– di Corrado Speziale –
Il trombettista sardo è ritornato al jazz club catanese da grande protagonista con una maratona musicale straordinaria, articolata su quattro serate,
Il jazz ai tempi di Paolo Fresu & del Monk di Catania. Un’autentica, potente macchina musicale che “si fa in quattro”, dove la forza della passione incontra e incrocia note, storie, affetti, aneddoti e avventure umane e artistiche. Un’operazione in cui il jazz, piuttosto di dividersi in quattro giornate, si è “moltiplicato” in otto concerti. Luogo d’incontro, dall’11 al 14 febbraio, è stato l’eccellente jazz club di via Scuto, nel cuore antico della città etnea. Paolo Fresu alla tromba, flicorno ed effetti, Dino Rubino al piano, Marco Bardoscia al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria, hanno entusiasmato nel segno della tradizione, dell’improvvisazione e al tempo stesso dell’empatia, in un ambiente amichevole e accogliente, dove il jazz si sente sulla pelle di chi lo ama prima ancora di elevarsi all’ascolto dei cultori più esigenti e raffinati.
“Tempo di Chet” è la selezione musicale del progetto su cui è stato inciso l’omonimo album per la Tǔk Music, creato per il teatro con la regia di Leo Muscato. L’opera, forte di oltre cento repliche in giro per l’Italia tra il 2018 e il 2019, con un successo strepitoso, narra le vicende umane e artistiche di Chet Baker, con la compresenza in scena del trio di musicisti insieme agli attori. Cosicché, nella prima serata catanese, il Monk ha vestito il ruolo del jazz club dov’erano ambientate le scene teatrali tratte dalla biografia tormentata, ma al tempo stesso ricca di umanità ed incommensurabile arte e poesia musicale del mitico trombettista di Yale.
Il secondo giorno, il vastissimo repertorio di Paolo Fresu ha portato alla rivisitazione di brani d’oltreoceano di cui è grande interprete: “Tempo di Standards”. Terzo giorno, omaggio a brani della tradizione italiana, settore cui Fresu ha da sempre dedicato molta attenzione artistica, essendo entrati, molti di essi, nel repertorio della tradizione jazz: “Tempo di Canzoni”. Infine, quarto “tempo” nell’ultima giornata con le “love songs”: “Tempo di San Valentino”. Tra i brani proposti vi erano canzoni che hanno fatto la storia della musica, molte delle quali rese famose anche attraverso la cinematografia.
Sabato, il segnale è immediatamente tangibile: Con Eighty-One di Ron Carter, è già “tempo di Miles…” con annessi e connessi, in stile ed energia. Il suono circolare col flicorno da poco revisionato è il primo straordinario omaggio della serata, direttamente dalle virtù di Paolo Fresu. Altrettanto colmo di pregi, con tromba sordinata e flicorno finale, virtù pianistiche e ritmi sostenuti, sarà Bye Bye Blackbird, anch’esso di ispirazione davisiana. Sempre sull’onda del genio dell’Illinois, Darn That Dream, con taglio “cool”, rivela calore e intensità. Eccellente, ad un tratto, il dialogo Rubino – Bardoscia. Dear Old Stockholm, dalla tradizione svedese, l’avevamo già apprezzata nel tempo in duo, Paolo Fresu – Uri Caine. Stavolta è in ensemble con la coralità e lo spirito del quintetto di Davis, tra ritmo e qualità esaltanti con un interplay esemplare.
Lunedì, l’ultimo set dell’ultima serata, inizia con una “song” che ha segnato il passaggio di testimone da Cyndi Lauper a Miles Davis: fa sempre un grande effetto ascoltare Time after Time, nell’armonia e nello stile che hanno caratterizzato quel periodo in cui Miles Davis fu sedotto dal pop.
Giuseppe Privitera, l’anima del Monk Jazz Club: “Sono stati quattro giorni impegnativi, ma siamo felicissimi d’aver ritrovato gli amici che vengono ad ascoltare i nostri concerti. È stata una grande maratona che ha visto otto concerti straordinari. La cosa particolare è che anche all’interno dello stesso spettacolo, tra primo e secondo set, con la stessa tematica, sono risultati due concerti completamente diversi. Tutti quanti bellissimi”.
E’ stato ristretto agli arresti domiciliari l’autore del furto perpetrato ai danni della nostra emittente…
TRA CLOUD E MOBILE BANKING - L’importanza di scegliere siti sicuri
Punti morbidi e strade di pietra, 2025. Filati di cotone e sassi, dimensioni variabili. (altro…)
Amunì, il Festival Agroalimentare a Torrenova, parte alla grande. (altro…)
Si è svolta ieri, venerdì 5 settembre, nella suggestiva cornice di Villa Piccolo a Capo…
Una magia senza confini ha avvolto piazza XX Settembre a Canicattini Bagni durante il Canicattini…