Cultura

PORTELLA DELLA GINESTRA – Muore uno degli ultimi bimbi sopravvissuti alla prima strage di stato

Giacomo Schirò aveva 87 anni. Era alla manifestazione con il nonno quando la banda di Salvatore Giuliano sparò all’impazzata sulla folla. Il suo funerale si terrà domani alle 11 nella cattedrale San Demetrio a Piana degli Albanesi. “Lo ricordiamo come delegato sindacale della Cgil e come punto di riferimento della memoria e dell’appartenenza al movimento sindacale – dice il segretario generale della Cgil Palermo, Enzo Campo – Ha dedicato gli ultimi anni della sua vita a tenere viva la memoria delle vittime della strage tra le giovani generazioni non solo di Piana ma della provincia. Non ha mai voluto mancare alle commemorazioni del primo maggio”.

La strage di Portella della Ginestra è una delle pagine più nere del Novecento italiano. Di fatto la prima strage di stato.
Rimasero uccise undici persone. A loro si aggiunsero una trentina di feriti e altre persone decedute successivamente a causa delle ferite riportate quel giorno. A sparare fu la banda di Salvatore Giuliano, che sparò sui circa duemila lavoratori di Piana degli Albanesi, San Giuseppe Jato e San Cipirello che si erano riuniti per una grande manifestazione contro il latifondismo nella prima occasione per festeggiare il Primo maggio dopo il fascismo. La strage si inquadra anche in un contesto più strettamente politico: alle elezioni di pochi giorni prima per l’Ars, il Blocco del Popolo (Psi e Pci) aveva conquistato 29 deputati contro i 21 della Democrazia cristiana. Le raffiche di mitra si protrassero per circa un quarto d’ora: a terra, fra le vittime, rimasero anche tre bambini.
Tornando alla strage gli Indipendentisti ne danno una lettura diversa.
La nota di Maurizio Castagna
“Portella servì ai servizi per colpire l’indipendentismo e la figura di Giuliano” che prende spunto dal film di Paolo Benvenuti su Portella,”Segreti di Stato” –  un film del 2003 presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
La pellicola ricostruisce i fatti riguardanti la strage di Portella della Ginestra alle porte del paese di Piana degli Albanesi. In particolare si fanno emergere le incongruenze relative alla ricostruzione ufficiale dei fatti, sino a giungere al finale in cui viene rivelato il fitto intreccio di equilibri internazionali passante in Sicilia.

Scrive Castagna : ” Le conclusioni che evidenzia  dal punto di vista dell’indagine storica e poliziesca,illustrano  senza ombra di dubbio alcuno che Portella delle Ginestre,la strage di Portella fu opera dei servizi italiani e angloamericani,e la stessa morte di Giuliano entrò a far parte di questa tragica farsa….

 L’unico appunto da fare all’intelligenza e alla maestria di Benvenuti –il suo un film secco,asciutto,tagliente- è che la sua conclusione “Portella servì a comprimere l’avanzata dei partiti social comunisti” è inesatta. Abbiamo date e considerazioni,avvenimenti e comportamenti che completano la verità “vera” su Portella e sulla figura di Giuliano!

 Guardiamo ai fatti e alla successione degli eventi

 Nel 1943 il Movimento Indipendentista contava 500.000 iscritti,più di tutti gli altri partiti messi assieme

Nel 1944 mentre gli angloamericani spingono Salvatore Lucania in arte Lucky Luciano ad organizzare la messa in mora delle ultime difese italiane in Sicilia con l’aiuto “disinteressato” dei picciotti della criminalità organizzata, gli indipendentisti fanno piazza pulita  delle cancrene mafiose al loro interno e cacciano gente del calibro di don Calogero Vizzini.

Nel settembre del 1944 Calogero Vizzini passato da buon mercenario ad altre sponde e soprattutto ad altri interessi molto meno idealistici,organizza un attentato al rappresentante più potente del partito comunista della Sicilia, Gerolamo Li  Causi. Perché in effetti la lotta a questo punto,prima di Yalta,  ancora vede impegnati i rappresentanti  delle due ideologie vincenti sul fascismo : capitalismo e comunismo, nella spartizione delle prede : Italia,Germania e Giappone…..

