Presentato in conferenza stampa il corteo di sabato prossimo a Messina, indetto dall’assemblea No ponte, dal titolo particolarmente significativo: “Vogliamo l’acqua, non la guerra”.
La notizia del giorno sull’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess, fa sì che l’evento si preannunci ancora più “caldo” e partecipato. Pomeriggio, Salvini, presente a Torre Faro per una riunione politica, è stato contestato da alcuni attivisti No ponte. Diffuso un video in cui un individuo non in divisa “placca” ingiustificatamente due donne militanti No ponte. Oggi, 7 agosto alle ore 19, prevista una riunione “allargata” del coordinamento No ponte.
Tutto in una giornata: la conferenza stampa per presentare il corteo No ponte di sabato prossimo. L’approvazione, peraltro attesa, del progetto definitivo del ponte da parte del Cipess – Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Infine, la presenza, non priva di tensioni, del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini a Torre Faro, proprio in una delle giornate più “calde” della stagione. Tale circostanza è sotto la lente di ingrandimento poiché alla fine della contestazione verso Salvini, in strada, un individuo in abiti civili ha placcato ricorrendo all’uso della forza due donne militanti No ponte. Quanto accaduto, su cui occorre fare piena luce, è comprovato dal video del giornalista – fotoreporter Enrico Di Giacomo.
Quanto al provvedimento del Cipess, con l’approvazione del progetto definitivo della mega opera, è stata indetta per oggi, 7 agosto, alle ore 19, una riunione “allargata” del coordinamento No ponte presso Casa Cariddi a Torre Faro.
Quanto accaduto nella giornata, ad iniziare dall’esito del Cipess, fa prevedere un sensibile incremento dei partecipanti al corteo di sabato, con un ricompattamento di tutto il fronte No ponte.
In mattinata la conferenza stampa si era svolta con tante motivazioni e pieno ottimismo in vista dell’evento di sabato. I partecipanti non erano ancora al corrente della decisione del Cipess, ma la stessa era da tempo nell’aria. Gli attivisti No ponte avevano avuto contezza dell’attenzione cittadina, domenica, nel corso del volantinaggio – record, articolato su ben oltre 25 Km di città, tra i due principali cantieri, da sud a nord, Contesse – Torre Faro: una mezza maratona di informazione e sensibilizzazione.
L’evento di sabato sarà dedicato a Santino Bonfiglio, storico attivista scomparso il 2 aprile scorso.
Così, Federico Alagna ha spiegato come si è arrivati al corteo: “È stato un percorso estremamente ampio e partecipativo. È un momento in cui c’è necessità di serrare i ranghi, di scendere in piazza contro la devastazione del ponte che incombe. L’evento si inserisce in una fase attuale estremamente critica”. Le risultanze del volantinaggio: “La stragrande maggioranza delle persone con cui abbiamo parlato ha promesso che ci saremmo visti in piazza sabato. Da Contesse a Torre Faro è stato un momento di costruzione di comunità fra realtà diverse della nostra città”. L’analisi del momento: “Salvini ad ogni minimo passaggio parla di svolta epocale. Non è così, ma non possiamo neppure sottovalutare ciò che accade. Non possiamo far finta che i cantieri non stiano andando avanti”. La realtà a Messina: “Abbiamo avuto un assaggio di ponte a Contesse. Trattano i territori come discarica. Per cui, questo assaggio non ci può lasciare indifferenti. Occorre intensificare quanto più possibile la lotta contro le grandi opere che devastano i territori e contro il ponte nello specifico. Assistiamo a danni devastanti che il ponte continua a fare anche prima dell’apertura dei cantieri”. Gli esempi: “Le opere definanziate nel corso degli ultimi mesi. Questa cosa è devastante, un crimine, non si può accettare. Il ponte in realtà lo stanno già facendo, quando tolgono soldi alle infrastrutture utili, agli ospedali, alla sanità. Tutto questo ci porta in piazza”. Sul tema del corteo: “Il ponte, l’acqua, la guerra, sono temi uniti dall’aspetto economico. Ma anche da tanto, tanto altro”. Gli auspici per sabato: “Speriamo in un corteo aperto, inclusivo e partecipativo. All’evento hanno aderito già 54 soggetti organizzati. Chiediamo che sia il corteo del popolo No ponte tutto intero. L’appuntamento è a Piazza Cairoli alle 18”.
