“Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto. Ma tante volte, per anni” con queste parole lo scrittore racconta ciò che ha caratterizzato il processo dell’unificazione territoriale dell’Italia, nella contraddizione di un’unità sociale e nazionale mai pienamente raggiunta.
Descrizione coraggiosa di quello che gli italiani fecero a se stessi e del perché a centocinquant’anni dall’Unità di Italia la differenza tra Nord e Sud si sia accentuata, marcando tale disuguaglianza in maniera indelebile.
Leggendo il libro di Aprile coloro che hanno sempre creduto che questo dipendesse da un fatto puramente geografico dovranno ricredersi, così come dovranno ricredersi coloro che avevano l’errata convinzione che il Sud del nostro paese sia da sempre la parte più povera e arretrata d’Italia. Un testo che, analizzando il cambiamento sociopolitico di una nazione, non teme di svelare quelle che sono le realtà scomode, da sempre taciute dai libri di storia.
Colpisce come un violento schiaffo e sbalordisce la potenza del meridionalismo del libro “Terroni”, che potrebbe, in un periodo politico così vuoto per la nostra Sicilia, rappresentare una nuova chiave di lettura in grado di riavvicinare, soprattutto i giovani, a quel senso di appartenenza territoriale necessario per proporre, con nuova dialettica, il processo violentemente interrotto negli anni 70, che avrebbero voluto ridare dignità alla nostra storia ed alle grandi potenzialità siciliane.
Il presidente
Avv. Fabrizio Palmieri
comunicato stampa
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