Il 19/10 di quello stesso 1944 la gente esasperata dalla fame e insieme vogliosa di dare nuovo futuro all’Isola,scende in strada a via Maqeda a Palermo,gridando “pane e Sicilia libera” : poche bandiere rosse,moltissime quelle col Triscele. Quello stesso esercito italiano,battuto su più fronti di guerra,prende una effimera,inutile e volgare rivincita: spara ad altezza uomo sulla folla,su ordine dei vertici istituzionali e la conta dei morti si ferma a 90 (anche se altre cifre ufficiali ne contano un paio di decine di meno). Il giorno dopo gli idranti dei vigili del fuoco lavano la strada del sangue siciliano.

E,finalmente, dal 4 all’11 febbraio 1945….YALTA! Gli alleati non debbono più temere intromissioni sovietizzanti  in Occidente,ai capi comunisti italiani,Togliatti in testa,conviene allinearsi agli ordini di Mosca e negare ogni partecipazione a sollevazioni nella penisola,in Sicilia men che meno. Viene meno dunque l’alleanza tra indipendentisti (anche quelli di”sinistra” come Canepa) e lavoratori “rossi”. Ma aumenta la simpatia verso i movimenti che dichiarano la “Sicilia Nazione”

A questo punto lo Stato Italiano ha un solo irriducibile nemico: il Popolo Siciliano,guidato da Antonio Canepa.

E,nella prassi vile che si consoliderà negli anni successivi,prende piede il disegno criminale degli attentati e delle stragi

Il 17/6/1945 viene ammazzato a tradimento Antonio Canepa e alcuni suoi giovanissimi guerriglieri

Non basta questo a fermare la lotta per l’indipendenza,mentre l’opposizione rossa si defila completamente.

Anzi,maggiore è la simpatia verso i rivoluzionari. Il 29/12/45 lo scontro a fuoco tra alcuni battaglioni dell’esercito italiano e qualche decina di indipendentisti a Monte San Mauro,presso Caltagirone si risolve nell’ennesimo scacco per le scassatissime armi italiane….gli indipendentisti accettano lo scontro,ma riescono dopo parecchie ore a sganciarsi

Per lo Stato Italiano il pericolo si fa consistente. Concetto Gallo il nuovo comandante dell’EVIS (esercito volontari indipendenza siciliana) corre da un capo all’altro della nazione siciliana e assolda studenti,professori,aristocratici,banditi disperati ,ribelli al potere centrale come a quello della mafia filo americana.

Concetto Gallo,il comandante succeduto a Canepa, con i suoi continuò la lotta,fu preso,trattò la fine della guerriglia a fronte di uno Statuto di grande respiro che avrebbe potuto consentire pieno autogoverno all’Isola pur  sotto sovranità italiana…..un vero Trattato di Pace,che nessuna Corte Costituzionale,come invece avvenne,avrebbe potuto vilipendere.

Lo Statuto fu concesso,ultimo atto della Monarchia,il 15 maggio del 46.

Ma la rivolta dilagava,mentre i comunisti attendevano le elezioni preparandosi ad una opposizione di comodo,perché Stalin avesse campo libero nell’Europa Orientale.

Tra i guerriglieri,  mezzo banditi da strada, disperati invisi ai latifondisti come alla mafia,e mezzo patrioti, ricalcando  le gesta continentali di Ninco Nanco e Carmine Crocco e più ancora spingendo alla rivolta i contadini sulla scia delle grandi sollevazioni dovute ai patrioti dei fasci siciliani dell’ottocento, c’è Salvatore Giuliano. E Giuliano combatte aspramente carabinieri ed esercito. Diviene leggenda con attacchi da guerrigliero provetto,sganciandosi quando serve ,intervenendo quando bisogna per aiutare chi langue sotto la dura sferza degli italiani…dura sferza? Documentatevi,mentre da un lato il pio bigotto De Gasperi intavola trattative di pace con gli indipendentisti,ordina tramite il suo ministro Scelba durissime repressioni,violenze private sui parenti dei rivoltosi,torture sui prigionieri, condanne senza alcun processo (confronta : “Giù al Sud” di Pino Aprile-ed-Piemme): pare essere ritornati al 1860,quando la rivoluzione meridionale allora sul continente, pagava la violenza di bersaglieri artiglieri e carabinieri piemontesi…

