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OGGI A SANT’AGATA – Si parla di economia con Gianfranco Cottone.

 

 

Da un ventennio il nostro paese non cresce, il PIL pro capite cala, il costo del lavoro per unità di prodotto continua a crescere, ma i salari dei lavoratori diminuiscono. Il reddito disponibile delle famiglie si contrae, ma il prelievo dello Stato continua a correre, cosi come la spesa della Pubblica Amministrazione che di contro fornisce servizi pubblici sempre più inadeguati. Gli investimenti esteri si sono scordati del nostro paese.

Dal 1993 ad oggi, la nostra classe politica è riuscita a sperimentare un “ventennio” perduto. Nessuna riforma per affrontare i veri nodi strutturali, poca crescita, tassazione insostenibile, spesa pubblica fuori controllo.

L’autore, attraverso contenuti seri, precisi e puntuali, con nozioni tecniche ma attraverso un linguaggio comprensibile anche ai non addetti, mette sul tavolo delle decisioni collettive numeri, fatti, meno opinioni, meno ideologia e tutte quelle informazioni che sono, viceversa, sempre più trascurate.

Un’analisi impietosa, spietata e a volte brutale, dell’attuale situazione economico-politica del nostro Paese. Un paese che è stato eroso, spinto verso il baratro, da una classe dirigente – la casta – che, come i roditori, ha “mangiato”, in complicità con i dirigenti, i clienti e i mantenuti di questo Stato, tutta la polpa che c’era da mangiare.

In questo libro documentato e appassionato, con un approfondito esame di studio, Gianfranco Cottone, consegna prova che lo svantaggio assoluto del nostro paese è lo Stato, sinonimo di sprechi, alti costi, bassa produttività, spesa inefficiente, inefficace e dispersiva. Solo uscendo dal perimetro dello Stato questo Paese sarà in grado di confrontarsi con le sfide globali.

A dimostrazione di ciò, presenta un progetto per uno sviluppo territoriale, che si contrappone, in qualche modo, allo svantaggio assoluto rappresentato dallo Stato. Un modello che non prevede il coinvolgimento e la partecipazione di istituzioni pubbliche e quindi della classe politica. Un modello che non chiede risorse allo Stato e non incide nemmeno per un solo centesimo sulla spesa pubblica.

Un modello che prevede un processo autogenerato, dove, come dicono gli anglosassoni “all we earn, “tutti ci guadagnano” e tutti hanno interresse a partecipare e che si autososterrà fino a quando il sistema sarà in grado di generare vantaggi collettivi. Perciò, ognuno avrà interesse a far crescere e sviluppare il modello in tutte le sue parti, perché proprio da questo il singolo trarrà vantaggi.

Un modello in cui tutti ci guadagnano….tranne la classe politica!

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