Ieri mattina un presidio autoconvocato di lavoratrici e lavoratori dei servizi socio educativi di Messina, in larga parte della coop. Azione Sociale, ha manifestato dentro Palazzo Zanca chiedendo di essere ascoltati immediatamente dal dipartimento e assessorato competenti e della ragioneria comunale per denunciare lo stato di abbandono in cui versano i servizi di assistenza alle fasce deboli della popolazione; fanno parte di questi servizi le comunità alloggio per minori, i centri di accompagnamento educativo domiciliare e i presidi ormai storici come i centri di aggregazione giovanile. La continuità temporale di alcuni servizi, solo per il fatto stesso di esistere come luogo fisico protetto, è fondamentale per un’utenza sempre più multiforme e difficile da decifrare nelle sue logiche di violenza e prevaricazione. Continuità garantita, è il caso di dirlo, dal buon senso e dalla morale professionale degli operatori del settore che giornalmente affrontano, senza un soldo in tasca, tutte le criticità e le contraddizioni delle nostre realtà; la rappresentanza di maestranze della coop Azione Sociale, oramai sul lastrico, ha informato la città che a dicembre del 2015 il debito pregresso con la cooperativa, che gestisce i vari servizi su mandato del comune, ammonta a 630000 euro: di questo debito, però, risulterebbero in ragioneria fatture in pagamento per un importo di poco superiore ai 70000 euro (solo 1/9 dell’intera cifra), è facile prevedere, dunque, un imminente rischio default per la cooperativa in questione se l’amministrazione e la macchina comunale da mesi paralizzate non dovessero rapidamente correre ai ripari. La Giunta anche in questo caso cede il proprio ruolo politico spostando la vicenda sul piano ragionieristico-contabile. Insomma, si discute di queste cose col dirigente che però non può e non deve sostituirsi all’assessore. Il problema è politico e non tecnico! Nondimeno siamo consapevoli che i guasti nel c.d. terzo settore siano a monte, promanino non solo dalle modalità con cui viene legislativamente disciplinato e quindi dalla sua collocazione ambigua tra il primo settore (lo Stato) ed il secondo settore (il mercato), ma soprattutto dall’assenza di un forte stato sociale ridotto ormai a brandelli dalle politiche neoliberiste. A questo si aggiunge la natura manageriale ed aziendale delle cooperative che di sociale conservano soltanto la denominazione. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai 40 lavoratori e alle loro famiglie che hanno manifestato al Comune, alcuni con 12 mensilità arretrate, e alle decine e decine di operatori impegnati giornalmente nel sociale di cui si parla poco e che hanno superato oramai il limite della sopportazione umana, registriamo casi di 21 mensilità da percepire! Da modificare ab imis è tutto il sistema del T.S. che attraverso l’ultima riforma approvata alla Camera dei deputati il 9 aprile scorso, attualmente all’esame del Senato, assume tratti sempre più imprenditoriali e mercatistici. Inoltre ci preoccupa la nomina di Assessore al bilancio, risanamento finanziario, aziende partecipate ecc. di Luca Eller Vainicher che vanta pubblicamente la propria vocazione in politiche di privatizzazione e c.d. valorizzazione.
Altro nodo da aggredire, secondo noi, resta il sistema degli appalti pubblici di settore: gare d’appalto solitamente al ribasso che aumentano la competizione tra le cooperative le quali per rendere economicamente e socialmente sostenibile la propria offerta, chiedono ulteriori sforzi ai lavoratori ai limiti dello sfruttamento e a pagarne le spese sono ovviamente loro e l’utenza. Il lavoratore offre le proprie competenze professionali in un settore delicatissimo come quello socio-educativo e sovente è schiacciato tra il senso di responsabilità verso l’utenza e quella verso la cooperativa, tra volontariato richiesto eticamente e volontariato preteso, tra diritti e sensi di colpa. Seppur con ritardo si è usciti dall’auto-marginalizzazione e dal silenzio e si sta lottando. Giovedì p.v. ci sarà un altro incontro con il dirigente del dipartimento dei servizi sociali,noi saremo al loro fianco.
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