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PIRAINO – Centroculturale “Don Puglisi”, inaugurazione mostra-convegno

Piraino, si è inaugurata oggi “Spes contra spem” la mostra-convegno che rotea intorno alla figura di Don Pino Puglisi e si allarga al “pianeta giovani”e che anche domani mattina, mercoledì, avrà altri importanti appuntamenti coinvolgendo giovani, studenti ed il mondo scolastico.

Tutto è stato programmato al Centroculturale ‘Don Puglisi’ di Gliaca di Piraino ed è l’occasione dice Giancarlo Campisi, che ha aperto i lavori, per commemorare don Pino Puglisi, il prete barbaramente ucciso dalla mafia a Palermo nel 1993, le cui origini ( la madre) sono pirainesi.
La formazione giovanile in Sicilia, è la tematica principale dell’iniziativa, per la quale sono previsti anche momenti importanti di contorno come una mostra fotografica ed una mostra d’arte contemporanea.
Presenti tra i tanti relatori l’arciprete di Gioiosa Marea Salvatore Danzì, amico fraterno di Don Pino Puglisi, e mons. Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo seduto in prima fila insieme al vescovo di Patti.
Tra gli ospiti anche rappresentanze del mondo politico regionale, delle forze sindacali, molti sindaci della costa saracena e soprattutto tanti studenti e membri delle istituzioni militari, in prima fila nella lotta contro le mafie, e del mondo scolastico.
La manifestazione è stata organizzata dal Comune di Piraino col  patrocinio della Regione Siciliana, della Provincia Regionale di Messina e della Curia Vescovile di i Patti.
Obbiettivo del convegno, quasi un seminario di studi, dice Giancarlo Campisi e quello di far comprendere sia al mondo dei giovani sia a quello della politica, ma anche passando, trasversalmente, tutta la società civile e il mondo cattolico l’urgenza di riflettere sulla drammatica realtà che vivono i ventenni, spesso privi di prospettive e bisognosi di architettare, fiduciosi, con l’apporto delle Istituzioni, un domani sicuro.
“Spes contra Spem” dunque è il titolo emblematico per nulla scelta a caso.
Sta infatti a significare la speranza disperata di chi deve andare avanti, nonostante tutto, avendo in sé l’energia di sognare un futuro, sperando e credendo sino all’impossibile, di riuscirci. Vuole essere scuotimento delle coscienze di adulti e giovani, soprattutto di quanti hanno il dovere di essere costruttori di verità e libertà, legalità e giustizia, sviluppo e benessere.
Programma
La manifestazione si articolerà in tre momenti:
il Convegno regionale, la Mostra fotografica, e l’Esposizione nazionale d’arte contemporanea.
Nell’ambito del Convegno si dibatteranno due grandi  temi“Rinnovare le coscienze in Sicilia”, e “Formare i giovani in Sicilia
dal 12 maggio al 7 giugno – avrà luogo la Mostra fotografica Un uomo di fede, con immagini grandi e di forte impatto, e l’Esposizione nazionale d’arte contemporanea che avrà testimonianze artistiche firmate da Giovanna Cecere, Renato Galbusera, Rita Ippaso, Maria Jannelli, Ettore Merlino, Alessandro Nastasio, Mario Pecoraino, Tino Signorini, Carla Tolomeo.  Un Omaggio è dedicato a Floriano Bodini, scultore tra i maggiori in Europa, autore di importanti monumenti pubblici.
BREVE BIOGRAFIA DI PADRE PINO PUGLISI
Don Giuseppe Puglisi nasce nella borgata palermitana di Brancaccio il 15 settembre 1937, figlio di un calzolaio e di una sarta, e viene ucciso dalla mafia nella stessa borgata il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno.
Entra nel seminario diocesano di Palermo nel 1953 e viene ordinato sacerdote dal cardinale Ernesto Ruffini il 2 luglio 1960. Nel 1961 viene nominato vicario cooperatore presso la parrocchia del SS.mo Salvatore nella borgata di Settecannoli, limitrofa a Brancaccio, e rettore della chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi.
Nel 1963 è nominato cappellano presso l’istituto per orfani “Roosevelt” e vicario presso la parrocchia Maria SS. ma Assunta a Valdesi.  Sin da questi primi anni segue in particolare modo i giovani e si interessa delle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città.
Segue con attenzione i lavori del Concilio Vaticano II e ne diffonde subito i documenti tra i fedeli con speciale riguardo al rinnovamento della liturgia, al ruolo dei laici, ai valori dell’ecumenismo e delle chiese locali.
Il suo desiderio fu sempre quello di incarnare l’annunzio di Gesu’ Cristo nel territorio, assumendone quindi tutti i problemi per farli propri della comunità cristiana.
Il primo ottobre 1970 viene nominato parroco di Godrano, un piccolo paese in provincia di Palermo – segnato da una sanguinosa faida – dove rimane fino al 31 luglio 1978, riuscendo a riconciliare le famiglie con la forza del perdono.  In questi anni segue anche le battaglie sociali di un’altra zona della periferia orientale della città, lo “Scaricatore”.
Il 9 agosto 1978 è nominato pro-rettore del seminario minore di Palermo e il 24 novembre dell’anno seguente direttore del Centro diocesano vocazioni.  Nel 1983 diventa responsabile del Centro regionale Vocazioni e membro del Consiglio nazionale. Agli studenti e ai giovani del Centro diocesano vocazioni ha dedicato con passione lunghi anni realizzando, attraverso una serie di “campi scuola”, un percorso formativo esemplare dal punto di vista pedagogico e cristiano.
