Umiliazioni, schiaffi, calci e pugni. Violenze fisiche e psicologiche reiterate nel tempo, praticate con continuità su pazienti neuropsichiatrici.
Uno di loro è stato anche costretto a spogliarsi e a picchiarne un altro.
Dodici operatori socio sanitari avevano trasformato un padiglione del «Centro Vada Sabatia» in un girone infernale e loro, che dovevano essere “gli angeli custodi” di persone deboli, si erano trasformati in demoni.
Stellina Cirillo, Mirco Burattini, Marco Cichero, Mauro Gaetano, Vincenzo Cirillo, Elisabetta Cerisola, Eugenio Lucente, Daniel Negrea (Romania), Luis Fernando Arevalo (Ecuador), Tatiana Coronel Hernandez (Ecuador), Mohammed Benerras (Marocco) e Flores Zegarra (Perù) sono stati arrestati con l’accusa di maltrattamenti e lesioni in concorso su decisione del gip Fiorenza Giorgi e su richiesta del pm Giovanni Battista Ferro.
Nove sono finiti in carcere, tre ai domiciliari.
Altri quattro sono stati indagati.
Non sono finiti nei guai i responsabili della struttura socio sanitaria, gestito da cinque anni dalla Segesta di Milano.
Erano 50 giorni che la Guardia di finanza indagava sui maltrattamenti.
Tutto era partito dalla segnalazione di un familiare di uno dei ricoverati arrivata al 117 che sosteneva che il parente non voleva più restare nella struttura perché chi lo accudiva lo picchiava.
«Non fatemi stare con lui, quello mi massacra di botte», aveva detto ai familiari.
Intercettazioni ambientali e filmati hanno fatto emergere una condizione terribile. Secondo il pm Ferro «si tratta di una situazione di agghiacciante gravità con una prepotenza e violenza di portata inaudita. Sono più di cento i casi di violenze e umiliazioni accertati», ha sottolineato il magistrato.
È il padiglione “3D” il luogo degli orrori che ha dato anche nome all’operazione.
Da lì provenivano le urla e i lamenti dei pazienti picchiati.
Ala D del terzo piano dell’edificio, dove sono curati pazienti da 20 a 50 anni disabili psichici e disabili.
La Rsa di Vado, 240 posti letto, è convenzionata con la Asl che versa una retta quotidiana di 160 euro per ogni paziente accudito nella struttura.
La Finanza, in collaborazione con la Corte dei Conti, verificherà la corrispondenza tra le prestazioni offerte ai pazienti e quello che effettivamente è stato fatto.
La Regione Liguria, a seguito dell’inchiesta, ha deciso di sospendere la pratica per il rinnovo dell’accreditamento.
«La cosa accaduta è gravissima», dicono gli assessori regionali alla Sanità e al Welfare Claudio Montaldo e Lorena Rambaudi.
Il sindaco di Vado Attilio Caviglia ha definito la vicenda «agghiacciante».
«Abbiamo in quella struttura una quarantina vadesi, per alcuni integriamo anche la retta, ma non avevamo mai sentite voci sui maltrattamenti».
La direttrice di Segesta, Maria Rosa Siffredi, si dice «attonita e sconcertata, anche perché abbiamo sempre garantito formazione continua al personale».
Il fenomeno dei maltrattamenti in Residenze di questo tipo non è nuovo in Liguria.
Due episodi sono emersi nel 2012. Il 18 gennaio, un blitz della Guardia di finanza nella casa di riposo Borea di Sanremo , portò a sette arresti di operatori socio sanitari: l’inchiesta si allargò e gli indagati divennero dieci.
Nei giorni scorsi si è tenuta l’udienza preliminare al tribunale d’Imperia chiusa con 5 patteggiamenti con pene di poco superiori a tre anni, due rinvii a giudizio, mentre tre saranno processati con rito abbreviato.
E la scorsa settimana la procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio di 11 tra dirigenti, medici e operatori sanitari per maltrattamenti su disabili assistiti nella Residenza terapeutica “I Cedri” a Reppia nel comune di Né.
testo articolo: www.ilsecoloxix.it
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