Una scena drammatica quella che si è presentata ieri pomeriggio ai volontari della LIDA di Patti (ME).
Appena si riusciva a provocare il vomito ad un cane, spruzzando l’acqua ossigenata in bocca, un altro iniziava a tremare. Poi le convulsioni, sempre più potenti, fino alla morte tra gli spasmi finali e la bava che schiumava.
Otto cani uccisi, ed altri 15 che rischiano grosso.
E’ morta Lucrezia (pastore tedesco) mamma di nove cuccioli.
Se ne sono salvati sei, ma per tre non c’è stato niente da fare.
Lucrezia era stata abbandonata in contrada Ronzina con i suoi cuccioli.
Poi è toccato ad Aron.
Era stato adottato dagli operai di una vicina fabbrica. Niente da fare anche per Dylan, era lui che rappresentava la speranza, ora infranta.
Era stato già salvato da un avvelenamento, poi dalla leishmania.
Infine il ritorno nel territorio. Ieri pomeriggio la morte.
Marina De Liguori si era recata in contrada Ronzina alle 13.30 di ieri. Sembrava tutto normale.
“I cani li controlliamo ogni giorno – spiega Marina De Liguori – la reimmissione nel territorio è scelta obbligata se vogliamo far fronte a tutte le emergenze, ma cerchiamo sempre posti poco frequentati. Non si sa mai”.
Poi si è allontanata, sostituita intorno alle 14.15 da un’altra volontaria. E’ stato il panico. Qualcuno nei pochi minuti intercorsi ha sparso il potente veleno. Un organoclorurato, forse un lumachicida a base della micidiale metaldeide, a giudicare dai sintomi. Le chiamate per l’emergenza, il precipitarsi dei volontari.
Poi una denuncia alla Procura della Repubblica ed al Prefetto. Sui luoghi anche il Veterinario dell’ASP. La morte, dicevamo, è sopraggiunta dopo violente convulsioni. Una scena straziante. I cani urlavano ed i volontari non sapevano dove correre prima.
“Quel terreno deve essere subito bonificato – dichiara la Responsabile della LIDA di Patti – mi appello al Sindaco, quel luogo deve essere pulito e tabellato per avvisare della presenza del veleno.
Mi rivolgo al buon cuore di tutti. Dateci una mano a trovare un posto per i quindici cani rimasti“.
Difficile inquadrare l’identikit dell’avvelenatore.
Un luogo isolato, o comunque poco frequentato, quello della zona industriale.
Forse, però, i terreni circostanti a breve riprenderanno ad essere pascolati, e questa potrebbe essere una spiegazione. Non solo cani, ma anche fauna selvatica, come volpi ed uccelli.
Di certo, per ora, oltre all’immediata bonifica del territorio, urge allontanare i cani superstiti.
Questo il numero diffuso dalla LIDA di Patti: 331 3718391.
fonte e foto: GeaPress
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