguardo sulla vita, per l’atteggiamento, l’empatia con cui, da persona speciale qual era, ha associato lo sport all’amicizia.

Corrado Speziale

Redazione Scomunicando.it

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