Nel marzo 1947 i carabinieri italiani falciano -con violenza inaudita-poveri operai e contadini alla fame nella città di Messina,sparado sui cittadini che protestano e chiedono pane e lavoro… come altri militari italiani avevano fatto con ferocia dopo il terremoto del 1908  per rubare le ultime povere cose ai disgraziati travolti dal sisma (documentatevi ancora sui testi:”il duplice flagello” ed Sfameni,ripreso da Pino Aprile in “giù al Sud” ed Piemme).

Muoiono tre persone,ne vengono ferite decine mentre i carabinieri,urlano: “ Savoja”-il lupo perde il pelo ma non il vizio!

Nell’aprile 1947 il Movimento Indipendenza della Sicilia prende alle regionali il 10% ,considerato che moltissimi non votavano nei seggi “italiani”,si può  ben dire un enorme successo….mentre Giuliano diventava una sorta di Robin Hood.

E allora Giuliano non deve solo sparire ,ma la sua figura deve poter venire odiata dalla povera gente.

L’occasione a Portella.Un gruppo di abitanti della Piana,contadini alla fame,si riunisce per ascoltare un comizio,si dice,dell’onorevole Li Causi. Questi viene avvertito secondo alcuni sulla strada,secondo altri già a Roma e,guardandosi bene dal mettere sull’avviso  chi l’aspettava sereno nella giornata di festa del 1° maggio del ’47, fa il gioco delle autorità italiane. Tace secondo gli ordini di Togliatti,e lascia i contadini al loro destino.

Giuliano era stato intanto invitato da emissari segreti, a sparare sulla folla perché ,gli si disse,era una riunione di “rossi” contrari all’indipendenza…Giuliano,che fesso non era,finse di abboccare,poi intimò ai suoi di sparare in aria…non bastò : gruppi armati,tra contractors delle autorità italiane,carabinieri dei servizi e un gruppo di agenti americani arrivati appositamente in Sicilia,  da qui  ripartiti con aerei militari, e guidati sul luogo dal traditore Gaspare Pisciotta, fecero il loro sporco dovere….fu un’idea geniale,i media concorsero ad accusare Giuliano della strage,gli indipendentisti si videro togliere l’appoggio dei diseredati,dei disgraziati,dei poveri e dei benpensanti che  lessero quell’atto con orrore. Un processo aggiustato alla maniera italiota fece il resto,e Benvenuti nel film lo mostra mirabilmente,con tempi cinematografici perfetti.

Ai comunisti si lasciò la possibilità di approfittare di lavoratori che avevano perso fiducia nell’indipendentismo,all’Italia bastò “indire elezioni” e raccogliere, come e peggio di Giuda,  i suoi…..trenta denari…(purtroppo, a differenza di Giuda, nessuno tra gli ideatori di quell’attacco vile si suicidò…).

Del resto anche agli americani,quell’aiuto disinteressato servì: era in gioco la supremazia nel Mediterraneo e quindi la supremazia nella lotta per il petrolio contro…l’alleata Gran Bretagna che,dal 1859,aveva in pungo la politica dell’Italia…persino sotto il fascismo nonostante vani tentativi di Mussolini di sottrarsene, fino all’entrata in guerra…: gli inglesi foraggiavano gli indipendentisti “di destra” di Finocchiaro Aprile per costruire un bastione filobritannico nel Mediterraneo,costituito da Malta,Pantelleria e l’Isola più grande….se questa avesse ottenuto l’indipendenza dall’Italia,oramai nelle mani americane….

Andiamo avanti.

