E diciamo ancora No!.. E diciamo siamo tutti Siriani. L’abbiamo sentito dire per i campi di sterminio, per il Vietnam, per la Corea, per i Neri che protestavano negli anni sessanta per i loro diritti, per i Curdi, per i Migrantes, per la Bosnia, per ogni strage, per i fatti di Parigi o Monaco. Abbiamo detto No al terrorismo… senza mai, occasione dopo occasione, smesso di dire No, senza risultati. Diciamo No al fallimento della politica, agli interessi economici dei Grandi, ai muri, alle stragi come quella di oggi dove, in Siria, è morta l’Umanità e la Pietas.
Gas tossici e bombardamenti sui civili nella corsa finale, o quasi, al nuovo assetto del Medio Oriente e dintorni.
Questo è successo oggi. Mentre il regime di Damasco nega di aver attaccato con armi chimiche un quartiere popolare a Khan Sheikhun, nella provincia siriana di Idlib, le organizzazioni vicine ai ribelli denunciano quello che, se vero, sarebbe uno dei più gravi episodi di guerra con i gas nella lunga, tragica, lotta in corso in Siria e che mette in rilievo l’accelerazione voluta, in qualche modo concordata, tra i due maggiori giocatori esterni. Trump a Washington e Putin a Mosca…
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