Categories: Cronaca Regionale

NO TAV A MESSINA – “Con Luca nel cuore”

Anche a Messina, come in tante altre città d’Italia, non è passato inosservato il drammatico episodio avvenuto ieri mattina in val di Susa, nei territori destinati all’esproprio per la realizzazione della Tav, che ha visto protagonista Luca Abbà, trentasettenne militante No Tav valsusino, adesso in gravi condizioni al C.T.O . di Torino, folgorato da una scarica elettrica e precipitato da un traliccio dell’alta tensione su cui si era arrampicato nel corso di un’azione di sgombero forzato, operata dalle forze dell’ordine.

Si è trattato del doloroso epilogo di una clamorosa azione, messa a punto in modo civile e pacifico dal militante valligiano, al fine di difendere strenuamente l’avamposto nei territori della Valle, ormai praticamente militarizzati dalle forze dell’ordine.

Ed è stato proprio al fine di evitare l’ “incontro ravvicinato” con un rappresentante di queste ultime, arrampicatosi per raggiungerlo in cima alla struttura, che Luca Abbà è incorso nel gravissimo incidente.

In tutta Italia si sono moltiplicate, così, azioni di protesta e solidarietà da parte di movimenti e associazioni, scesi in piazza a fianco degli “amici” valsusini.

A  Messina, la Rete No Ponte – Comunità dello Stretto, da sempre vicina al movimento No Tav, ha diffuso a tempo di record un comunicato e convocato per le 17.30 di ieri pomeriggio un sit- in davanti alla Prefettura dove un gruppo di manifestanti si è radunato con bandiere di entrambi i movimenti, striscioni e volantini, al fine di manifestare una sentita solidarietà nei confronti dei valligiani, impegnati nel presidio costante dei loro territori, rafforzata da sentimenti di protesta e indignazione per quanto accaduto.

“Con Luca nel cuore, siamo tutti No Tav”, titolava il documento diffuso dai no-pontisti messinesi, che informava su quanto accaduto in mattinata alla baita della Maddalena e a quella di Clarea, con un accorato appello: “Facciamo di tutto per manifestare ovunque, nel pomeriggio di oggi, in concomitanza con la resistenza dei valsusini”. Ed è il caso di parlare di vera e propria “resistenza”, considerato che da più parti giungono notizie di “territori” ormai costretti dentro cortine militari, recinti forzati che ricordano quelli palestinesi, che hanno stravolto la vita dei residenti della Valle.

Nella città dello Stretto, i manifestanti, pochi a dire il vero, vista l’estemporaneità dell’evento in un pomeriggio lavorativo, ma “abbastanza” per lanciare un certo messaggio su quanto accaduto, hanno urlato slogan e diffuso centinaia di volantini tra gli automobilisti fermi al semaforo, all’incrocio tra via Garibaldi e viale della Libertà.

“La Val di Susa non si tocca, No Ponte – No Tav unite nella lotta” urlavano i manifestanti con la mente rivolta a chi a distanza lotta tra la vita e la morte, come Luca Abbà, per aver cercato di difendere pacificamente il proprio territorio dalla devastazione, assieme alla propria libertà di cittadino di manifestare contro ciò che viene imposto attraverso l’uso della forza.

“C’è un abisso tra l’Italia di Monti, del governo dell’ammucchiata, dei partiti affaristi, e la semplice dignità di un futuro diverso, di cui sono portatori gli abitanti della Valle”, scrive nella nota la Rete No Ponte, che poi attacca il capo della Polizia Manganelli come “il funzionario pubblico più pagato d’Italia”.

Ieri sera, poi, a conclusione della manifestazione, Luigi Sturniolo e Sergio Soraci, storici esponenti del movimento No Ponte messinese, nonché appassionati di montagna ed esperti scalatori, quindi in perfetta condivisione e sintonia con i valsusini come Luca Abbà, hanno pubblicato sul sito www.noponte.it un documento, a firma congiunta, dai forti contenuti, che farà sicuramente riflettere, dal titolo eloquente: “Quanto accaduto a Luca non può essere considerato un incidente”.

Quello dei due nopontisti – alpinisti è un giudizio attento, arricchito da valutazioni tecniche legate al mondo di chi ama arrampicarsi sulle pareti rocciose (Soraci ha scalato vette anche molto importanti a livello mondiale, come l’Aconcagua) e combattere quotidianamente le proprie battaglie civili, anche con implicazioni di carattere psicologico, a prova di smentita.

Corrado Speziale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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