Il punto di vista di Domenico Orifici, tra Comunicazione ignoranze diffuse, luoghi comuni e tanto altro.
La notizia, per quanto sia la più alta espressione dell’informazione, non sempre torna a vantaggio della crescita civile.
Infatti, il fatto che ogni volta che apriamo il televisore per ascoltare il Tg o che apriamo il giornale e sentiamo notizie di extra comunitari che compiono atti vandalici e criminali, non sempre torna a vantaggio del patrimonio culturale.
La notizia, in questo caso, se da un lato informa il cittadino e lo educa alla prudenza e a condannare gli atti riprovevoli, dall’altro inculca il senso della paura.
Questo atto emotivo si rivela maggiormente nei confronti di un negro, forse perché il colore della pelle è opposto al nostro; accade meno se si tratti di gente del nostro stesso colore.
Eppure le statistiche dicono il contrario: I peggiori crimini nel numero e nell’efferatezza commessi in Italia hanno matrice di razza bianca, anzi si sono registrati casi che il negro denunzia e aiuta la polizia a trovare il criminale, possa essere suo fratello.
Ma la mente umana fa di tutte le erbe un fascio e ha paura che gli stuprino e ammazzino la figlia, la moglie; che lo derubino in casa, che lo ammazzino.
La cosa ha scatenato la psicosi ogni volta che in un paese si ha notizia che stiano arrivando immigrati e spesso si reagisce in modo incontrollato Questo è avvenuto a Castell’Umberto, un caso diffuso da tutti i mezzi che la stampa possiede a livello locale, regionale, nazionale, internazionale.
L’uomo ha paura pure dei propri fantasmi, per questa paura ha dimenticato pure che Cristo ci ha detto di essere nei fratelli che soffrono, bisognosi di accoglienza, bisognosi di un sorriso, di un viso amico: l’inferno lo conoscono, l’hanno nelle loro terre, da noi cercano il paradiso, un paradiso che noi, impauriti come siamo, non abbiamo o non lo sappiamo dare. Gli immigrati per cui è stata scatenata una specie di rivolta a Castell’Umberto sono in una struttura alberghiera del territorio di Sinagra.
La struttura, da quello che si è detto, da mesi era senza corrente elettrica e senza acqua.
Una testimonianza di questa gente l’ha data una ragazza, Valeria Orifici che su Face book testualmente scrive: “Nella mia breve, ma intensa, esperienza al centro di prima accoglienza di Sant’Angelo di Brolo ho visto bambini africani tirare fuori dalla loro bocca il pane masticato per darlo da mangiare ai loro fratelli più piccoli, un gesto per loro ovvio e naturale che, grazie alle condizioni di benessere in cui viviamo, non vedremo mai fare ai nostri figli, ma un’immagine che non cancellerò mai dalla mia mente e che mi provoca la pelle d’oca. Dalla cultura africana ho imparato che c’è solo da imparare. Trasformare in un business la più grande tragedia umana del nostro secolo è un peccato che nessun Dio, di nessun colore, ci perdonerà .”
Se lo stato monitorasse con serietà tutti gli immigrati, il popolo italiano, accogliente com’è e come lo è sempre stato, sarebbe più tranquillo e nessuno si tirerebbe indietro nell’accoglierli come fratelli, figli, genitori.
Invece, nella convinzione che fra gi immigrati buoni ce ne siano dei cattivi, facendone di tutte le erbe un fascio, questi dopo aver attraversato il mare su barconi fatiscenti, finiscono fra gente impaurita che, protesta e si ribella e non guarda nemmeno gli occhi dei bambini innocenti che chiedono un sorriso, un atto d’amore, pietà, con le conseguenze che si sono avute a Castell’Umberto e in altri paesi d’Italia, facendo dei Nebrodi e della Sicilia una terra di gente impietosa, quando, come tutti sappiamo, è una terra accogliente e ospitale.
Domenico Orifici
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