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PUNTO DI VISTA – Il turbo capitalismo può travolgere la civiltà occidentale

di Giovanni Frazzica

 una riflessione su un tema di grande attualità

Larga la foglia, stretta la via, parafrasando l’antica filastrocca si può iniziare una riflessione su un tema di grande attualità quale è quello della distribuzione delle risorse che è, appunto, una causa importante rispetto al restringimento di quella via dei diritti sociali universali.

l’art.3

In effetti l’Articolo 3 della Costituzione italiana appare, dal punto di vista normativo, assolutamente corretto e tranquillizzante, così infatti recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

i super ricchi

Tuttavia, nella realtà dimostrata da diversi report di evidenza nazionale e internazionale, le risorse economiche sono distribuite in maniera assolutamente non equa, considerando in particolare che pochi super ricchi, il 3% della popolazione mondiale, detiene il 70% della ricchezza globale.

Ovviamente dietro queste cifre, che sono ricavate facendo media su grandi numeri, si celano i fasti dei paperoni che sono i nuovi protagonisti della dolce vita e le tragedie di famiglie e di popoli che muoiono letteralmente di fame e di sete. Quando emerge la notizia di qualche tragedia, determinata dall’eccesso di miseria (Sudan, Gaza etc.), si leva alta qualche voce di indignazione, ma dura solo qualche giorno. Servirebbe una formula, una modalità per costruire un percorso virtuoso, utile per costruire equilibri più giusti e più utili per costruire una società migliore.

Diceva Winston Churchill: “Il capitalismo è un’ingiusta distribuzione della ricchezza, il comunismo è una giusta distribuzione della miseria”.

Lo statista inglese definiva dunque sinteticamente il comunismo, ideologia ritenuta a lungo anche da tanti intellettuali occidentali, come una possibile uscita dal tunnel dell’ingiustizia, come un rimedio peggiore del male. Cosa resta da fare a quella parte di umanità che si definisce democratica e liberale per proteggere le istituzioni e i valori sociali dalle inarrestabili incursioni del turbo-capitalismo?

Papa Francesco

Escludendo modalità velleitarie e improbabili basate su confronti conflittuali, la via più seria e praticabile resta quella più volte indicata da Papa Francesco e che si rifà alla Dottrina Sociale della Chiesa. Mitigare gli effetti collaterali negativi del capitalismo liberista sul tessuto sociale diventa un preciso dovere della politica e dei governi che, ormai, avendo preso consapevolezza del fenomeno, non possono più ignorarlo.

Redazione Scomunicando.it

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