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ORLANDINA BASKET – Francesco Venza: “Lo sport deve essere gestito da chi l’ha fatto e da chi ha voglia di spendersi..”

di Claudia Lentini

Francesco Venza, “Ciccio”, una lunga carriera nel mondo della pallacanestro che conta con ruoli manageriali, un duro, talvolta, silenzioso lavoro dietro le quinte, che sa però esprime il massimo quando il parquet trasuda di vittoria.
Pallacanestro Trapani fino all’87, tre anni tra Priolo e Siracusa, due anni alla femminile ed uno nella maschile, nel 1989 il primo scudetto femminile della pallacanestro siciliana. Un anno a S. Benedetto del Tronto, due ad Arezzo, rientra in Sicilia nel ‘93 trascorrendo due anni a Comiso in B, Trapani A e B d’eccellenza, fino al 1998, fino all’Orlandina Basket, dove oggi ricopre il ruolo di Amministratore Delegato. Schivo, riservato, ironico, amante della buona musica, protagonista indiscusso di quella passione chiamata pallacanestro.

Dalla A2 alla C nazionale. Un’estate di passione, racconta brevemente

Quest’estate abbiamo provato in tutti i modi a rientrare nel mondo della pallacanestro. Sono andate in fumo due trattative chiuse, per titoli di LegaDue, uno con Sassari l’altro con Pavia, poi avevamo per le mani due titoli di A dilettanti, però per via delle regole applicate in maniera estremamente rigida dalla federazione, che prevedono la circolazione dei titoli solamente nell’ambito di determinate macro regioni, non abbiamo avuto la possibilità di portarli dalla Lombardia in Sicilia, in quanto appartenenti a macro regioni differenti. Fino al 7 luglio, la possibilità di prendere titoli di B e C dilettanti, però non eravamo troppo convinti. Nel frattempo avevamo presentato domanda come squadra di riserva per il campionato serie A dilettanti e se avessero deciso di fare un campionato con due gironi da 15 squadre, anziché uno da 14 e l’altro da 15 com’è in atto, la trentesima squadra saremmo stati noi, il 10 agosto siamo rimasti fuori anche da questo campionato. Abbiamo chiesto ed ottenuto l’iscrizione in serie D regionale. Il 24 di settembre la formazione di Sarno ha rinunciato al campionato, si sono così riaperte le iscrizioni in serie C e siamo stati gli unici a presentare domanda, quindi inseriti al loro posto.

Programmi societari di breve e lungo periodo

Abbiamo avuto la possibilità di fare quest’ottima squadra in regime di assoluta mancanza di concorrenza, perché tutti gli altri avevano già chiuso il mercato, per cui la squadra è forte. Puntiamo a vincere il campionato. Ritengo che, potenzialmente, continueremo l’anno prossimo dalla categoria che speriamo di raggiungere. Una scalata graduale con i mezzi e le forze che sapremo, riusciremo a mettere in campo, ci auguriamo, sempre di buona fattura e livello.

Quali programmi per settore giovanile?

Abbiamo sempre preferito organizzare il settore giovanile con le forze che il territorio ci consente, non vogliamo prendere ragazzi da fuori, un settore giovanile con foresteria prevede una certa organizzazione, un certo numero di persone adatte a seguire i ragazzi, chi gli fa da mangiare, chi li segue scuola, in casa, non abbiamo queste risorse, significherebbe quindi buttare via inutilmente i soldi.

Main sponsor?

Sempre Upea.

Rapporto con il pubblico, delusi e fans?

C’è entusiasmo. Qualunque sia il numero delle persone presenti alle prime partite, per me, sarà comunque una sorpresa.

Eravate partiti con un’ipotesi di serie D, poi la notizia del ripescaggio in C. In una settimana sei riuscito a mettere insieme una nuova formazione, tenuto conto del diverso profilo del campionato, le esigenze societarie, quelle di Peppone Condello e l’imminente inizio di campionato

Da quando abbiamo avuto la conferma del ripescaggio, esattamente alle 17.30 del 25 settembre, abbiamo messo in moto una macchina organizzativa, sapendo che avevamo 20 giorni per fare quello che abitualmente facciamo tra il 30 maggio, quando finisce il campionato, ed il 30 luglio, quando ti fai dieci giorni di vacanza perché poi dopo ferragosto inizia la preparazione. In due settimane il lavoro di due mesi – merito dell’esperienza – merito dello staff, ripeto, abbiamo agito in un momento di mancanza assoluta di concorrenza, perché le altre squadre non potevano fare mercato, tranne la legaDue e la serie A, abbiamo così provato a prendere ciò che di meglio era disponibile in quel momento.

