Cronaca

NO PONTE – Messina in piazza con una marea di manifestanti in corteo: è la risposta a Salvini

Foto e commenti al termine di un “grande” corteo.

Messina 9 agosto 2025

“Siamo in diecimila. Speravamo in un grande corteo ma non immaginavamo tanto. Possiamo avere l’ambizione di fermare i cantieri”, ha detto Gino Sturniolo alla fine del corteo indetto dall’assemblea No ponte. “Vogliamo l’acqua, non la guerra” era il titolo della manifestazione che ha visto varie migliaia di manifestanti percorrere le strade di Messina in segno di protesta contro la mega opera il cui progetto definitivo qualche giorno fa ha ottenuto il parere del Cipess. A motivare ulteriormente i partecipanti, sono stati gli atteggiamenti del ministro Salvini che a Torre Faro aveva irriso chi lo contestava, lanciando baci.

Oltre 80 sigle hanno aderito al corteo.

Tra quelle mancanti si notava l’assenza della CGIL, non presente né tra le adesioni, né in piazza, ad eccezione della Fiom. Alla luce dei fatti, per chi non c’è stato, si è trattato di un mancato appuntamento con la storia.

Il corteo è stato dedicato a Santino Bonfiglio, storico attivista, scomparso lo scorso 2 aprile.    

 

“Vogliamo l’acqua, non la guerra”. Che poi vale quanto rappresentato in conferenza stampa mercoledì da Ivana Risitano: stiamo dalla parte della vita o della morte? Morte dei luoghi, dell’ambiente, del paesaggio, della storia, delle tradizioni. Bruciavano addosso ai messinesi quei baci provocatori lanciati da Salvini a Torre Faro contro chi lo contestava per i festeggiamenti di quel “Sì”, politico – economico al progetto definitivo del ponte, espresso dai suoi colleghi del Cipess. Quando mai si è visto un ministro della Repubblica irridere in questo modo chi lo contesta? Bruciava, nello stesso contesto, il placcaggio di due attiviste ad opera di un indefinito soggetto senza divisa mentre il ministro era già andato via a tutto gas con la sua auto e la scorta. Bruciava nella mente e nel cuore di tutti, l’immagine di quella feluca, simbolo di una Messina da salvare e da tramandare, bardata di bandiere e simboli leghisti.

Anche per questo la città è scesa in piazza in maniera potente e motivata, per rinnovare ancora una volta il proprio No alla mega opera. E nonostante si trattasse ancora una volta del week end precedente il Ferragosto, in piazza sono scesi in varie migliaia: diecimila, secondo gli organizzatori, colorati e animati da mille motivi contro la realizzazione del ponte sullo Stretto.

Il corteo è partito poco prima delle 18,30 da Piazza Cairoli per dirigersi in Via T. Cannizzaro, svoltare e percorrere Via Centonze, risalire da Via Geraci e come tradizione ha percorso Via C. Battisti, con l’eccezione della conclusione in Piazza Duomo, invece della consueta Piazza Unione Europea. I lavori in corso su Viale San Martino hanno impedito di effettuare sin dall’inizio il consueto circuito. Da record l’elenco delle adesioni: qualcosa come 84 e oltre. Spiccava l’assenza “ufficiale” dei comitati No Ponte Capo Peloro e Invece del ponte, presenti comunque alla manifestazione, in cui i secondi hanno finanche portato il proprio striscione. Completamente assente, invece, L’Anpi di Messina. Ma ciò che ha più colpito è stata l’assenza della CGIL, che finora aveva sempre partecipato alle manifestazioni No ponte. Ha invece aderito, autonomamente, la Fiom di Messina.

In virtù dello straordinario risultato della manifestazione, ciò di cui devono andare fieri gli organizzatori – nella fattispecie il corteo è stato indetto dall’assemblea No ponte – è della presenza di tanti liberi cittadini, famiglie intere, senza bandiere e sigle di sorta, che cominciano a intravedere rischi reali, l’insidia dei disagi e l’indiscriminata trasformazione del proprio territorio. Importante la presenza, per numero e qualità della loro mobilitazione, di tantissimi giovani, evidentemente motivati dal momento storico su vari fronti di protesta, primo fra tutti contro le guerre in atto, in particolare verso il brutale genocidio perpetrato da Israele in Palestina, cui i manifestanti hanno mostrato come sempre grande considerazione e solidarietà. Assieme a molteplici realtà locali, con rappresentanti e delegazioni messinesi, siciliane e calabresi, hanno preso parte al corteo attivisti da varie parti d’Italia che a vario titolo, ma con intenti comuni, difendono i loro territori dalle devastazioni delle grandi opere, dalle speculazioni e dalle occupazioni anche di tipo militare.