Giuseppe Micari: “ll nostro No è una presa di parola collettiva contro un modello di sviluppo che non ci rappresenta e che da decenni devasta territori, distrugge comunità e impone scelte dall’alto. Il ponte è tornato al centro del dibattito nazionale, rilanciato come simbolo di grande opera strategica e macchina economica mentre per noi è solo uno specchietto per le allodole, pensato per distrarre l’opinione pubblica dai problemi reali che viviamo ogni giorno sul territorio. Il ponte non è necessario, per noi è solamente una finzione, uno spot elettorale per garantire flussi di denaro, clientele e centralizzazione del potere”. Le conseguenze: “Nessuno parla della cantierizzazione, dell’impatto che quest’opera ha sui territori, quartieri ed economie locali. Partendo dagli espropri, passando dalla devastazione ambientale, per la militarizzazione del territorio e arrivando alla distruzione di intere comunità. Per almeno 15 anni intere aree saranno trasformate in zone rosse inaccessibili, rumorose e pericolose. Le persone che vivono in queste zone saranno trattate come ostacoli, come danni collaterali, tutto in nome di un’infrastruttura che probabilmente non verrà nemmeno mai completata”. L’effetto inverso: “È un’opera che rafforza la marginalità del sud, che trasforma ancora più la nostra terra in zone di passaggio e mai di approdo. Le strade intanto crollano, i treni non passano e i servizi pubblici vengono tagliati. Non ci stiamo a farci espropriare in nome di un’opera che serve solo a chi ci governa. Il nostro è un No che parla di alternative, di territori che vogliono decidere da sé, di infrastrutture utili, accessibili ed ecologiche. Di partecipazione e non di imposizione”. L’appello di Micari: “Invitiamo tutti a scendere in piazza con noi per dire che il futuro non si costruisce sul cemento, ma sulla giustizia e sulla cooperazione sociale e ambientale. Il 9 agosto attraverseremo Messina, facendo sentire le nostre voci e le nostre ragioni. Facciamo in modo che la storia di questo territorio non sia scritta da chi lo insultava e lo disprezzava”.
Ivana Risitano: “Noi sappiamo che il ponte con la guerra c’entra sul piano concreto, perché il governo ha deciso, probabilmente per scavalcare tutta una serie di normative a tutela del territorio, di definire il ponte opera strategica sul piano militare. Poi, sappiamo che lo sarebbe probabilmente anche in negativo, in quanto obiettivo sensibile in caso di guerra. In maniera concreta, sembra che questa infrastruttura possa giovare ai signori della guerra”. L’altra faccia: “C’è anche un piano simbolico, politico e antropologico. La logica che accomuna ponte e guerra è il dominio sui territori, la logica della sopraffazione, dello stupro, del depauperamento dei territori. Gli interessi del potere, economici, politici e militari hanno la prevalenza sulla vita materiale delle persone”. Il ponte non è solo infrastruttura: “Rappresenta il simbolo della prepotenza, della violenza, della prevaricazione, dell’egocentrismo, cioè del diritto che l’uomo ritiene di avere sulla natura. È il simbolo di una Sicilia che da sempre è lo scendiletto dei potenti, perché è il luogo che si può caricare di basi militari, di inceneritori. E adesso, a dispetto di qualsiasi esigenza democratica della popolazione, verrebbe di nuovo asservita agli interessi del potere. Il ponte – prosegue Ivana Risitano – come ogni grande opera, è collegata ad un immaginario, ad una visione del mondo e della vita. E l’immaginario è ciò che fa muovere nella vita. L’immaginario dei signori del ponte, quel gigantismo tecnologico che si oppone alla sostenibilità, è quella sfida titanica dell’uomo contro l’ambiente. Dimostrare di essere capace di domare le forze della natura secondo il mito del progresso”. A cosa si ispira il corteo: “L’acqua e la guerra sono due poli quasi archetipici della vita e della morte. Noi dobbiamo scegliere da che parte stare. Credo che sabato 9 dimostreremo di stare dalla parte della vita”.