Campionato di C maschile, un giudizio

Ogni anno che passa, la pallacanestro regredisce – per motivi tecnici? – certamente sì, per cui conviene non aspettarsi nulla di particolarmente eclatante, a parte tre o quattro partite.

Possibili Play off?

Speriamo di non farli, quindi arrivare primi e salire direttamente – chi allora? – Gioia Tauro, Cosenza e Gela.

Descrivimi tecnicamente l’Orlandina Basket, roster, staff tecnico e potenzialità di gioco

 

Rispetto al livello medio del girone meridionale sedie C, ritengo che l’Orlandina non abbia nulla a che vedere con questo campionato, tant’è che le tre squadre che ti ho indicato prima, sono arrabbiate perché ci siamo noi, non lo volevamo fare, pazienza è capitato.
Nel roster i più esperti sono Federico Antinori ed Ariel Aimaretti, anni ed anni di serie A alle spalle, fino alla scorsa stagione, poi molta gente di categoria ma che formalmente la C non l’ha mai fatta perché provenienti dalla B1, B2. Allenatore capo Peppone Condello, assistito da Calogero Paparone che è stato uno dei nostri tecnici per le giovanili, una coppia che ha lavorato spesso insieme.

Col progetto serie D prima, con l’attuale serie C, avete da subito concepito una squadra di vertice. Per la D si parlava di un roster USA. La serie C non consente l’inserimento di extracomunitari, ma il tasso tecnico presente in squadra non lascia dubbi, perché partire immediatamente con l’ambizione della vittoria?

Per la D si parlava di mettere dentro due giocatori americani, il regolamento lo permette. Perché l’ambizione della vittoria? Perché siamo Capo d’Orlando, se ci fossimo chiamati, non so, Lipari o Favignana, avremmo avuto obiettivi diversi. A noi la gente chiede di vincere, e noi vogliamo vincere – una sana ambizione? – Assolutamente sì.

Con un roster Super Star, pur nel rispetto della legittima ambizione societaria, si corre il rischio di sminuire, trascurare, perfino mortificare, la valenza sociale di un progetto sportivo che, di fatto, nega l’accesso a realtà territoriali, atleti, meno quotati, ma certamente efficacissimi in campionati di serie C. Condividi? L’ambizione può mortificare la valenza sociale dello sport?

Pur nel rispetto della legittima ambizione societaria e degli avversari soprattutto, aggiungo alla tua domanda. L’ambizione può mortificare la valenza sociale dello sport? No. La gente viene perché ti vuol vedere vincere a prescindere se gioca il figlio od altri. Qualunque squadra è concepita così.

Vittorio Gallinari, uno dei migliori difensori italiani di sempre, protagonista della conquista di molti trofei nell’era Peterson, tra cui il grande slam del 1987, Giocatore dell’Olimpia Milano, della Pallacanestro Pavia ed della Virtus Bologna, oggi agente Players Group. Cos’è la Players Group?

E’ un’agenzia di procuratori, che opera in Italia da tantissimo tempo, i cui soci fondatori sono Gallinari, Giorgio Montano ed Andrea Forti.

Vittorio Gallinari, in un’intervista rilasciata ad una Tv di Gioia Tauro, alla domanda: “se la sente di commentare il ripescaggio dell’Orlandina” risponde: ”Preferisco Bypassare, perché è una storia strana, quantomeno strana”. Una risposta a questa dichiarazione

Non lo metto in dubbio, però è strano che, un anno fa, siamo usciti al 20 di settembre, è strano che la federazione quest’anno decida di fare un campionato a 29 squadre e non a trenta, è strano che siamo stati gli unici a presentare domanda al posto di Sarno e non abbiamo nessuna colpa, anzi siamo contenti di fare la serie C, di giocare. Probabilmente Gallinari avrà degli interessi particolari in una delle squadre che puntano a vincere il campionato, ed ora gli spazi sono un po’ più stretti.