Dopo Portella i comunisti tolsero la maschera. Togliatti vietò a coloro che sapevano di testimoniare in favore degli indipendentisti nei processi a loro carico e nei processi per gli attacchi che si erano susseguiti contro di loro e contro la cittadinanza in rivolta da parte delle autorità miitari tialiane(Alia,Messina,Partinico….). L’onorevole Montalbano,persona onorata e proba,fu convinto con forza e alla fine dovè obbedire per fedeltà al partito. Un giovanissimo Luciano Lama,voglioso di partecipare al primo anniversario della strage di Messina,fu bloccato dallo stesso “Migliore” perché non si smuovessero troppo gli equilibri di Yalta ridando vigore all’indipendentismo…e così fu che la nobile terra di Sicilia divenne la portaerei USA più avanzata del Mediterraneo Centrale…..

Lo stesso Togliatti rinunciò alla rivoluzione anche nel 1948 dopo l’attentato alla sua vita,e quale occasione migliore……ma lui aveva più paura delle reazioni di Stalin  che delle armi italiane e fermò le brigate partigiane…

Questo basti a contestare la tesi di Benvenuti,non certo le conclusioni del suo film “Stragi di Stato”, laddove mette in luce tutte quelle ragioni che hanno portato gli italiani ad organizzare in quest’ultimo sessantennio tante altre azioni criminali – attibuendole al nemico di turno…del resto fare “allenamento” con siciliani, per di più di etnia albanese…cosa c’è di meglio? La storia attende e con la storia i siciliani che giustizia vera sia fatta,intanto accogliamo con animo assai diverso le storie che ci raccontano sul “bandito da strada” e patriota suo malgrado, Salvatore Giuliano.

MAURIZIO CASTAGNA

Il Film visto e stroncato da http://www.mymovies.it

Segreti di Stato – Un film di Paolo Benvenuti. Con Antonio Catania, David Coco, Sergio Graziani, Aldo Puglisi, Francesco Guzzo Drammatico, durata 85 min. – Italia 2003.

Paolo Benvenuti lascia per la prima volta la sua ricerca rigorosa su un passato non recente per affrontare il terreno doppiamente insidioso del film-denuncia e del confronto con un classico ormai consacrato del cinema mondiale: “Salvatore Giuliano” di Francesco Rosi. Se su questo secondo piano non è quasi possibile un paragone perché lo stile asciutto e ‘povero’ del regista toscano è lontanissimo da quello del maestro napoletano, la difficoltà sta nell’intervento sul materiale storico.

Per quanto era efficace nella sua oculata scansione “Gostanza da Libbiano” per quanto questo “Segreti di Stato” rischia di essere poco convincente e addirittura poco producente per la tesi che vuole enunciare proprio a causa della sua scena madre. E’ la scena in cui si vuole dimostrare, grazie alla messa in fila di carte con la riproduzione del volto dei personaggi (che purtroppo ricorda tanto la strategia pubblicitaria dell’Amministrazione Bush in Iraq), che a Portella della Ginestra ci fu un’azione di fuoco che vide coinvolti tutti: dalla Cia alla X Mas, dal governo al Vaticano. Siccome Benvenuti non ha il nervosismo didascalico di un Giuseppe Ferrara e dato che questo è un film e non un saggio stampato, tutto viene più enunciato che provato.

Benvenuti non è un regista che cerca gli scandali a bella posta e nessuno nega l’onestà del suo intento. Solo che citare il cardinale Montini come “capo dei servizi segreti vaticani” fa un po’ sorridere e coinvolgerlo nella strage diventa così un colpo di teatro neanche di buon gusto. Lo stesso vale per altri nomi eccellenti, primo fra tutti Giulio Andreotti che prima o poi verrà considerato colpevole anche dell’affondamento del Titanic. Dispiace che un film che ha dalla sua l’attenzione all’essenziale (fatte salve le assolutamente superflue sequenze sui luoghi reali) perda poi la sua forza in un j’accuse che resta ancora tutto da dimostrare. Il mistero sulla strage continua a regnare.

da leggere

http://scomunicando.hopto.org/notizie/salvatore-giuliano-si-riapre-il-caso/

Redazione Scomunicando.it

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