Il provvedimento restrittivo colpisce soggetti italiani e rumeni, responsabili dei reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione in pregiudizio di diverse cittadine rumene.
L’indagine, svolta dalla sezione “Criminalità Straniera e Prostituzione”, è stata intrapresa a seguito della segnalazione di una cittadina extracomunitaria, prostituta, che nel luglio del 2009, si presentava presso gli uffici della Mobile palermitana per denunciare alcuni fatti riguardanti minacce subite ad opera di una connazionale, anch’ella prostituta.
In tale circostanza, la denunciante faceva riferimento all’operato di un poliziotto in servizio ai Palermo, intervenuto nella diatriba tra le predette cittadine straniere, ufficialmente per “risolvere” il dissidio tra le parti.
Dagli immediati approfondimenti svolti, poi sfociati in una vera e propria attività d’indagine delegata dalla locale Procura della Repubblica, espletata con servizi tecnici di intercettazione e di osservazione, emergeva uno scenario tanto articolato, quanto inconfutabile, riguardante il fenomeno della prostituzione rumena esercitata nel capoluogo palermitano.
Venivano infatti individuate le strade del meretricio (via F.sco Crispi, cala, Foro Umberto I) sfruttatori, prevalentemente di origine rumena, ma anche italiana e veniva accertato il ruolo di alcuni favoreggiatori coinvolti, a vario titolo, in tale contesto delittuoso.
Si è documentato, in particolare, anche il coinvolgimento del citato poliziotto, effettivamente inserito nel medesimo contesto, nonché la partecipazione a diversi incontri con soggetti coinvolti nell’indagine anche di un altro elemento della Polizia di Stato, anch’egli in servizio a Palermo, nei cui confronti venivano, parimenti, acquisiti elementi di responsabilità, in ordine ai medesimi reati.
Nei confronti di quest’ultimo è stata disposta l’applicazione della misura degli arresti domiciliari.
I particolari dell’operazione verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà, alle ore 11:00 del 4 aprile, presso la palazzina “M” del Tribunale di Palermo, alla presenza del Procuratore aggiunto, Dr. Scalia e del capo della Squadra Mobile di Palermo, Dr. Calvino.
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