Politica dello sport. Sulla base della tua esperienza, com’è cambiato nel tempo, a livello federale, il progetto basket e perché?

Ci vorrebbe un’intervista a parte dedicata esclusivamente a questo argomento. Per come è strutturato lo sport in Italia, troppo vincolato ad organismi politico-sportivi, non sarà mai gestito da uomini dello sport, se non in rarissime occasioni. Alla guida della nostra federazione c’è il grande Dino Meneghin, però non abbiamo una grande federazione perché tutto quello che c’è intorno a lui è molto politico e poco sportivo. La mia idea è che lo sport deve essere gestito da chi l’ha fatto e da chi ha voglia di spendersi, anche politicamente, per lo sport.
Questa domanda può essere oggetto di una tavola rotonda, non di un articolo. A dicembre dello scorso anno c’ho provato, mi sono candidato alla presidenza regionale. Non ho vinto perché non hanno voluto che vincessi, perché forze che poi sono state squalificate, prendendo anni di squalifica due mesi dopo le elezioni, sono andate ad incidere su questa mia voglia di presentarmi, di rinnovare, d’avere un nuovo progetto per la pallacanestro. – L’attuale Presidente Regionale è un uomo dello sport? – In questo momento la regione è commissariata per le cose che ti ho detto prima, però è sicuramente una persona che ha fatto sport a livello dirigenziale.

Nello sport in generale e nel basket in particolare, sono cambiate molte cose, regole che via, via, hanno disegnato un nuovo modo anche di praticarlo. La new economy sportiva sembra puntare decisamente verso un obiettivo “business to business”, finalizzato allo spettacolo da vendere mediaticamente e, sempre meno, verso investimenti quali il vivaio. Come diretta conseguenza la fine di scuole d’eccellenza che in passato hanno fatto la fortuna di questo sport. Condividi?

Siamo passati dal tesseramento a vita ad un progetto di svincolo progressivo, relativo a determinate annate, che andrà a compimento totale a breve. Alla fine di ogni anno tutti gli atleti della maggiore età saranno svincolati – questo come ha inciso su una pianificazione di lungo termine? – il progetto è partito quattro o cinque anni fa, non ci siamo ritrovati di punto in bianco tutti gli atleti svincolati dalla mattina alla sera, si è iniziati con lo svincolo dei più anziani, una progressione dal basso, accorciando sempre di più la forbice tra le annate di nascita, fino a quando si arriverà al cosi detto “svincolo totale”, ma non parliamo di settore giovanile, semmai di senior, sopra i 21 anni. – Chi ci guadagna? – formalmente nessuno, nel senso che questo progetto studiato dalla federazione, è stato affiancato da un sistema, parametri che vengono poi pagati dalle società al momento in cui si va a tesserare un giovane di una determinata classe d’età, i soldi pagati vengono poi ad essere ripartiti tra le società che hanno reclutato, addestrato e firmato il giocatore nell’ultimo anno senior. E’ un dare-avere interno, una partita di giro.

Il nuovo atleta tipo, sembra più dotato di mezzi fisici che di eleganza, di classe

La pallacanestro è sicuramente cambiata negli anni, prima era uno sport mono-marcia, nel senso che – era più d’intelligenza – sì, ma lo è sempre, perché comunque le persone intelligenti nella pallacanestro hanno una marcia in più rispetto agli altri, è aumentata la velocità, la forza fisica, è aumentata la capacità di estremizzare il gesto atletico – quindi la spettacolarizzazione – questo perché sono migliorate le metodologie di preparazione ed allenamento, ed è aumentata soprattutto l’intensità agonistica – ed anche il numero di partite – anche il numero di gare da giocare.

