la risposta è logica: Prima il giornalista o racconterà del bambino. Senza tener conto di luoghi e latitudini, qui siamo a Gaza, ma la logica è sempre la stessa
Guerra a Gaza, sono almeno 80 i giornalisti uccisi in tre mesi.
“Mai stato un così alto numero di vittime dei media in un conflitto”
Dall’inizio del conflitto nella Striscia di Gaza, secondo le ong, sono almeno 80 i cronisti ammazzati mentre facevano il loro lavoro.
il disegno è di Fogliazza
I primi due delle tre vittime di oggi lavoravano per Al Jazeera che, in una nota, ha condannato l’attacco: “Israele viola i principi della libertà di stampa”, è la denuncia dell’emittente con sede in Qatar secondo cui l’auto dei giornalisti “è stata presa di mira”. Hamza era il figlio di Wael Dahdouh, capo dell’ufficio di Al Jazeera a Gaza e già testimone della morte della moglie e di altri due figli.
La terza vittima, Ali Salem Abu Ajwa, lavorava come cronista a Gaza e secondo il Times of Israel era nipote dello sceicco Ahmed Yassin, che fondò Hamas a Gaza nel 1987.
A fornire gli ultimi dati sulle morti, il 31 dicembre scorso, è stata la ong Committee to protect journalist: a fine 2023 si contavano almeno 77 giornalisti e media workers uccisi.
Di questi: quattro sono israeliani, tre libanesi e 70 palestinesi.
La ong Press Embleme Campaign ha denunciato che “si tratta del più alto numero di vittime dei media in un conflitto in un periodo di tempo così breve“.