Don Giuseppe Puglisi è stato docente di matematica e poi di religione presso varie scuole. Ha insegnato al liceo classico Vittorio Emanuele II a Palermo dal ’78 al ’93.
A Palermo e in Sicilia è stato tra gli animatori di numerosi movimenti tra cui: Presenza del Vangelo, Azione cattolica, Fuci, Equipes Notre Dame. Dal marzo del 1990 svolge il suo ministero sacerdotale anche presso la “Casa Madonna dell’Accoglienza” dell’Opera pia Cardinale Ruffini in favore di giovani donne e ragazze-madri in difficoltà.
Il 29 settembre 1990 viene nominato parroco a San Gaetano, a Brancaccio, e nel 1992 assume anche l’incarico di direttore spirituale presso il seminario arcivescovile di Palermo. Il 29 gennaio 1993 inaugura a Brancaccio il centro “Padre Nostro”, che diventa il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere.
La sua attenzione si rivolse al recupero degli adolescenti già reclutati dalla criminalità mafiosa, riaffermando nel quartiere una cultura della legalità illuminata dalla fede.
Questa sua attività pastorale – come è stato ricostruito dalle inchieste giudiziarie – ha costituito il movente dell’omicidio, i cui esecutori e mandanti sono stati arrestati e condannati. Nel ricordo del suo impegno, innumerevoli sono le scuole, i centri sociali, le strutture sportive, le strada e le piazze a lui intitolate a Palermo e in tutta la Sicilia.
A partire dal 1994 il 15 settembre, anniversario della sua morte, segna l’apertura dell’anno pastorale della diocesi di Palermo.
Il 15 settembre 1999 il Cardinale Salvatore De Giorgi ha insediato il Tribunale ecclesiastico diocesano per il riconoscimento del martirio, che ha iniziato ad ascoltare i testimoni. Un archivio di scritti editi ed inediti, registrazioni, testimonianze e articoli si è costituito presso il “Centro ascolto giovani don Giuseppe Puglisi” in via Matteo Bonello a Palermo (091-334669).
La sua vita e la sua morte sono state testimonianze della sua fedeltà all’unico Signore e hanno disvelato la malvagità e l’assoluta incompatibilità della mafia con il messaggio evangelico.
“Il credente che abbia preso in seria considerazione la propria vocazione cristiana, per la quale il martirio è una possibilità annunciata già nella rivelazione non può escludere questa prospettiva dal proprio orizzonte di vita. I 2000 anni dalla nascita di Cristo sono segnati dalla persistente testimonianza dei martiri”
(Giovanni Paolo II, Incarnationis Misterium, n.10)
PROFILO SU PADRE PINO PUGLISI – INTRODUZIONE
“Coraggioso testimone del Vangelo” l’ha definito Giovanni Paolo II durante la visita in Sicilia, a Catania e a Siracusa, del novembre 1994.
E per la diocesi di Palermo padre Pino Puglisi – sette anni dopo il delitto (15 settembre 1993) – è oggi certamente uno dei punti di riferimento per chi voglia ricostruire un percorso di vita esemplare come carisma profetico e feconde capacità educative.
I testimoni, inoltre, in greco antico sono i “màrtyres” e l’offerta della vita, il martirio, sanciscono nella storia terrena di padre Pino l’incarnazione fino in fondo dei valori cristiani in una realtà come quella di Brancaccio, simbolo delle tante periferie siciliane dove la voce della Chiesa è spesso l’unica a confortare e promuovere il riscatto degli ultimi, con il coraggio della denuncia.
Per questo il giorno della morte di padre Puglisi in quanto momento non di sconfitta ma dell’incontro con il Cristo-vita è diventato a Palermo il giorno dell’apertura dell’anno diocesano, attimo simbolico del “kayròs”, il tempo della liberazione e della salvezza.
Padre Pino si sentiva nell’intimo della propria fibra spirituale di sacerdote persona “consacrata”, sacramentalmente configurata a Cristo pastore della Chiesa.
E dall’amore di Dio promanava l’ansia di verità e di giustizia sociale che lo ha reso insopportabile agli occhi dei boss mafiosi a Palermo, così come – lo leggiamo nel Vangelo – l’azione del giusto è un peso insostenibile per lo sguardo del peccatore. “3P”, come amava farsi chiamare, ha saputo costruirsi questa valenza profetica attraverso pilastri senza tempo: questi sono la Fede viva e coltivata nella meditazione della Parola e nell’aggiornamento teologico, la preghiera personale e liturgica, la quotidiana celebrazione dell’Eucarestia, la frequenza del sacramento della Penitenza. E tutto questo nella dimensione di una vita poverissima: “La benzina è il mio pane”, ci diceva. Il pane poteva mancare alla sua umile mensa, ma non il carburante per l’utilitaria, in modo da essere sempre pronto ad accorrere dove una telefonata o un presentimento rendeva necessaria la sua parola.
In questo articolo cercherò di rievocare chi era padre Pino, analizzando in particolar modo il suo metodo pedagogico, che ho potuto sperimentare in prima persona.
Al liceo Vittorio Emanuele II “3P” è stato l’insegnante di religione mio e della compagna di classe che ora è mia moglie. Ci ha accompagnato nel nostro cammino di fede e ha benedetto il nostro matrimonio. Quando è diventato parroco di Brancaccio, nell’ottobre del ’90, l’abbiamo raggiunto e ci siamo impegnati con lui nel quartiere. Dalle vicende biografiche passerò al metodo e infine tenterò di delineare cosa stava facendo padre Puglisi a Brancaccio e il movente dell’omicidio.

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