I no-pontisti messinesi chiedono che venga messa la definitiva “pietra sopra” sul progetto della mega-opera, e di tutto ciò che le ruota intorno, e per questo sabato prossimo si raduneranno e sfileranno per l’ennesima volta in corteo, alle 16.00, con partenza da Piazza Cairoli.
Dal il 1° Marzo scorso, con la mancata firma dell’accordo aggiuntivo al contratto del 2005 da parte del general contractor Eurolink, previsto nel D.L. 187 del 2012, per legge e di fatto, la questione Ponte sullo Stretto sembra definitivamente chiusa e per questo si attende che il Governo faccia il prossimo passo: decretare lo scioglimento della Società Stretto di Messina, nominando un commissario liquidatore.
Ma come l’esperienza insegna, “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco” è un detto che alla questione della più ambigua e controversa “idea” di mega-opera della storia italiana, si abbina perfettamente.
Ma c’è di più, perché adesso, al di là del “Ponte Tiramolla” come risibile idea fine a se stessa, c’è la questione delle penali che incombe: è questo l’ambìto target del consorzio di imprese che ha come capofila Impregilo, la cui cifra richiesta ammonterebbe al netto ad 1,2 miliardi di euro, su 8,5 che è il costo ipotizzato dell’opera. Ed è questa “idea”, che a differenza dell’altra è molto più concreta e calcolata, che dà segnali d’allarme agli attivisti che per questo hanno scelto di scendere ancora una volta in piazza a protestare.
“Quelle penali sono un’ipoteca sulle spalle di tutti, non solo dei messinesi, che aggraverebbe il debito pubblico in buona parte già causato da società private che hanno speculato sulle spalle degli italiani”, ha detto stamane ai giornalisti Marco Letizia, tra gli autori del libro “Il ponte sullo Stretto nell’economia del debito”, edito da Sicilia Punto L , curato da Luigi Sturniolo.
“Da quando si è capito che il vero Ponte non era tanto il manufatto fine a se stesso, ma il suo iter ed il meccanismo che lo teneva in piedi, l’impegno del nostro movimento si è concentrato sul problema delle penali” ha proseguito Letizia, come per dire, a buona ragione: ve l’avevamo detto. Ed ha concluso: “Per questo abbiamo l’obbligo morale e politico di scendere in piazza, perché il nostro territorio, in questo momento, con i disastri economici ed infrastrutturali in atto, non può permettersi di veder dilapidare simili risorse. Chiediamo, piuttosto, che quei soldi vengano spesi per opere utili, come le opere di prossimità e la messa in sicurezza del territorio. Scendiamo in piazza per dire un No, ma anche tanti Sì.”
“Lettera aperta a Monti: Il Governo liquidi la Stretto di Messina S.p.A. e liberi 8,5 miliardi di euro per investimenti nel mezzogiorno”, titola la nota che il WWF, assieme alle altre associazioni ambientaliste FAI, Italia Nostra, Legambiente e MAN, ha inviato oggi al Presidente del Consiglio. Nella missiva, le associazioni, parlano specialmente di un “progetto insostenibile”.
E’ stata Anna Giordano, figura storica dell’ambientalismo messinese, tra i responsabili nazionali del WWF, presente in conferenza stampa, che su questo ha fatto il punto della situazione, non nascondendo le proprie preoccupazioni: “In questi giorni, la valutazione dello studio sull’impatto ambientale passerà a vaglio della commissione nazionale VIA. Le associazioni ambientaliste che ne hanno seguito l’iter sin dal 2003 hanno inviato una diffida e una richiesta di accesso agli atti, ricordando al Ministero dell’Ambiente che ci sono moltissime contraddizioni e lacune anche gravi riguardo l’impatto ambientale del Ponte e che pertanto è da scongiurare un qualsivoglia parere favorevole all’opera sulla procedura VIA. Ma sappiamo, purtroppo, che dal Ministero ai Beni Culturali è invece uscito un parere favorevole che ci riserviamo di studiare e valutare.” Lancia, dunque, il suo appello per la manifestazione di sabato: “Invitiamo tutti i cittadini a partecipare perché quei soldi non possono imboccare la strada delle penali, che al momento non esistono, bensì quella della messa in sicurezza del territorio e del vivere civile dei cittadini, punti prioritari per chiunque voglia amministrare la città”. E conclude: “Sulla questione Ponte non bisogna cullarsi perché la parola fine non è assolutamente certa”.
Alla domanda, rivolta ai no pontisti, se credono che questa sia l’ultima manifestazione, ha risposto Claudio Risitano: “Siccome siamo per il No al Ponte ma per il Si a tante altre ‘cose’, fino a quando queste ultime non si saranno realizzate, scenderemo in piazza”.
I politici ed i prossimi amministratori di Messina sono stati adeguatamente avvisati.
Corrado Speziale
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