Il corteo che si è svolto domenica pomeriggio nella cittadina nissena, organizzato dai comitati No MUOS, ha visto scendere in piazza quasi tremila persone. L’evento si è “arricchito” della protesta sugli effetti della sentenza del CGA di Palermo che ha accolto il ricorso del ministero della Difesa, ritenendo l’impianto “non nocivo” per la salute. Ma il MUOS resta sotto sequestro e il 20 maggio inizierà il processo penale al Tribunale di Caltagirone contro sette imputati. La manifestazione ha coinciso con il venticinquesimo anniversario della prima iniziativa contro l’installazione delle antenne in contrada Ulmo, organizzata a Niscemi dal comitato per la Pace e il disarmo il 13 maggio 1991.
“Sconcerta e desta scalpore la recente decisione del CGA di Palermo riguardo alla questione MUOS. A quanto pare, le associazioni ambientaliste non hanno diritto di occuparsi di ambiente. Questo abbiamo appreso dalla sentenza dei giudici del CGA che, sulla stampella di cavilli da ‘azzeccagarbugli’, hanno deciso che il Movimento No MUOS Sicilia e Legambiente Sicilia non hanno diritto a far valere le proprie ragioni in sede legale. Punto. Che il collegio di verificazione contasse tre membri nominati da una delle parti in causa, che i dati sulle antenne fossero forniti dalla stessa parte in causa, senza possibilità di verifica dell’altra parte, invece, è stato ritenuto dagli stessi, del tutto normale”.
La battaglia legale non si ferma comunque qui e proseguirà su ogni fronte, ad iniziare da quello penale che riguarda la realizzazione dei lavori, con l’impianto che resta sotto sequestro. Per questo, sette imputati dovranno risponderne penalmente nel processo che si aprirà il prossimo 20 maggio a Caltagirone. Così, tra l’ “odissea” vissuta nei tribunali civili e penali, l’impegno della rappresentanza politica alquanto altalenante e con scarsi di risultati, le angosce della popolazione e la rabbia degli attivisti, è la protesta in piazza a farsi sentire in modo veemente.
Domenica scorsa, alcune migliaia di persone – circa tremila per gli organizzatori – sono scese per le strade di Niscemi per far sentire, ancora una volta, la propria voce, contro il MUOS – Mobile User Objective System e tutto quanto sta intorno al potentissimo sistema di telecomunicazioni satellitari che da Niscemi “governerà” le guerre su un quarto di pianeta.
La manifestazione, a dire il vero “avara” di presenze di cittadini niscemesi, ma in compenso fortemente animata da attivisti provenienti da ogni parte della Sicilia che si sono uniti ai comitati locali, è stata di grande effetto. Il “serpentone” di manifestanti con bandiere e striscioni, tra cori e slogan, ha percorso le vie del centro cittadino con partenza e arrivo nella centralissima piazza Vittorio Emanuele. Presente anche una delegazione No Tav proveniente dalla Val di Susa e le mamme anti-inceneritori che hanno sfilato assieme a quelle No Muos.
Non chiudiamoci in casa e non limitiamoci agli slogan”. Alla fine, tra gli altri, l’intervento dell’avv. Nello Papandrea, uno dei difensori dei comitati No Muos. Nel processo amministrativo, Papandrea, tra l’altro, aveva contestato la composizione del Collegio dei verificatori delle onde elettromagnetiche: “Risulta anomala la presenza di ministri o loro delegati, essendo chiara la funzione politica e non tecnica di tali organi…”. E l’intervento stesso sulle misurazioni: “Tutti i sistemi di antenna sono comandati da remoto, sicché non è possibile controllarne la potenza utilizzata. Si tratta, dunque, di misura prive di rigore scientifico.
La coincidenza storica. Era il 1989, quando uno sparuto gruppo di pacifisti penetrò per la primissima volta nel bosco, in contrada Ulmo, a Niscemi, a constatare cosa stesse succedendo. Allora si era saputo che quell’area di sugherete sarebbe stata utilizzata per il dispiegamento dei convogli trasportatori dei missili Cruise installati nella base di Comiso e di tanto personale militare americano al seguito. La scoperta: reticolati, fili d’acciaio e conci di antenne distribuiti qua e là, pronti per essere issati e installati. La dura realtà: stava nascendo una tra le più grandi stazioni di telecomunicazioni della Marina USA nel Mediterraneo, a poca distanza da Sigonella, ma dipendente dal comando NAVCASMED – Naval Communications Area Master Station Mediterranean di Napoli. Nel frattempo, a seguito della fine della Guerra fredda, Comiso andava in dismissione, ma all’orizzonte si profilava una nuova campagna: La Guerra del golfo, che aprì fronti di guerra che da lì in avanti non conobbero soste. Da qui, nasce tutta la storia delle antenne LF – Low Frequency, delle 46 antenne NRTF – Niscemi Naval Radio-Transmitter Facility, e soprattutto delle gigantesche parabole del MUOS.
Corrado Speziale
fotogallery
Questo articolo è dedicato non ai tifosi da tastiera delle opposte fazioni mediorientali, ma a…
La memoria di Rita Atria continua a vivere e a trasformarsi in un faro di…
Formazione innovativa sulla spiaggia: l’ITET “Caruso” di Alcamo porta l’aula tra sabbia e…
Sinagra ha vissuto settimane intense di emozioni e riflessioni con SinagrArte 2025, rassegna che anche…
Nell'incantevole cornice del Circoletto di Capo d'Orlando si è svolta la XXIX edizione del beauty…
La tradizione si rinnova. In occasione della grande festa della Madonna Nera di Tindari, l’associazione…