Situazione insostenibile
Con il nuovo tariffario nazionale, il rimborso per molte prestazioni sanitarie essenziali è stato drasticamente ridotto, mettendo a rischio la sostenibilità di diagnosi fondamentali per i pazienti oncologici.
Pietro Miraglia, presidente di Federbiologi ed ex presidente dell’Ordine dei Biologi, denuncia: “Il prelievo ematologico per verificare il PSA, essenziale per il tumore alla prostata, viene rimborsato con soli 3 euro, mentre il costo reale è di almeno 6 euro. È insostenibile”.
La situazione è critica anche per altri marcatori tumorali, come l’alfaproteina, e per analisi legate all’epatite e alla procreazione, con riduzioni dei rimborsi che arrivano fino al 60%.
I laboratori privati convenzionati si trovano davanti a una scelta difficile:
“Dovremmo indirizzare i pazienti agli ospedali, ma è inconcepibile dire a un malato oncologico che non possiamo garantire le prestazioni”, spiega Miraglia.
Secondo il presidente di Federbiologi, la riduzione dei rimborsi mette a rischio la tenuta economica delle strutture private, con il rischio di fallimenti e la conseguente concentrazione del settore in poche mani.
“Così smantellano la medicina territoriale che eroga centinaia di milioni di prestazioni ogni anno”.
Un ulteriore problema è la coesistenza di due sistemi tariffari:
Questa doppia contabilità crea confusione sia per i pazienti che per le strutture sanitarie:
“Ci sono 1.500 nuovi codici per le patologie, e il caos è totale”.
Di fronte a questa emergenza, Federbiologi insieme ad una lunga serie di altre sigle che rappresentano il mondo della sanità siciliana, dopo la riunione regionale a Caltanissetta ribadisce la richiesta di un intervento del governo regionale:
“Chiediamo al presidente Schifani e al governo nazionale di finanziare le prestazioni di patologia clinica, sfruttando i fondi regionali previsti dalla legge finanziaria 2025”.
Miraglia denuncia l’assenza della politica e la lentezza nelle decisioni: “Le liste d’attesa non saranno mai abbattute senza un controllo sui medici e un finanziamento adeguato del comparto”. In attesa della pronuncia del Tar Lazio, che il 28 gennaio si esprimerà sul decreto, i biologi sono pronti a una vertenza per ottenere i rimborsi e risarcimenti per i danni subiti. “Non possiamo abbandonare i pazienti. La situazione è grave e servono risposte immediate”, conclude Miraglia, sottolineando il rischio di licenziamenti e sospensioni per i dipendenti delle strutture private e lanciando un appello alla politica promette battaglia per salvaguardare il diritto alla salute.
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