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NUOVO SINDACO – A Barcellona… Un metodo alla politica del fare

Una nota che ha valore anche per altri territori…

Un metodo alla politica del fare

Le schermaglie di questi giorni in ordine alla candidatura a sindaco di Barcellona poggiano sui si dice, che valgono sempre qualcosa perché fanno emergere spunti di verità.

I si dice contengono, infatti, in sé per un verso quello che la gente ama sentirsi dire, ma anche quello che la gente vuole liberamente esprimere, per di più i si dice affermano soprattutto quello che la gente ha speranza di coltivare per non annichilirsi nella disperazione.

Credo che in questo momento la città avverta tutto il bisogno e possieda tutte le ragioni perché si possa coltivare una Barcellona P.G. diversa dall’attuale: con servizi efficienti, con costi ragionevoli e con una gestione più attenta. I cittadini percepiscono le necessità a cui dare risposta, perché di certo la città oggi non vive un grande momento.

Barcellona Pozzo di Gotto, dopo molti anni di disattenzioni e poca cura, vede senza illusioni il proprio immediato futuro e vive una sorta di chiacchiera da bar senza più fiducia nell’avvenire.

Su questo bisogna concentrarsi perché questa città merita altre attenzioni; in questi anni non si è coltivato molto il senso ed il metodo della condivisione.

Di contro oggi si sente la necessità di coltivare la cultura del confronto leale e laddove si sono nascoste le carte senza alcuna trasparenza giorno dopo giorno si percepisce la necessità di esaltare l’intelligenza e la sensibilità barcellonesi. Sulla gestione distratta e disinvolta vi sono precise responsabilità che vanno ricondotte all’amministrazione uscente e tutte le considerazioni che si sentono nei bar e nelle piazze fanno emergere e danno luogo a una sorta di rifiuto di qualsivoglia continuità, laddove per un verso si è davanti ad una componente che vorrebbe portare avanti la politica dell’altro ieri cioè quella di controllare il territorio, mettere una bandierina e gestire un piccolo potere.

Dall’altro lato c’è una squadra che coltiva il confronto sereno e leale per costruire soprattutto una città che ha voglia di riprendere la strada del rilancio, non solo economico, ma anche culturale. A questo bisogna aggiungere e far diffondere e radicare una sensibilità nuova quella che vuole una città ed una comunità capace di coltivare e creare scelte condivise, scelte che vadano incontro ai bisogni reali della città e non ai capricci di qualcuno; scelte che vadano incontro alle esigenze degli anziani e delle fasce deboli.

Ed infine si vuole costruire una squadra che vuole orientare le energie per rendere efficiente la macchina burocratica del Comune che a tutt’oggi, purtroppo, per mancanza di metodo arranca. Su questo bisogna far convergere la cura e su questo bisogna concentrarsi per valorizzare le qualità presenti sul territorio.

(#Rino_Nania / 15 febbraio 2020)

Redazione Scomunicando.it

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