“Io penso che l’arte consista di macchine di sensazione o di composizione per creare dei percetti strappati alle percezioni, degli affetti distinti dal sentimento, delle sensazioni distinte dall’ opinione comune, così come la filosofia è creazione di concetti al bivio di possibili viventi e di possibili mentali”
Felix Guattari La carta sagoma direzioni spaziali e strati da attraversare.
Superfici aeree di consapevolezza. Sedimenti, fantasmagorie, elementi che emergono come lapsus visivi, tic della memoria.
Accumulo, post-produzione, frottage digitale.
L’uso del collage non è parodistico, ma emergenza.
Il lavoro riguarda la semantica della pittura, anche quando è realizzata attraverso strumenti digitali, eppure riguarda l’idea di «montaggio».
In un senso vicino a quello del collage/montage inteso come dispositivo, matassa, insieme multilineare di tracce che seguono direzioni e processi, percorsi di conoscenza e produzione di relazioni altre con immagini prelevate spesso da un palinsesto mediatico popolare.
Vittoria Cafarella, è nata a Brolo, ma questo altro non è che un “significante” dettaglio della sua formazione, oggi sperimenta insieme al N3XT a Bologna, dove ha definito la sua formazione presso l’Accademia di Belle Arti, avviata presso quella di Palermo.
Ama la foto digitale ed è brava anche con le chine ed i pennelli .
E’ un’artista “vera”, poliedrica , mai ferma, che ama sperimentare e sperimentarsi, le opere che realizza, sono cariche di inquietudine, di forza, di voglia di “urlare silenziosamente” la sua arte.
Le sue opere cambiano spesso faccia, restando però fedelissime a quella che è l’impronta caratteristica e forte di Vittoria.