Giuliana Sanò ha analizzato l’aspetto del progresso: “Parlare di progresso è sempre molto complicato perché non esiste un suo significato univoco universale. Mi rivolgo a coloro i quali vogliono il ponte, proprio perché pensano che sia sinonimo di progresso. Sul tema, immagino che i pontisti facciano riferimento all’Europa e non all’Africa. Il progresso per l’Unione Europea è un concetto multidimensionale che va oltre alla crescita economica, abbracciando aspetti sociali e valoriali che portano ad un’Europa più coesa, equa e sostenibile. A proposito delle grandi opere prevede che debbano essere progettate e realizzate minimizzando l’impatto ambientale. Il ponte sullo Stretto sarà costruito in acciaio e calcestruzzo, che rispetto alla sostenibilità pongono dei seri dubbi. Dunque – prosegue Giuliana Sanò – questo progetto, in nome di un adeguamento del nostro territorio ai principi di modernità e progresso, dettati dall’Europa, è tutto fuorché progresso. Perché oggi in Europa non si può prescindere dalla sostenibilità dei materiali. Dunque, dovremmo accontentarci di un progresso già superato e anacronistico, perché questa operazione non ha niente a che vedere con il progresso. Il progetto in atto è di tipo coloniale. Il ponte sullo Stretto il progresso non lo sfiora nemmeno lontanamente”.
Alessandro Russo, consigliere comunale, Pd: “Anche in questa occasione saremo in piazza a Messina. Il ponte è un’opera inutile, anacronistica, dannosa, come sostiene anche Elly Schlein”. L’atteggiamento del Comune di Messina: “L’Amministrazione comunale, gioca… Lo scorso anno, per il secondo anno di mandato, ha presentato una relazione con decine di pagine inutili e di questioni, interrogativi, rimasti aperti nei confronti del governo e della Stretto di Messina. La relazione di cui ho discusso ieri in consiglio comunale evidenzia che questa Amministrazione è quasi contenta di quest’opera. Nel giro di meno di 12 mesi è riuscita a sostenere due parti in commedia”. Sul provvedimento del Cipess: “Cadrà in testa ai messinesi, tuttavia è una sciocchezza, un’illusione ottica. Non aprirà nessun cantiere, è soltanto il primo passo di un percorso molto difficoltoso. Il passo del Cipess copre la vera, scelta politica di questo governo in questi giorni, cioè lo scippo di 9 miliardi di euro di risorse del PNRR al sud, alle opere veramente necessarie, dall’alta velocità ai raddoppi ferroviari, dalla costruzione di acquedotti al rimboschimento delle aree desertiche di questa terra”. L’appello per sabato: “La città tutta, al di là delle appartenenze, delle idee, delle ideologie, anche delle tessere di partito, deve essere in piazza a difendere la vivibilità e i diritti che questo territorio chiama a gran voce”.
Citto Saija ha parlato da giornalista: “Un tempo la stampa locale parlava continuamente a favore del ponte. Oggi è necessario secondo me prendere posizione anche come comunicatori. Qualche giornalista parte dalla notizia, ma poi ha una sua interpretazione. È necessario che ciascuno faccia delle scelte. Responsabile della eventuale distruzione di questa città non sono solo Salvini, Meloni etc,, sono gli amministratori locali che hanno il compito di difendere il territorio. Perché siamo di fronte a una violenza sul territorio da parte del governo nazionale”.
Corrado Speziale
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