“Dalla Sicilia alla Val di Susa tutti uniti nella lotta, lo stretto di Messina non si tocca, lo difenderemo con la lotta” recitava uno degli slogan più urlati nel corteo. E ancora, “Calabria, Sicilia, tra terra e terra, No al ponte della guerra”, è il nuovo slogan, da quando si sta dando valenza militare all’opera. Dopodiché, quello tutto cittadino, che descrive il lungo tracciato con i due più grandi cantieri cittadini: “Da Contesse a Granatari ‘sti canteri non s’hannu a fari”.

Ad un certo punto si è vissuto un momento di tensione senza conseguenze. Un gruppo di poliziotti ha lasciato il corteo per schierarsi improvvisamente dinanzi all’ingresso di un cantiere edile in via C. Battisti, considerato un luogo sensibile. Ciò ha suscitato un po’ di tensione perché la gente in corteo si è preoccupata. Bisognava agire con più cautela.

Lungo il percorso e alla fine del corteo, a Piazza Duomo, al microfono si sono alternati vari attivisti.

È toccato a Gino Sturniolo esprimere le impressioni a caldo, davanti alla folla di manifestanti in Piazza Duomo: “Siamo in diecimila. Speravamo in un grande corteo ma non immaginavamo tanto. Le dimensioni di questo corteo ci autorizzano a sostenere che questo territorio, Messina, la Sicilia, la Calabria, è contrario al ponte e qualunque azione vada verso la sua costruzione, non può che essere percepita come un’aggressione”. Con una disamina che autorizza aspettative per il futuro: “Possiamo avere l’ambizione di fermare i cantieri. Sappiamo bene che si sono premuniti col Decreto sicurezza, ma sappiamo che contro il popolo non si può governare e che più saremo, meno potranno reprimerci”. Gli ultimi fatti procedurali: “Nei giorni scorsi si sono rincorsi i commenti sul pronunciamento del Cipess.

C’è chi sosteneva fosse un provvedimento inutile, e chi sosteneva che non ci fosse più nulla da fare e che tanto i cantieri erano partiti. Per alcuni non è accaduto nulla, poiché le azioni che potranno essere messe in atto sono irrilevanti; mentre per altri questo è l’inizio della cantierizzazione. Noi pensiamo – ha proseguito lo storico attivista No ponte – che le opere anticipate annunciate, siano davvero un fatto simbolicamente significativo. È vero che il provvedimento del Cipess apre in qualche modo la fase della cantierizzazione, ma pensiamo anche che questo ponte si possa ancora fermare. Pensiamo che questa manifestazione abbia dimostrato che abbiamo la forza di fermarlo”.

Gli effetti del corteo: “La forza di questo movimento e di questo corteo va spesa sui cantieri, quando questi si apriranno. Per fermare l’emorragia di denaro e di risorse pubbliche che si spendono per il ponte sullo Stretto, mentre abbiamo bisogno di scuole, di messa in sicurezza del territorio, di sicurezza sismica, di ospedali. Nei giorni scorsi Salvini ha detto che nel caso in cui ci fosse un sisma come quello del 1908 il ponte resterebbe in piedi, mentre il resto dei fabbricati crollerebbe. Questo è il migliore argomento a favore del No ponte…”. A proposito di difesa del territorio, l’attacco all’Amministrazione comunale: “Sulle prime il sindaco aveva detto che avrebbero difeso il territorio, adesso si sono ‘venduti’ tutti quanti per ‘quattro’ opere compensative. Chi oggi si sta schierando dalla parte della devastazione, si sta assumendo una grossa responsabilità. Pensiamo in primo luogo al sindaco e alle forze politiche presenti in Consiglio comunale. Gli abitanti di questa terra si ricorderanno di voi.” Amministrazione e non solo: “Alle altre forze politiche qui presenti in piazza, chiediamo, quando sarete al governo, di bloccare la società Stretto di Messina”. In altre parole: “Mettere granelli nell’ingranaggio e ricordarsi sempre di ciò che state dicendo oggi”.

In piazza hanno preso la parola, tra gli altri, i rappresentanti del movimento No Tap Brindisi, assemblea Popolare Ecologista Palermo, movimento No Base Pisa, No Muos Catania. Poi, i segretari regionali di SI, Pierpaolo Montalto e del Pci, Marco Filiti. A seguire, il rappresentante del movimento per la Palestina di Roma e quello di Potere al Popolo.

La conclusione è stata affidata a Massimo Camarata: “Potete approvare tutto ciò che volete, il ponte non si farà”. Il commento sulla manifestazione: “Messina oggi si è ripresa le sue strade, la sua storia e la sua dignità, per difendere il suo futuro. È stata una grande prova di difesa e di resistenza. I territori sono di chi li difende, di chi li abita, di chi li attraversa, di chi resiste per loro”.

Per il prossimo futuro: “Da oggi e nei prossimi mesi ritorneranno al contrattacco. Ci diranno che non c’è più tempo e modo… Invece dovremo continuare a resistere perché tutte e tutti insieme vinceremo. Non passeranno”.

Testo e foto di Corrado Speziale

le foto

     

striscioni ed i cartelli

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Redazione Scomunicando.it

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