Racconta un aneddoto divertente che ti è capitato in tanti anni di carriera. Un ricordo che ti fa ancora sorridere

A Trapani, nel ’93 forse 94. La nostra squadra sarebbe dovuta retrocedere vincendo una partita e perdendo tutte le altre, unica vittoria preventivata quella in casa contro Cagliari. Non siamo riusciti a fare gli spareggi serie A, per soli due punti. Un’annata splendida, con un gruppo di ragazzi eccezionali, assolutamente raccattati, quando poi si dice la chimica di squadra, erano fatti proprio per giocare l’uno con l’altro. Un secondo ricordo, una salvezza ottenuta ad Arezzo, quando dopo diciotto partite avevamo ottenuto sei vittorie e dodici sconfitte, ne rimanevano altre dodici da giocare, quindi avremmo dovute vincere dieci gare. Prima dell’ultima partita di campionato avevamo totalizzato dieci su undici. Un’altra annata incredibile.

La squadra di tutti i tempi, quella che ancora porti nel cuore

Ne ho tante – scegline una da tifoso – quando abbiamo vinto il campionato di LegaDue, Terrel Mc Intyre, Brian Oliver, Ryan Hoover, Rolando Howell, Brian Montonati, Marco Caprari, Stefano Marisi – stagione 2004/2005 – proprio quella lì (completimo il roster: Andrea Pilotti, Nicola Bonsignori, Juan Fabi, Francesco Orsini, Francesco Ferienti, Cristiano Grappasonni)

 

Fai l’allenatore. Dal panorama nazionale di tutti i tempi, metti in campo il tuo quintetto ideale

Tralascio quelli delle ultime generazioni e metto in campo Pierluigi Marzorati play maker, Dino Meneghin pivot, Meo Sacchetti ala grande, Giuseppe Brumatti guardia e Renzo Bariviera a numero quattro.

Dal panorama internazionale, un giocatore su tutti e perché

La risposta che si aspettano tutti è Michael Jordan, però scelgo Drazen Petrovic, primo europeo ad incidere veramente in America.

Angolo fan. Alcuni sostenitori dell’Orlandina Basket mi hanno chiesto di rivolgerti alcune domande:

C’è una finestra di mercato

Inizia dopo la quinta partita del girone d’andata e termina prima della quinta del girone di ritorno. In questa finestra di mercato si può tesserare un solo atleta, e di quelli che materialmente vanno in campo, se ne possono dar via due.

Arriverà un altro giocatore?

No.

Gianmarco Pozzecco è stato tesserato?

Si.

E’ un tesseramento di prassi?

E’ un tesseramento goliardico, quando ci sarà, ci sarà.

Credi che possa giocare? Come sceglierà le gare?

Sicuramente sì, compatibilmente con i suoi impegni a Milano, con Sky, con radio 105

La presenza del Poz potrebbe rompere gli eventuali equilibri di squadra?

Credo che la sua presenza ci sarà in partite dove, anche se gioco io, vinciamo.

Vuoi aggiungere qualcosa?

Vogliamo ricreare il grande entusiasmo, la grande attenzione che c’era attorno a noi. Fare questo campionato ha un sapore particolare, perché molti di noi tornano, per certi versi, a vivere, ed a respirare l’aria che hanno sempre respirato. Che la sigla del campionato dove militiamo corrisponde alla terza lettera dell’alfabeto, ci interessa tanto quanto fosse stata una qualunque altra serie o categoria, perché comunque avremmo sempre messo in campo il meglio di tutto ciò che sappiamo fare, indipendentemente dai ruoli, dai campi, dagli avversari. Questo ci deve imporre massimo rispetto nei confronti degli avversari, della classe arbitrale, massimo rispetto di tutte le componenti che insieme a noi fanno parte del torneo a cui partecipiamo. Le esperienze che abbiamo alle spalle ci devono solo servire a far capire agli altri che oggi è un importante momento di passaggio, utile al raggiungimento di nuovi obiettivi, di campionati più consoni alla nostra storia recente, indipendentemente dal raggiungimento della massima serie – siamo qui e ce la giochiamo – Assolutamente si!
Mi auguro che i nostri sforzi vengano seguiti da quanta più gente possibile, l’impatto è positivo. I primi ad abbonarsi, sono stati, non orlandini, ma gente di Acquedolci, il che vuol dire che abbiamo seminato bene negli anni passati. Avremo sicuramente meno gente, ad esempio di Barcellona, perché quella cittadina adesso ha una sua realtà molto più importante della nostra, credo però, che tutti quelli legati a noi in passato, continueranno ad essere presenti al palazzetto. 

Buon lavoro.

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