Una serie di scatti, sereni, tranquilli, tende e libri, canzoni e abitudini quotidiane traslate nel cortile del liceo di Patti, ma potrebbe essere quello di Caltanissetta, Mazzarino, Modica o Erice, un liceo del Sud.
Scatti di riscatto, come gesto ultimo in ordine di tempo; scatti di protesta, occupare la scuola per far sentire la voce del disaggio e dell’emergenza non solo presso il Ministero dell’Istruzione ma verso quel mondo della politica regionale e provinciale, ciarliero e cialtrone, vicino territorialmente a quel cortile, ma distante anni luce nel capire, nel partecipare, nel comprendere che attraverso la scuola si creano formazione, opportunità, conoscenze, incontri, confronti per i giovani che l’Europa unisce ma che poi, in maniera settaria ed esigente, ghettizza facendo le differenze.
Un’occupazione che non vuole violentare l’istituzione scolastica ma dare voce agli studenti che vogliono legittimare un diritto fondamentale che è quello del rispetto per una scuola di qualità aperta a tutti, ricchi e meno ricchi, ma che abbia locali idonei, funzionali, consoni, strutturati.
E di questo discutono, loro – questa splendida gioventù, la “meglio gioventù” -, che goliardicamente, ma non troppo, si prendono davvero sul serio; sanno che stanno facendo la cosa giusta in un’azione di pacifica convivenza, di civile protesta, di urbana presa di posione, attendendo il dialogo, le risposte alle istanze fatte, in attesa di ritornare al più presto a studiare con locali, attrezzature e mezzi adeguati ad una scuola sostenibile e gettare le basi per una società giovane, pensante, intellettualmente attiva e che sia in grado di sviluppare lo spirito critico senza farsi condizionare da un’ideologia politica, per affermare che bisogna difendere e garantire il diritto e la qualità della scuola. – foto tratte dalla pagina facebook di Roberto Gammeri .
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