PIANA DI GIOIA TAURO – Braccianti stranieri in condizioni disumane

La quasi totalità dei braccianti stranieri impegnati nella raccolta degli agrumi nella piana di Gioia Tauro ha trascorso la stagione vivendo in strutture abbandonate, in baracche o in una tende nella zona industriale di San Ferdinando. É quanto emerge dai dati degli operatori dell’associazione Medici per i diritti umani (Medu).
Sono stati circa duemila i lavoratori che hanno affollato la tendopoli di San Ferdinando ed una fabbrica abbandonata in condizioni allarmanti. Stessa sorte per le centinaia di lavoratori che vivono nei casolari abbandonati di Rizziconi, Taurianova e Rosarno, privi di elettricità, servizi igienici e acqua.
Riguardo le condizioni di lavoro – secondo i dati di Medu – è emerso che l’86% dei braccianti non ha contratto di lavoro. La maggior parte è retribuita a giornata o a cassetta (un euro per le cassette di mandarini e 50 centesimi per le arance). Il 17% dei braccianti ha trovato lavoro attraverso il caporalato, pagando dai 3 ai 5 euro per il trasporto.
Salgono intanto a 15 le operazioni interforze di prevenzione e di contrasto al caporalato, al lavoro nero e illegale concluse con successo nella provincia reggina ed in particolare nella Piana di Gioia Tauro, dove il fenomeno ha una maggiore incidenza.
Nell’operazione dello scorso 4 aprile sono state controllate 5 aziende presenti nel territorio del Comune di Cittanova, alcune ritenute contigue a consorteria ‘ndranghetista, operante a Cittanova e a San Giorgio Morgeto.
3 soggetti sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria, di cui 1 per avere realizzato un impianto abusivo per lo scarico di residui di lavorazione e una condotta allacciata abusivamente alla rete idrica comunale.
Sono state elevate, inoltre, 10 sanzioni amministrative per un importo complessivo di € 104.509,00 ed effettuato un sequestro di animali; 26 persone sono state controllate, di cui 2 extracomunitari.
Nell’attività sono stati impegnati 24 operatori della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato, della Polizia Provinciale e dell’Ispettorato del Lavoro.
Le operazioni sinora svolte, che si inseriscono nel contesto delle misure di contrasto comprese nella Direttiva del Ministro dell’Interno del 23 aprile 2014 denominata “Focus ‘ndrangheta – Piano d’azione nazionale e transnazionale”, hanno riguardato complessivamente 91 aziende agricole e di trasformazione dei prodotti agro – alimentari operanti in provincia.

Redazione Scomunicando.it

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