Il professionista era rimasto invischiato nello scandalo delle Onlus che aveva determinato l’arresto di una decina di persone che, secondo l’accusa, a vario titolo erano coinvolte nell’affaire dei contributi tra provincia e comune di Palermo proprio a questi enti.
Ridolfo, residente a Ficarra, si è visto accogliere dal tribunale del riesame, presieduto da Maria Elena Gamberini, l’istanza tesa a dimostrare la sua totale estraneità ai fatti.
Difeso dagli avvocati Carmelo Occhiuto e Maria Americanelli, Ridolfo ha di fatto visto cadere sia i gravi indizi di colpevolezza, contestati nell’ordinanza di custodia cautelare, l’estraneità nella costituzione delle due società al centro dell’indagine, ma anche il fatto che le firme, in quanto apocrife, appooste negli atti sequestarti durante le indagini sono false.
Quindi non sue.
Per questo il giudice ha rimesso in libertà Pietro Ridolfo annullando l’ordine di custodia cautelare.
…. Ma perchè non ci si stà più attenti… prima?
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